L’affaire dello smaltimento criminale dei rifiuti non è mai finito.

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di Franco Ortolani

Difensori dei beni comuni, delle risorse naturali di importanza strategica per i cittadini di oggi e di domani come suolo, acqua, aria e traditori dello Statuto della Regione Campania

Chi tutela e chi valorizza, chi inquina e chi controlla, chi ha inquinato e non ha controllato.
La Campania è ricca di risorse naturali e ambientali di importanza strategica per l’assetto socio economico e per la vita dei cittadini di oggi e di domani. Acqua, suolo tra le principali.
Elementi naturali facilmente modificabili anche in seguito ad azioni criminali effettuate per guadagnare con attività predatorie.

E’ dovere di coloro che amministrano il territorio garantire la tutela, conservazione e valorizzazione di queste risorse. Lo Statuto della Regione Campania impone tali attività.
Dal 1971 al 2009 la Regione Campania si è dotata di uno statuto (Legge 22 maggio 1971,  (Legge 22 maggio 1971, numero 348, “Approvazione, ai sensi dell’articolo 123, comma secondo della Costituzione, dello statuto della regione Campania) che elencava gli obiettivi della regione. Per esempio, all’articolo 4, recita: “assicura in concorso con le altre Regioni la rilevazione, il controllo e la migliore utilizzazione delle risorse idriche, per l’irrigazione e per tutti gli altri usi civili”, a all’articolo 5 si legge “La Regione promuove la piena valorizzazione del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico, quali beni essenziali della Campania, e concorre a tutelarli.

In particolare: adotta le misure necessarie a conservare e difendere l’ambiente naturale, anche attraverso la costituzione di parchi e riserve e la tutela delle caratteristiche ecologiche; attua piani per la difesa del suolo e del sottosuolo e per eliminare le cause di inquinamento sia atmosferico che delle acque”; all’articolo 7, in ordine alla tutela della salute, leggiamo che “La Regione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e della collettività con particolare riguardo ai problemi della  prevenzione e dell’infanzia”.

Dal 2009 poi, la Regione ha approvato un nuovo Statuto che impone l’adozione di sistemi di garanzia della sicurezza alimentare e degli interessi dei consumatori, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del territorio, delle risorse naturali, il riconoscimento dell’acqua, dell’aria e del vento come beni comuni dell’umanità di valore universale indirizzandone l’utilizzo all’interesse pubblico.
Se ignoti hanno disseminato mine inquinanti nella Piana Campana e in altre parti del territorio regionale (naturalmente in maniera criminale e senza lasciarci una mappa di dove e di che cosa è accaduto) è  palesemente stato fatto perché queste attività criminali hanno consentito notevoli guadagni diabolici ai produttori di rifiuti non urbani (che risparmiavano sul loro smaltimento) e ai criminali che hanno trasportato e smaltito i rifiuti e naturalmente a coloro che dovevano vigilare e tutelare sulle risorse ambientali e naturali e sulla salute dei cittadini.

Lo smaltimento criminale dei rifiuti viene effettuato nel quadro di una consolidata filiera che dal produttore coinvolge i trasportatori, i proprietari dei terreni e i controllori istituzionali. Tutto questo è ben noto da molti anni.
E’ un fatto palesemente voluto e”tollerato”.
Il giro d’affari criminali è stato ed è enorme e si è protratto per molti anni e pare che non sia ancora finito. E’ stato necessario garantirsi l’immunità  o quasi di queste operazioni criminali facendo in modo che i controllori istituzionali e i difensori dell’ambiente, delle risorse e della salute fossero lungamente distratti.
L’ambiente inquinato causa maggiori possibilità di ammalarsi rispetto ad un ambiente non inquinato?
Dire di no è quantomeno strano.
I prodotti della terra sono sani come in un ambiente non inquinato? Dire di no è pure strano.
Naturalmente i prodotti non sono buoni solo se prodotti su terreno inquinato e se le piante assumono sostanze inquinanti!

Le mine inquinanti disseminate qua e la tendono ad esaurirsi da sole oppure sono e saranno causa di una ulteriore propagazione degli inquinanti? I prodotti delle combustioni criminali di rifiuti non urbani “arricchiscono” il terreno e l’aria, fanno bene o fanno male?
E i prodotti delle combustioni autorizzate dagli uomini come quelle degli inceneritori e impianti di produzione di energia elettrica, fanno bene o fanno male alla qualità dell’aria, della terra e dell’acqua e alla salute?
Dire di no mi sembra pure strano!
Ne discende che in una terra urbanizzata che continua ad essere un vero monumento della natura, terra fertile facilmente coltivabile, acqua superficiale e di falda disponibile, clima mite che in poche parti del mondo si trova, si deve disperdere il meno possibile materiale inquinante per via aerea, sul suolo, nel sottosuolo e nelle acque.
E’ un obbligo verso la natura e lo statuto regionale.
Non si può inquinare il suolo, l’acqua e l’aria come se la piana campana come fosse un deserto disabitato!
Quindi?
La riduzione al massimo del materiale di scarto, il riciclaggio e il riuso sono vie obbligate, non ideologiche.
La difesa ad oltranza degli acquiferi, grandi serbatoi naturali che garantiscono decine di metri cubi al secondo di acqua potabile, risorsa strategica indispensabile per l’alimentazione umana oggi e domani.
Difesa ad oltranza non solo per evitare l’inquinamento da cause antropiche sugli acquiferi stessi (cosa che ancora oggi non si garantisce) ma anche per scongiurare che attività improprie, come quelle petrolifere, effettuate sui grandi serbatoi naturali possano inquinare i bacini sotterranei irreversibilmente come potrebbe avvenire nel Vallo di Diano, sui Monti della Maddalena tra la Campania e la Basilicata nei permessi di ricerca Monte Cavallo e Tardiano a cui la Regione Campania è obbligata ad opporsi nel rispetto dello statuto regionale.
Lo Statuto Regionale è chiaro e deve vincolare almeno moralmente coloro che ci amministrano.

Ciò può accadere, non ci si può illudere, solo se i cittadini esercitano un pressante controllo su coloro che sono eletti.
Come si è fatto finora non va bene: si è arrivati alla terra dei fuochi sotto gli occhi dei responsabili istituzionali (civili, militari eletti e non).
Si è arrivati all’operazione deviata di Stato detta emergenza rifiuti in Campania con la partecipazione attiva di qualche presidente della regione come Commissario con poteri speciali per “tradire” proprio lo statuto regionale!
E oggi?
Perché avvengono ancora i roghi tossici?
Da dove provengono i rifiuti non urbani che appestano aria e suolo e danneggiano la salute?
Perché non si tronca la filiera criminale dello smaltimento diabolico dei rifiuti non urbani? Non si può troncare?
Perché? Sui rifiuti i parassiti (non solo quelli animali) continuano a lucrare nell’oscurità.
Vi sono ordini nascosti per non intervenire e risanare antropicamente il territorio?
E’ oppure non è possibile tutelare ambiente, risorse e salute?
Interessi puliti e non puliti, palesi e nascosti, strategie locali e nazionali si intrecciano.
C’è chi doveva controllare e non lo ha fatto; c’è chi ha inquinato e lo fa ancora.
Chi non ha adeguatamente controllato il territorio ora lo sta facendo?
Oltre alle campagne pubblicitarie il problema c’è.
Appare evidente che rende di più elettoralmente continuare a tenere in ostaggio il territorio e i suoi cittadini.
Non è la prima volta!
Ai cittadini non rimane altro che affidarsi a “speriamo che io me la cavo”, per ora!
Poi pensare molto bene che fare alle prossime scadenze elettorali.
Un voto per il pieno rispetto dello statuto regionale; un voto e poi un controllo sull’operato degli eletti!
Pensando sempre che è impossibile che coloro (o i loro eredi) che hanno governato e hanno condotto a situazioni tipo terra dei fuochi siano in grado e abbiano la libertà di agire come difensori trasparenti di tutti i cittadini, delle risorse ambientali e della salute.

Ordinario di Geologia, attualmente a riposo, docente del Master in Pianificazione comunale presso l'Università Federico II di Napoli, Associato all'istituto CNR-ISAFOM. Ambiente e uomo, che fa l'uomo sull'ambiente, che fa l'ambiente sull'uomo i settori di interesse.