Con le pinne, fucile e gli occhiali a specchio

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L’estate, è risaputo, comincia nel momento in cui Bruno Vespa manda in onda il primo servizio sul caldo, con annesso anziano appoggiato alla fontanella del paese, ma, da quest’anno e nei secoli dei secoli (amen!), oltre alla puntualità da orologio svizzero di Vespa, dovrete sorbirvi anche il mio articolo di inizio estate. Pertanto, signore e signori, annuncio vobis ‘la staggione’!

Voi lettori non potete saperlo ma, vi assicuro, il direttore de Il Domenicale News è un sadico latente che si diverte a torturare i giornalisti: questa mattina ero in spiaggia completamente impegnata a non essere impegnata quando ho ricevuto un suo messaggio in cui esordiva dicendo “Sarè, lo so che ti stai rilassando ma…”.

Ecco. Vi avevo avvisati, una brutta persona.

Il messaggio continuava con delle specifiche sull’articolo che vi apprestate a leggere, il tema, ormai, vi sarà anche abbastanza chiaro. Prometto che non vi tedierò con consigli sul caldo, su come evitare il caldo, su come sopravvivere al caldo o su come affrontare le ore più calde, sennò il povero Bruno cosa ci sta a fare?

Ciò di cui sono stata incaricata di raccontarvi riguarda il carnevale di persone che, volenti o nolenti, diventerà protagonista o figurante forzato all’interno della commedia stagionale della vostra estate. Perciò, quando vi accingerete ad infilare la punta del vostro ombrellone nella sabbia rovente e, molto patriotticamente, sussurrerete a mezza voce la fatidica frase “io ribattezzo questa terra…” ecc, date prima una rapida occhiata alla ‘fauna’ circostante e chiedete a voi stessi: “sono davvero queste le persone con le quali voglio passare l’intera giornata?”.

Procediamo per categorie? Massì, chè tanto gli elenchi piacciono a tutti.

Il cafonauta: il vocabolario Treccani lo definisce come colui che “si improvvisa uomo di mare senza averne la preparazione necessaria”.  E’ il wannabe Corto Maltese o anche Capitano Nemo, un uomo che ha fatto della polo a righine bianche e blu un dogma della navigazione, credendo che basti l’outfit giusto per eccellere in ogni circostanza. Noncurante della terza legge della dinamica di Newton, delle reazioni uguali e contrarie degli altri naviganti esperti che sono costretti a subire le sue cafonate da cafonauta, il soggetto appartenente a questa categoria riesce a collezionare ogni estate una serie di ingiurie ed inviti a recarsi a quel paese che tutti conosciamo bene e che non ha bisogno di ulteriori specificazioni.

Perchè evitarlo: se non avete voglia di sorbirvi i suoi racconti da marinaio navigato, di quella volta che ha arpionato un luccio gigante sulla costa di Palinuro e poi lo ha legato dietro il suo motoscafo, trascinandolo fino al porto atteggiandosi a Santiago de Il vecchio e il mare di Hemingway. Nel caso, evitate di provare a spiegargli che i lucci sono pesci d’acqua dolce. Anche con wikipedia alla mano avreste torto.

Gli ormonauti: “Dottore caro, mi sento depresso, già condannato all’ennesimo amplesso” cantava Renato Zero. Le coppiette arrapate, anche detti “ormonauti” si sono guadagnate a mani basse un posticino nella nostra classifica estiva. Giovani e belli come gli eroi di Guccini, si perdono in costanti strusciatine e palpatine reciproche. Hanno un unico aspetto positivo: fanno economia di spazio. Per poter stare più stretti occuperanno un unico telo mare, anche perchè, solitamente, il secondo lo utilizzeranno per coprirsi credendo in questo modo di riuscire a nascondere ai vicini di ombrellone cosa sta accadendo sotto quell’asciugamano. Imbecilli, vi vediamo comunque!

Perchè evitarli: se volete vedere un porno ben fatto, vi consiglio YouPorn, Xhamster e, per i più fantasiosi, TubeGalore nelle categorie BSDM e similari.

I selfisti: anche detti “amò, vieni qua, facimmc nu selfie!”, rappresentano una delle categorie maggiormente detestate. Attenzione, non mi riferisco a chi scatta una foto una tantum ma a chi vive letteralmente come se il cellulare fosse il prolungamento del suo braccio e, dato che non sempre il prolungamento naturale dell’avambraccio basta a raggiungere la lunghezza desiderata, si attrezza anche con tutta una serie di stratagemmi fantasiosi: bastone per i selfie, flash per fotocamera interna, filtri instagram come se non ci fosse un domani. Tendenzialmente non sarebbe una categoria da evitare, se non fosse per il fatto che, per il motivo che vi spiegherò di seguito, dovrebbero andare in giro con una liberatoria da far sottoscrivere a chiunque si trovi involontariamente nel mirino delle loro temibili fotocamere interne.

Perchè evitarli: se non volete trovarvi all’interno di millemila foto scattate da sconosciuti che sorridono in primo piano mentre voi state addentando la fetta di cocomero o vi state aggiustando il costume che vi si è arrotolato in mezzo alle natiche.

I Big Jim: gli appartenenti a questa categoria vanno al mare rigorosamente soli o accompagnati da una categoria a loro compatibile ossia un selfista o un altro big Jim. Orgogliosi del fisico che hanno passato tutto l’inverno a scolpire, arrivano al mare senza ombrellone, non sono lì per l’ombra. Armati di telo e crema super abbronzante, li riconosci perchè arrivano in spiaggia con un microcostume nero as usual e già abbronzati per via delle lampade, con un colorito che va dal marrone Carlo Conti all’arancione Donald Trump. Si stendono al sole e ci restano per diverse ore, immobili come lucertole e, se non hai un indice di massa corporea con la percentuale di massa grassa al di sotto del 18%, non si disturbano nemmeno a guardarti.

Perchè evitarli: c’è davvero bisogno di specificarlo?

I bagnanti piagnanti: i figli, si sa, sò piezz e cor, però, se si potessero avere in modalità ‘silenzioso’ sarebbe ancora meglio. Che non me ne vogliano le neo-mamme ma d’estate con l’afa ed il sole a picco, è scientificamente provato che il livello di pazienza scende di parecchio rispetto al resto dell’anno. Bambini che piangono, bambini che strillano con annessi genitori noncuranti del ‘fastidio’ che causano agli altri bagnanti, sono una delle categorie da evitare. Quindi, quanto state per ‘appizzare’ l’ombrellone, se vedete una piscinetta gonfiabile piena d’acqua, una coppia di braccioli ed una miriade di attrezzi da mini-fravcatore quali pale, secchielli, rastrelli e formine di plastica, vi converrà allontanarvi leggermente dai pargoli in zona. Non di molto, diciamo che vi basterà spostarvi un po’ più in là per mantenere una distanza di sicurezza minima. Tipo cambiare spiaggia.

Perchè evitarli: per colpa dei genitori che, giustificati dal fatto che, ovviamente, meritano un po’ di relax anche loro, in nome della siesta, lasciano che i figli urlino come delle amazzoni in guerra, ignorando completamente i vicini di ombrellone che magari, poverini, avrebbero anche loro bisogno di rilassarsi un po’.

I bordellisti: ultimi ma non ultimi nella nostra classifica dei peggiori vicini di ombrellone di tutti i tempi, i bordellisti sono quelli che partono da casa attrezzatissimi ed arrivano in spiaggia con un’unica intenzione: fa burdell. Racchettoni, super santos, reti da montare in acqua, casse per cellulare e chi più ne ha, più ne metta. Queste allegre comitive che si muovono in branco alla ricerca della zolla di spiaggia più ampia da ‘conquistare’, rappresentano l’incubo peggiore di chiunque voglia soltanto godersi la pace. Se sosti sul bagnasciuga rischi una pallonata o di essere investito da un’onda anomala causata da un improvvisato tuffo triplo salto mortale carpiato all’indietro. Non farai nemmeno in tempo a chiederti come avrà fatto ad eseguirlo in un metro d’acqua che ti arriverà l’onda anomala successiva.

Perchè evitarli: perchè potrai guardarli in cagnesco per ore ma, probabilmente, prima o poi riuscirebbero a risucchiarti nel vortice del sette si schiaccia in acqua o della partita di calcetto sulla sabbia rovente.

Queste macro-categorie possono essere a loro volta suddivise in miriadi di micro-categorie, ognuna di esse riveste un livello differente nella scala Mercalli degli scassambrell. Per ragioni di tempo e spazio non è possibile elencarle tutte, soprattutto per non finire anche noi de Il Domenicale nella categoria degli scienziati, di quei “filosofi e profeti, so dieci like e tre commenti” di cui canta Clementino.

Avete comunque tutta l’estate davanti per scoprire tutte le cinquanta sfumature di pazienza di cui siete capaci. Attenzione a non prendere spunto dall’affascinante Mr Grey però, ricordate sempre che ignorantia legis non excusat e che in Italia, anche malmenare i cuozzi, è reato.

Faccio parte di quella categoria di persone che picchia le cose quando non funzionano. E poi chiede loro scusa. Di conseguenza, le mie storie sentimentali non terminano con piatti rotti ma col diradarsi delle telefonate. Raccolgo i miei viaggi sul frigorifero. Ho paura del buio e degli angoli, come quella scena di Mulholland Drive. Alla vita non ci penso mai. Perché, se pensi alla vita, poi dici le cose banali sulla vita, tipo "eh, ma la vita è così". Ma la vita non è mai così. La vita ci si avvicina, a così. Ah, non ho mai schiacciato un insetto. Beh, forse qualcuno sì ma molto raramente, solo di notte, e mai un ragno. Lo so, è una forma di razzismo. Una volta ho fatto il contrario e sono stata redarguita dagli eventi. Prima di andare a dormire ho visto un millepiedi nella mia stanza. L'ho lasciato lì, dicendomi: 'tanto dove può andare?'. Il mattino dopo mi sono infilata le scarpe e ho sentito un rumore croccante. Ho avuto l'alluce colorato di viola per tre giorni. Sono tanti i posti in cui mi piacerebbe andare. In Islanda, in Giappone, in Antartide. Nel posto più rumoroso del mondo e nel posto meno rumoroso. Nei posti delle storie: le foresta, il bosco, il deserto, l'isola tropicale, la tundra, la giungla. Nei posti che non hanno nome. Spero che un giorno riusciranno ad inventare il teletrasporto con la riproduzione casuale.