La vittoria dell’omertà: nessun partecipante alla serata anticlan a Forcella.

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Dieci persone, dodici forse, alla serata anticlan organizzata dal Comune di Napoli lo scorso mercoledi in occasione delle  «Quattro giornate con gli ideali della Resistenza, contro camorra e violenza». Nessuno spettatore presente   allo spettacolo di rassegna del «teatro civile» in via Vicaria Vecchia con versi di Enzo Decaro, musiche di Antonio Onorato e con la tammorra di Marcello Colasurdo. Vuoto l’ex cinema dove ora si trova la libreria gestita da papà di Annalisa Durante, che proprio in quelle strade ha perso la vita il 27 Marzo 2004 durante uno scontro a fuoco fra diverse fazioni della camorra. I killer volevano colpire Salvatore Giuliano, detto ‘o rosso, all’epoca del fatto diciannovenne, un nipote dei fratelli Giuliano, considerato vicino al boss Ciro Giuliano ‘o barone, cugino dei fratelli Giuliano, ucciso poi in un agguato nel 2007.

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La libreria di Giovanni Durante, dedicata a sua figlia Annalisa

In una Forcella dove regna il coprifuoco e dove, si sa, comandano le “paranze”, in lotta tra loro e soprattutto in lotta con lo Stato, non un passante, un curioso, un giovane in strada: vicoli deserti,così come deserta è stata la Piazza del quartiere Vicaria Vecchia, a due passi da quelle che un tempo erano le dimore di Lovigino Giuliano e dei parenti del boss, tanto noti alle cronache per gli spargimenti di sangue procurati nella zona. Porte chiuse a doppia mandata, negozi con le saracinesche abbassate anche prima del consueto orario di chiusura, finestre sbarrate: questo lo scenario che si sono trovati di fronte il Sindaco De Magistris  e l’Assessore alla Cultura Nino Daniele, insieme a qualche addetto ai lavori.  A nulla, dunque, sono valsi gli appelli dei rappresentanti delle  istituzioni, Daniele in primis,   a diffondere l’iniziativa e a sensibilizzare la partecipazione di tutti i cittadini del quartiere, dai più grandi ai più piccoli.

Come riportato da Colasurdo in una intervista al Corriere del Mezzogiorno, “Si è affacciata solo una vecchietta.L’ho invitata ad unirsi a noi…la sto ancora aspettando. Davvero non credevo che non si facesse vivo nessuno, ma che volete farci, là, a Forcella, c’è un certo attrito tra le paranze. Tanti di quei giovinotti vulessene venì, ma tengono ‘appaura..”.

Dove sono finite, dunque, le belle parole e i proclami dei cittadini sul fatto che Forcella vuole cambiare?  Dov’è la voglia di riscatto dei giovani del quartiere, delle mamme e dei papà che sognano un futuro diverso per i propri figli, di tutte le persone perbene che dicono di volersi “sporcare le mani” per cambiare lo stato delle cose? Dove erano, alle 9 di sera di mercoledi, tutti i commercianti che vivono e lavorano ogni giorno con la paura della camorra, della violenza, degli spari? Erano forse tutti attaccati alla Tv a guardare una puntata di “Squadra antimafia”, che andava in onda in contemporanea alla manifestazione?!

Ancora una volta, e per l’ennesima volta, è prevalsa la paura. Ancora una volta hanno vinto il silenzio e l’omertà. Ancora una volta la logica perversa del  “ mi faccio i fatti miei” ha avuto la meglio, se di “meglio” si può parlare, in questo caso.

Le istituzioni questa volta, però, sembrano proprio non volersi fermare. L’assessore Daniele fa sapere che a fine mese verrà lanciata una nuova iniziativa, sempre a Forcella e sempre per la gente del quartiere. E l’ assessore alla legalità Alessandra Clemente annuncia: “Non ci fermiamo qui. Da Natale fino all’estate prossima vogliamo coinvolgere gli abitanti con una serie di appuntamenti di cultura popolare”. E speriamo che per le prossime iniziative la partecipazione possa essere più significativa. Solo con una vera sensibilizzazione e solo scendendo in piazza si può pensare ad un vero riscatto. Per la città e per chi ci vive.

Classe ’85, una laurea specialistica in Economia e gestione delle imprese nel cassetto e un tesserino da giornalista pubblicista nel portafogli. Permalosa e testarda, non perde occasione per “fare polemica” ed è definita dai suoi amici come una “presenza che si fa sentire, una che pensa una cosa e ne fa cento”. Cattolica, appassionata di musica e libri, adora stare in mezzo alla gente. Si è avvicinata al giornalismo nel 2008 quasi per caso e da allora non lo ha più lasciato: scriverebbe sempre (se solo glielo lasciassero fare!). Ha una insana passione per la politica e per il territorio in cui vive.