Il Premio Bancarella a Torino grazie a Margherita Oggero

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Margherita Oggero, torinese, ex insegnante di lettere si è aggiudicata, domenica 17 luglio, il 64° Premio Bancarella con “La ragazza di fronte” (Mondadori).

Due vite parallele, quella de “La ragazza di fronte”, che si muovono e si sfiorano, distanti e vicinissime. Arrivato a Torino da Napoli, ancora bambino, Michele era rimasto incantato dalla bimba che leggeva sul terrazzino di fronte a casa sua. Quel terrazzino, per Marta, rifugio dal tormento dei fratelli gemelli scatenati. E la vita, da adulti, li riporta a vivere uno di fronte all’altra, ancora. Ancora a guardarsi da lontano.

Due vite che si incrociano, che cambiano in una città, Torino, che cambia con loro. Una storia d’amore, ma solo alla fine. Per tutto il romanzo, i due giovani si parlano a distanza, in un gioco di sguardi, di tende, di balconi e di cortili; col la scrittura leggera e ironica che contraddistingue la scrittrice.

Torino è il filo conduttore che lega tutti i romanzi della Oggero. Leggendoli, soprattutto per chi vive la città, si percepisce il legame forte tra l’autrice le sue radici cittadine.

Il suo primo romanzo, pubblicato nel 2002, è La collega tatuata, il debutto della professoressa – investigatrice Camilla Baudino. L’anno successivo esce Una piccola bestia ferita, seguito da L’amica americana e Così parlò il nano da giardino. Nel 2007 esce nelle librerie Qualcosa da tenere per sé, a cui nel 2008 seguono Orgoglio di classe e  Il rosso attira lo sguardo, L’ora blu  e Risveglio a Parigi. Nel 2011 è uscito il suo primo giallo per bambini L‘amico di Mizù e nel 2012 pubblica Un colpo all’altezza del cuore, proseguendo le vicende della professoressa Camilla Baudino dopo cinque anni dall’ultimo libro della serie.

Leggere i libri di Margherita Oggero è leggere Torino, riconoscerla o imparare a conoscerla ed è divertirsi con la sua scrittura poetica ma sempre leggera, veloce e ironica. E il Premio Bancarella è solo un motivo più per amare i suoi romanzi.

Iniziate, se non lo avete già fatto, da “La collega tatuata” e non la lascerete più.

Classe 72, torinese e profondamente torinista e anti-juve. Convinta notav, amante della satira e della comicità. Scrivere è tutto quello che vorrebbe fare da grande.