Il Var e la “legge” Sconcerti – Mauro.

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Il Var, la Var. Come la si vuol chiamare, la si chiami. Fatto sta che esiste, e sta ottenendo i primi risultati. La settima giornata di campionato è coincisa con la settima meraviglia del Napoli, ancora a punteggio pieno e da solo, ora, in testa alla classifica di Serie A. Eppure la Juventus aveva avuto la possibilità di tornare appaiata alla squadra di Sarri.

La partita di Bergamo messa subito in archivio, dopo appena una ventina di minuti. Poi l’errore di Buffon, per il quale Reina sarebbe stato messo sotto processo per settimane, e la partita che improvvisamente assume contorni diversi. Il secondo tempo inizia con un gol annullato alla Juve, poi il pareggio di Cristante, poi il rigore inesistente assegnato ai bianconeri, sbagliato dal nuovo Messi.

Fino a qui tutto bene. Napoli è contenta. Napoli è mediocre, perciò è contenta, dicono i giornalisti, quelli veri. Ma se Napoli è contenta di essere mediocre, il problema è di Napoli no? Forse non lo sanno che chi si fa i fatti suoi campa cent’anni. Lo scopriranno, comunque. Oltre alla Napoli mediocre, in tv, dopo il posticipo, partono teatrini su teatrini, sceneggiate, moviole, insomma tutte cose non considerate mediocri, atte a sottolineare quanto il Var stia rovinando il campionato.

E qual è il motivo esatto per cui lo starebbe rovinando? Nessuno, credo, si riferisse al fatto che alla Juventus è stato assegnato un rigore inesistente. Anche perché in questo caso, non ci sono state novità. La novità è che la Juve non ha vinto. La novità è che Lichtsteiner è apparso per quello che è. La novità è che esiste un regolamento per tutte le squadre. E, finalmente, almeno in parte, sta diventando uguale per tutti. Però, perché c’è sempre un però, dalla prossima giornata di campionato le cose cambieranno.

Secondo una nuova legge, la Sconcerti-Mauro, dal nome degli inventori, il campionato si svolgerà nel seguente modo. 1. Ci sarà, ad ogni partita di serie A (della Juventus o no), un osservatore bianconero che prenderà le decisioni arbitrali al posto dell’arbitro, al quale resterà il solo compito di annuire.2. Il Napoli non potrà segnare più di due gol a partita, perché questa media dei tre gol sta diventando imbarazzante, e soprattutto la squadra partenopea non ha merito in tutto questo, ma ha potuto usufruire di una enorme dose di fortuna, degli infortuni dei calciatori della Lazio, del fatto di avere Zielinski, e Mertens, e Hamsik, e Insigne, e Ghoulam, e Callejon, e Sarri. 3. Tutti i media dovranno sottolineare che il sistema arbitrale sta andando in rovina perché non ci sono più errori, e gli errori fanno parte del gioco, e inoltre andrà evidenziato il fatto che le partite durano di più.

Questo è grave. Le partite durano di più. Il che, per chi lavora per le reti a pagamento, rappresenta sicuramente un problema incredibile. Con una partita che dura tre ore, possono parlarne per appena quarantasette. E, a naso, mi pare che qualcosina di soldi si possa riuscire a ottenere, parlando a vanvera sul giuoco del calcio. Ultima ma non ultima, una regola per Messi, quello del Barcellona che assomiglia tanto a Dybala. Il fuoriclasse argentino dovrà, da regolamento, sbagliare due calci di rigore nel prossimo mese, in modo che il paragone ancora oggi portato avanti dai media italiani, possa mantenere la sua valenza.

Intanto i media stranieri ridono di noi, del calcio italiano, del rigore fischiato a favore della Juventus nonostante l’arbitro abbia potuto rivedere le immagini. Io il Var lo userei per far rivedere a Mauro, a Sconcerti, alla D’Amico, a Caressa, le puntate dei loro programmi, magari in compagnia di Allegri e di Agnelli. Noi, nella nostra mediocrità, ci godiamo il primo posto solitario. Che perderemo dopodomani, probabilmente. Ma volete mettere quanto è bello vedervi rosicare così?

Sono un ingegnere aerospaziale di 28 anni, appassionato di lettura, viaggi e malato del Napoli e di Napoli. La passione per la scrittura e per i viaggi mi ha permesso di aprire la mente, di non avere pregiudizi, di considerare la vita in maniera non convenzionale, e di immaginarla come un immenso viaggio tra le culture di ogni parte del mondo.