Ce l’abbiamo fatta! Chiusa la pagina che lucrava sull’immagine di Alessandra

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Da circa un paio di ore la pagina e-commerce di Facebook “93 Street” non esiste più.

Dopo l’appello dei genitori di Alessandra Madonna, che chiedevano di rimuovere i like per evitare che continuassero a girare le foto in cui la figlia, ideatrice della pagina insieme al fidanzato Giuseppe Varriale (agli arresti domiciliari per l’omicidio di Alessandra ndr) pubblicizzava i prodotti venduti, prontamente raccolto dal Domenicale news, il collegamento telefonico con Gianni Simioli a La Radiazza, e l’intervento di Francesco Borrelli, consigliere regionale, l’attenzione mediatica che il caso ha suscitato ha evidentemente messo in allarme chi gestiva la pagina.

L’avvocato Aldo Patrizio Diletto aveva chiarito stamattina che per una persona sottoposta agli arresti domiciliari, l’uso dei social è vietato, e sarebbe stato quindi possibile ottenere che un giudice ne prescrivesse l’inibizione.

“Resta attivo però – precisa Enzo Madonna, il papà di Alessandra – il profilo Instagram di “93 Street”, anche se le foto di Alessandra sono state cancellate. Andrebbe quindi chiarito chi gestisce l’e-commerce, visto che il Varriale non potrebbe, e fatte anche delle verifiche fiscali, visto che le vendite on-line non sono dichiarate da nessuna parte”.

Intanto, fissato per domani l’appuntamento con l’avvocato Lello Caiazza, esperto sui temi della privacy e della tutela dei diritti nei confronti dei social network al quale il consigliere Borrelli ha chiesto di seguire il caso, a titolo completamente gratuito.

Al Domenicale con entusiasmo da più di un anno, dopo il banco di prova con Paralleloquarantuno. Giornalista per passione, scrive di tutto quello che la entusiasma, predilegendo i temi dell’ambiente e della cultura. Classe ’71,buddista, due figli, nel tempo libero cucina e gioca a burraco. Se dovesse descriversi con una sola parola, sceglierebbe “entusiasmo”, anche se si definisce un’anima in pena. Scrivere le è indispensabile: si firma #lapennallarrabbiata, e questo è il suo modo per denunciare ingiustizie e dare voce ai sentimenti che vive, come tutto quello che la riguarda, con un coinvolgimento totale.