Contro le élite

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di Rosario Pesce

È evidente che le élite sono il vero nemico del popolo o, almeno, così sembra.

Ed è, altrettanto, ovvio che la Sinistra, in Italia come in Europa, ha perso le elezioni degli ultimi mesi perché è apparsa troppo debole verso le élite, dimenticando i bisogni di quei milioni di diseredati che hanno subito un grave danno dalla globalizzazione successiva alla caduta del Muro di Berlino.

In tal senso, appare giusta la riflessione di Massimo D’Alema, che sostiene la debolezza cronica dello schieramento progressista, visto che – nonostante le recenti, pesanti sconfitte – non è in grado di svincolarsi da uno schema di lettura che premia la Destra populista e determina la batosta di chi osa, ancora, definirsi progressista.

Cosa deve fare, allora, la Sinistra?

Abbracciare anch’essa il populismo e, dunque, prendere le distanze da quanti, al suo interno, hanno sostenuto per anni le ragioni della globalizzazione e del precariato?

È ovvio che la Sinistra è nata per difendere i più deboli ed, in tal senso, deve tornare a svolgere la mansione che la storia le ha assegnato.

Ma, sarà capace di fare palinodia degli errori commessi negli ultimi due decenni?

Certo è che devono cambiare uomini, leadership, programmi, modalità di lettura del reale.

Ed è, altrettanto, evidente che chi è stato responsabile dei fallimenti degli ultimi anni deve fare un passo indietro, se vuole – per davvero – bene alle ragioni della Sinistra, a meno che non voglia continuare ad anteporre gli egoismi agli interessi di un mondo tanto composito, quanto seducente.

In tale prospettiva, sembra fuori da ogni logica il fatto che Renzi continui a proporsi come salvatore della patria, nonostante si possa intestare a lui buona parte delle motivazioni della sconfitta dello scorso 4 marzo.

Forse, il PD ed il Centro-Sinistra, in Italia, non sono capaci di voltare pagina?

O, molto probabilmente, le classi dirigenti della Sinistra italiana continuano a non saper leggere il mondo e si ostinano a comportarsi come quelle élite che non vogliono prendere atto che un capitolo di storia si è concluso e che bisogna andare oltre i limiti denunciati per troppo tempo?

 

Dirigente scolastico, dapprima nella secondaria di primo grado e, successivamente, nella secondaria di II grado. Gli piace scrivere di scuola, servizi, cultura, attualità, politica. I suoi articoli sono stati già pubblicati da riviste specialistiche, cartacee ed on-line, e da testate, quali: Tecnica della scuola, Tuttoscuola, Edscuola, Ftnews, Contattolab.