Bruciare sforna denaro. Il business dei Canadair smuove l’antitrust

Condividi su

L’impero dei Canadair in Italia è gestito dal corpo dei vigili del fuoco e dalle Regioni. Di fatto però appartengono a dei privati che godono di profitti non propriamente economici. Le aziende private proprietarie dei velivoli sono sette (sei italiane e una spagnola) e i loro costi prevedono questa cifra: 15mila euro l’ora per un Canadair.

In questi ultimi tempi il nostro paese è stato dilaniato da continui incendi che hanno interessato soprattutto il Sud-Italia, con danni gravissimi.

Nel periodo 15 giugno – 13 luglio gli interventi dei Canadair hanno contato ben 2146 ore ed un costo di quattro milioni e mezzo di euro.

La flotta aerea antincendio dello Stato ogni anno è sottoposta a gare d’appalto e l’Antitrust interviene in questa storia dopo aver ascoltato le dichiarazioni di un pilota-dirigente di un’azienda messa fuori dal gioco degli appalti.

La questione da provare riguarda la chiarezza con cui avvengono le gare d’appalto per il sospetto che in qualche modo le aziende private condizionino gli appalti pubblici.

“L’antitrust ha verificato che almeno dal Duemila i sette gruppi si sono mossi in modo da far vincere l’azienda scelta all’interno del loro cartello prendendo la gara con ribassi risibili (massimo l’un per cento). Una «spartizione collusiva» su tutto il territorio «con ipotesi di turbativa d’asta»” (fonte repubblica.it)

Viene spontaneo pensare a questo punto a quanta speculazione possa esserci dietro a dei fenomeni così stranamente ricorrenti e tutti vicini all’essere considerati dolosi.

Bruciare sforna denaro, e a quanto pare questo business sembra tristemente molto allettante.

Una proposta che se portata avanti avrebbe potuto frenare questi giochi di fuoco è stata fatta in Sardegna, dove il partito della Sinistra indipendentista con una raccolta firme ha chiesto alla Regione di acquistare personalmente i Canadair in modo tale da poter gestire in prima persona l’utilizzo dei velivoli, con un notevole risparmio in termini di costi (basti pensare che c’è stato un incremento del 378% nell’utilizzo della flotta rispetto al 2016). Naturalmente nonostante il supporto di ben 6300 firme la proposta è stata completamente messa da parte.

Sembra più facile lasciar gestire tutto allo Stato e continuare ad alimentare un business che a ogni incendio guadagna milioni di euro.

Simona Barra nasce a San Giorgio a Cremano 22 anni fa. Ha studiato al liceo classico Garibaldi di Napoli e ora frequenta la facoltà di Giurisprudenza presso la Federico II. Appassionata di cinema, musica, libri e sport ha iniziato quest'anno la collaborazione con il Domenicale News.