Lettera al Capitano

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Capitano,
chi ti scrive è un tifoso del Napoli a cui manchi maledettamente.
Manchi a me, a noi, quanto a te manca quel gol.
Quel gol attorno al quale tutto gira.
Sei arrivato qui ragazzino, ma ci siamo innamorati subito di te.
Perché avevi la spensieratezza di un ragazzino, la faccia tosta di un ribelle, la personalità di un trentenne.
E tu ci hai ripagato con le tue giocate, coi tuoi gol, con la tua disinteressata fedeltà, caratteristica più unica che rara da trovare nel calcio di oggi.
Col passare degli anni, sei stato caricato di responsabilità.
Da noi.
Dalla fascia di capitano.
Dal tuo sconfinato talento.
Eppure ci sono stati momenti di buio.
E ti hanno accusato di mancanza di personalità.
Di sparire nelle partite importanti.
Di non esserci quando servirebbe davvero.
Non mi metterò elencare quello che hai fatto per il Napoli.
Però giusto un paio di sassolini dalle scarpe, è giusto toglierteli.
Ricordaglielo, a quelli là, di Juventus-Napoli 2-3, o di Villareal-Napoli, due volte, o del gol in Turchia, o della partita a Wolfsburg.
O ancora del gol al Milan dopo una cavalcata lunga quanto tutto il campo.
O dell’assist a Insigne nella notte di Madrid.
O di quello a Mertens, al ritorno, al San Paolo.
È innegabile che tu sia uno che l’ansia la soffre in determinate situazioni.
Più che ansia, il peso della responsabilità di essere così forte.
Di essere considerato il più forte.
E ora, a un gol da Maradona, dalla divinità assoluta di questo sport, la porta si restringe, e non la vedi più.
E sei annebbiato, è chiaro.
Ed è completamente comprensibile.
Sei arrivato alla porta dei sogni.
Ad una firma indelebile sulla storia di questo sport.
Sulla storia di questa città.
Dire qualcosa tipo “cerca di non pensarci” non avrebbe alcun senso.
Più si prova ad allontanare ciò che ci provoca ansia, più l’ansia sale.
E la porta si stringe sempre di più.
Ma non è il momento di mollare.
Non adesso.
Nemmeno quello di reagire, però.
Devi solo essere te stesso, e le cose arriveranno con naturalezza.
Arriverà un gol, casuale o meno, e tutto tornerà al suo posto.
Ti rivedremo brillare, ti rivedremo essere faro.
Ora nemmeno tu vedi la luce in fondo al tunnel.
Perché di solito sei tu ad illuminare tutto.
Ora è buio, ma lo spiraglio c’è.
E, quando vedrai quella rete gonfiarsi, sarai alla pari con la divinità più grande.
Negli annali, al primo posto, non ci sarà più il nome di D10S, ma quello di un ragazzo con la cresta venuto dall’est Europa.
Marek Hamšík da Banská Bystrica.
Un segno nella storia.
Una candidatura a Re.
Ce l’avremmo anche noi l’ansia, al posto tuo.
Ce l’abbiamo già ora, per te.
Ogni volta che ti arriva il pallone e sembra l’occasione giusta, il tempo si ferma, e speriamo solo che quella palla vada dentro.
Come siamo sicuro capiti a te.
Quando ci pensi troppo a come far andare le cose bene, andranno sicuramente male.
Ma tu sei in grado di girarle come vuoi, senza nemmeno rifletterci.
Perciò, prenditi quello che è tuo.
Dicono che l’attesa aumenti il piacere.
Allora ti aspettiamo, capitano.
Per brindare con te.
Per scrivere insieme questa storia.
Forza, Capitano.

 

Sono un ingegnere aerospaziale di 28 anni, appassionato di lettura, viaggi e malato del Napoli e di Napoli. La passione per la scrittura e per i viaggi mi ha permesso di aprire la mente, di non avere pregiudizi, di considerare la vita in maniera non convenzionale, e di immaginarla come un immenso viaggio tra le culture di ogni parte del mondo.