Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi. L’attesa infinita per i restauri.

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Quando Pino Daniele cantava “ Napule è na carta sporca e nisciun se ne importa” stava lì con la sua voce a ricordare quanto consideriamo nullo quello che ci circonda nella nostra città e quanto in realtà lo svalorizziamo riducendolo a carta sporca e fregandocene amaramente.

A piazza Monteoliveto, nei pressi di via Toledo è sita una delle chiese più belle e monumentali della città che pochi conoscono ma che a dispetto della sua fama racconta molto di quanto Napoli in realtà sia stata una vetrina per molti artisti italiani.

La chiesa di Sant’Anna dei Lombardi rappresenta una testimonianza del rinascimento fiorentino a Napoli.

Venne fondata nel 1411 da Gurello Origlia protonotario di Ladislao d’Angiò per i padri olivetani e deve il suo nome al fatto che nel 1799 fu ceduta all’arciconfraternita dei Lombardi che aveva perso per inagibilità la propria chiesa dedicata a Sant’Anna.

L’edificio è a navata centrale e vede ben cinque cappelle a lato più altre quattro nel presbiterio. Tra quelle più imponenti vi è la cappella Correale, la Tolosa e la Piccolomini.

indexIl complesso monastico è ricco di rimandi all’arte fiorentina e l’esempio più imponente è rappresentato dalla Sacrestia dei Vasari.

Nel 1545 Giorgio Vasari affrescò l’intero refettorio, in fondo alla navata centrale. Il ciclo di affreschi è poi accompagnato da tarsie lignee eseguite da Fra Giovanni da Verona che raccontano una Napoli d’altri tempi.

Quest’ambiente dai tesori davvero unici purtroppo è lasciato alle intemperie. Ci sono le infiltrazioni delle cupole che non risparmiano gli affreschi e servono fondi per allestire il museo interno completamente vuoto perché i bassorilievi e i dipinti intanto restano nei depositi della chiesa in attesa del completamento dei lavori.

Ma è davvero tutta carta sporca?

Ci vogliono programmi di rivalutazione, percorsi artistici che facciano conoscere queste perle in maniera più incisiva e magari far rendere conto a più persone di ciò che abbiamo e che non ci sappiamo tenere.

E poi vedremo che no. Carta sporca proprio non è.

 

 

Simona Barra nasce a San Giorgio a Cremano 22 anni fa. Ha studiato al liceo classico Garibaldi di Napoli e ora frequenta la facoltà di Giurisprudenza presso la Federico II. Appassionata di cinema, musica, libri e sport ha iniziato quest'anno la collaborazione con il Domenicale News.