Arriva da Zurigo il naso elettronico: riconoscerà le malattie dall’odore!

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Il naso elettronico -già noto per essere in grado di riconoscere droghe, esplosivi, la presenza di batteri nei corsi d’acqua, la freschezza dei prodotti alimentari; addirittura è stato usato nel monitoraggio del rischio della Solfatara di Pozzuoli, e tanto altro- è stato ulteriormente perfezionato da Pablo Sinues e dai ricercatori del Politecnico federale di Zurigo.

Il suo nuovo obiettivo sarà percepire, in tempo reale, tutti i minimi odori e, in particolar modo, quello di essere utilizzato nella nostra vita quotidiana: è ben 5 volte più sensibile dei suoi predecessori, e forse ancora più potente dell’olfatto di un segugio. Infatti, nell’intento di riprodurre il sistema olfattivo umano, questo naso è stato dotato di una camera di ionizzazione, ovvero di numerosi sensori di gas, che colgono tutte le informazioni dall’esterno, le scompongono, poi vengono rielaborate come segnali elettrici, digitalizzate e, infine, riprodotte numericamente.

E a Zurigo, in seguito a test condotti in laboratorio sui roditori, i recettori di questi sofisticatissimi nasi sono riusciti a riconoscere dal respiro di suddetti animali la presenza di farmaci ed infezioni, nonché le modifiche apportate al loro metabolismo dall’iniezione di alcune molecole.

Da qui, si afferra il rilievo che una tale invenzione ricoprirebbe, se fosse applicata anche all’uomo: potremmo identificare e curare molte malattie con largo anticipo! Non solo. In agricoltura, avrebbe un importantissimo utilizzo nella scoperta di eventuali attacchi di parassiti alle piante, o, ancora, nel capire il momento giusto della vendemmia, analizzando il profumo dell’uva per ricavarne un ottimo vino.

 

 

Adora l’arte e i viaggi, cui si dedica appena ho del tempo libero. Parla due lingue, inglese e francese, e sta imparando la terza. Leggere è il suo pane quotidiano: ha una piccola libreria piena di grandi classici, una continua fonte di ispirazione per lei. Dipingere è la sua passione da sempre, tanto che si può dire sia nata con matite e pennelli in mano e non avrebbe mai immaginato che, a breve, sarebbe diventata un ingegnere chimico…