Certosa di San Martino: restaurata finalmente una delle tre Meridiane!

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Costruito nel 1325, il complesso della Certosa di San Martino, da cui godere di uno dei panorami più suggestivi e mozzafiato del capoluogo partenopeo, vede restaurato -ad opera di studiosi dell’università di Napoli ‘Federico II’ – uno dei suoi tre orologi solari, la settecentesca Meridiana situata nella biblioteca del Quarto del Priore, l’abitazione della guida spirituale dei certosini. Si tratta di un dispositivo, sfruttato sin dall’antichità, presso Egizi e Greci e probabilmente ancor prima nell’8000 a. C. (età della pietra), per misurare il tempo in base alla posizione occupata dal Sole durante la giornata. È composta, in generale, da un disco (il quadrante), su cui sono presenti segni riguardanti le ore e al centro si erge un’asta parallela all’asse terrestre, lo gnomone (la lancetta), la cui ombra proiettata sul disco fornisce l’orario.

La Meridiana di San Martino, considerata una delle opere di gnomonica più articolate al mondo, realizzata dallo scienziato calabrese Rocco Bovi attorno al 1771, è il tipo a camera oscura, ideata cioè per gli ambienti al chiuso: vi è un foro su una parete di una camera, in direzione sud, da cui passa la luce del Sole, che si proietta su vari punti di una linea tracciata sul pavimento in direzione nord-sud, ma soltanto per una volta al giorno, alle 12. Non a caso, la parola meridiana deriva dal latino meridies, che vuol dire proprio mezzogiorno, infatti da qui si contano tutte le altre ore.

Nel XIX secolo fu realizzato un elemento architettonico, che ostacolò il normale funzionamento dell’orologio, impedendo ai raggi di entrare nel foro per lunghi periodi, in cui il Sole era basso; e proprio grazie alla recente restaurazione, questo intralcio è stato eliminato definitivamente attraverso un sistema a specchi posto sul tetto di fronte alla biblioteca, permettendo, in tal modo, la rinascita della Meridiana. Lo splendore di quest’oggetto non sta solo nell’essere un semplice ma, allo stesso tempo, affascinante ed ingegnoso strumento antico di misurazione dello scorrere del tempo, bensì anche nel fatto di essere incorniciato da un pavimento maiolicato, ricco di precisissimi disegni di costellazioni osservabili sul cielo napoletano, e di molte altre informazioni geografiche ed astronomiche; infatti, durante l’anno, la meridiana può fornire indicazioni pure su solstizi ed equinozi.

Si spera, quindi, anche gli altri due orologi solari presenti nella Certosa, che purtroppo versano in condizioni tutt’altro che buone, riescano ad essere recuperati e resi funzionanti in breve tempo.

Adora l’arte e i viaggi, cui si dedica appena ho del tempo libero. Parla due lingue, inglese e francese, e sta imparando la terza. Leggere è il suo pane quotidiano: ha una piccola libreria piena di grandi classici, una continua fonte di ispirazione per lei. Dipingere è la sua passione da sempre, tanto che si può dire sia nata con matite e pennelli in mano e non avrebbe mai immaginato che, a breve, sarebbe diventata un ingegnere chimico…