Da San Pietroburgo a Caserta il Cyfest, fusione tra arte e tecnologia

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di Gemma Delle Cave

Dal 22 giugno al primo luglio 2018, il suggestivo scenario della reggia di Caserta ospiterà la tappa finale dell’undicesima edizione del Festival di arte e tecnologia russo “Cyfest”, essendo questo anche l’anno della cultura russa in Italia. Alla sua prima volta sul suolo italiano, il Cyfest (o Cyberfest), partito a novembre 2017 da New York, metterà in contatto 13 artisti, tra italiani e russi, con installazioni interattive, sculture cinetiche, video proiezioni ed intelligenze artificiali.

Anna Frants, Elena Gubanova e Isabella Indolfi hanno curato l’esposizione, che sarà allestita nelle Retrostanze del ‘700 degli appartamenti nobili della reggia, e sarà gratuita esibendo il biglietto degli appartamenti storici. Il festival viene organizzato annualmente dal Cyland Media Art Lab, un’organizzazione no profit attiva da 11 anni, che ha come scopo investire in nuove forme d’arte “tecnologiche”. È riuscita a creare dei collegamenti culturali tra la Russia ed il resto del mondo, ospitando ben 236 artisti e 37 curatori dalle più disparate nazionalità.

Perciò, per la Campania questo sarà un evento unico, che vedrà una collaborazione tra più enti sul territorio: la Regione, il Museo MADRE, Città della Scienza e Fondazione Banco Napoli. Ma anche varie associazioni ed artisti partenopei vi parteciperanno, in un programma che sarà piano piano rivelato.

Il tema di quest’anno è “Weather Forecast: Digital Cloudiness” (Previsioni del tempo: Nuvolosità digitale). In esso è implicita la metafora della Natura, vista come qualcosa di ignoto e nuvoloso, di non sempre ben distinguibile e controllabile, che l’uomo ha preteso di domare, fino a causare i cambiamenti climatici, che si potrebbero definire come la ribellione della Natura stessa ai mutamenti imposti. Inoltre, l’uomo se da un lato è stato aiutato da tutte le sue conquiste ed invenzioni per prevedere la Natura ed agevolare la sua vita, dall’altro vi si è smarrito dentro, perdendo il suo lato più intimo e umano. L’unico che sa sfruttare il digitale in modo consapevole è l’artista, il quale cerca di “riumanizzare” l’uomo grazie all’arte e alla sua bellezza con la mediazione della tecnologia.

Adora l’arte e i viaggi, cui si dedica appena ho del tempo libero. Parla due lingue, inglese e francese, e sta imparando la terza. Leggere è il suo pane quotidiano: ha una piccola libreria piena di grandi classici, una continua fonte di ispirazione per lei. Dipingere è la sua passione da sempre, tanto che si può dire sia nata con matite e pennelli in mano e non avrebbe mai immaginato che, a breve, sarebbe diventata un ingegnere chimico…