Lo sputtanapoli, sport solo italiano.

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  • di Luca Delgado  #lucadelgado
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Nella foto : Luca Delgado

Mi piacerebbe chiarire un po’ di cose. Parto dalla premessa che Napoli abbia molti problemi (che nessuno vuol nascondere) e che il sottoscritto non abbia nulla da guadagnare nel difendere costantemente questa città: non mi candido a nessuna elezione, non sono iscritto a nessun programma che mi porti introiti con i click. Sono solo uno scrittore napoletano che usa l’arma che meglio conosce, la parola. E quindi mi perdonerete se ogni tanto compaio sulle vostre bacheche con post seriali (come “ah no è Napoli” o “veniteci a salvare”).
Voglio dirvi il perché.
Viviamo in un periodo in cui Internet e i Media ci consentono di fare paragoni ed è proprio grazie a questi paragoni che non accettiamo più certi comportamenti e che ne imitiamo altri positivi visti altrove. È al contempo innegabile tuttavia, che i media, Internet in testa, sfruttino alcune tipologie di notizie per aumentare ascolti e/o click. Siamo abituati ormai ad un piccolo angolo di tetta, ci basterà cliccare per vederla tutta. Siamo assuefatti ormai dal “condividete tutti devono sapere, notiziashock, mammro’carmin'”, ed è più forte di noi, clicchiamo lo stesso. Ebbene, Napoli in questo senso è a metà strada tra una tetta e un mammro’carmin'”. E cioè se le trasmissioni e i siti internet vendono notizie, Napoli è sicuramente un ottimo prodotto, molto redditizio e perché no, di facile smistamento (leggasi condivisione). Noi napoletani siamo tra i più permalosi del web, che c’è di male, non credo che uno di Casalpusterlengo si senta così attaccato a Casalpusterlengo da difenderla a spada tratta. Cioè non ho mai sentito parlare di orgoglio di Casalpusterlengo, ma magari mi sbaglio.
Ricordate Selvaggia Lucarelli quando parlò all’indomani della scomparsa di Pino Daniele? Accusò i napoletani di fare una sceneggiata per ogni cosa. Ebbene quel suo post ha avuto più click in assoluto rispetto a tutti gli altri post nello stesso mese. Vi sembra casuale?
Ecco, diciamo che difendere Napoli (quando si verificano attacchi gratuiti) è per prima cosa un atto dovuto per chi ama la verità o intende ripristinarla.
Difendo Napoli, proponendo paragoni con altri luoghi perché:
1) Perché avere una visione globale significa comprendere che certi problemi come i reati, la sporcizia e il traffico esistono in tutte le metropoli al mondo. Io però non ho mai sentito bollare “New York città indecorosa”, e vi assicuro che alla stazione Jamaica ho visto famiglie di topi e cumuli di spazzatura (cito Jamaica perché è quella a cui si arriva da turisti, via aeroporto). Si potrebbero fare centinaia di esempi, il fatto che vi siano problemi in altri luoghi non ci solleva dalle nostre responsabilità, ma ci fa solo comprendere che definire Napoli indecorosa non è corretto, non è giusto, non è vero.
2) Perché quando una cosa accade altrove, la notizia si limita a riportare il fatto in sé. Una rapina a Milano è una rapina. Una rapina a Napoli è una rapina in una città che versa nel degrado, indecorosa, con un DNA di Camorra, il cui dato costitutivo è la criminalità. Un vandalo che rompe un pianoforte a Cagliari è un vandalo. Da noi diventa un vandalo (probabilmente camorrista) che a causa del degrado sociale in cui versa la città, a causa della cattiva amministrazione, a causa dello scarso controllo delle forze dell’ordine, ha distrutto un pianoforte perché tanto a Napoli non funziona niente.
3) Perché è innegabile che i criminali grandi o piccoli di Napoli abbiano interesse a che le cose non cambino. Questa sarà pure la scoperta dell’acqua calda, ma facciamo attenzione. I criminali usano frasi come “qui le cose non cambiano mai”, “è sempre stato così”, “Napoli è questo”. Accettare queste loro affermazioni, senza proporre una visione d’insieme, senza contrastarle, senza impegnarsi, significa dargliela vinta e arrendersi e fare il loro gioco. Diciamo che io non mi sono arreso.
4) Perché se passa il messaggio che le cose sono così “perché sono sempre state così” e non vi sarà mai cambiamento stiamo consentendo che si dica la cosa più tragica per la nostra terra. Significa negare il futuro e tutte le declinazioni del futuro. Io il cambiamento lo sto vedendo e lo voglio alimentare, perché ho deciso di vivere qui e non posso pensare di vivere una vita senza lottare.
5) Perché tra un po’ si entra nel vivo della campagna elettorale. E com’era prevedibile, cominceranno ad usarci, hanno già cominciato, a parlare e straparlare di noi, soprattutto male. Ma voi non siete stanchi di essere usati?
Ultimo punto, poi prometto di starmene buono buono (ma non troppo) per un po’: io ho un paio di occhi funzionanti e giro la città tutti i giorni, dal Centro Storico a Scampia, da Mergellina a Fuorigrotta e so benissimo che questa città non è perfetta e che c’è un lavoro enorme da fare. Eppure questo non ha impedito che Napoli si riempisse di turisti provenienti da ogni parte del mondo. E sapete perché?
Perché di Napoli, fuori dall’Italia, si parla bene da parecchi anni. Il viaggiatore esperto sa bene che una metropoli ha dei problemi, e soprattutto non guarda la RAI, non legge i giornali nostrani, non sa manco chi minchia sia Selvaggia Lucarelli. Lo sputtanapoli a ben guardare è uno sport solo Italiano.
Chissà perché.
A presto amici e Viva Napoli. Sempre.

Questo è il post pubblicato su Facebook da Luca Delgado lunedi 3 Novembre 2015.

Dopo poche ore, nella mattinata di martedi, è arrivato, puntuale come non mai, un post di Selvaggia Lucarelli, che non perde occasione per parlare di Napoli, e che sembra quasi rispondere alle parole di Delgado.

Ve lo riportiamo integralmente…a voi le conclusioni.

Selvaggia Lucarelli scrive: Mi ero persa la polemica Giletti vs Napoli, ma ho recuperato e devo dire che sono allibita. Giletti aggredito e insultato sui social perchè avrebbe infangato Napoli. La frase incriminata è:
“Voi iniziate a far andare avanti la vostra città che è indecorosa in certi punti. Se lei esce dalla centrale della stazione uno trova immondizia in tutti i vicoli”.
Bene. Vorrei capire cosa avebbe detto Giletti per scatenare le furie partnopee. Dire che la città è sporca, per una parte di Napoli, è lesa maestà. A infangare Napoli è Giletti, mica l’immondizia. Ora, la stessa cosa è capitata più volte a me. Parli di Napoli sollevando questioni sulla città o su qualunque cosa riguardi Napoli e i napoletani e scoppia il putiferio. C’è gente che siccome mi sono permessa di dire che Napoli non doveva PRETENDERE i funerali di Pino Daniele mi ha tolto il saluto. Personaggi locali che non perdono occasione per insultarmi o deridermi sui loro canali perchè ormai hanno deciso che odio Napoli e cazzate del genere. (che poi in radio io lavoro con due napoletani e la mia più cara a mica è di Avellino, pensate quanto schifo i napoletani e la Campania) E mi spiace dirlo ma questo accade solo con Napoli. Se tu critichi qualcosa che riguarda Napoli, tu odi Napoli e non se ne esce. Sono mesi che si parla di Roma, si dice che la città faccia schifo, sia allo sbando e così via e non ho sentito un romano dire: “Odiate Roma”. I romani sono i primi a lamentarsi o, addirittura, a fare autorironia sulla loro città. Amici napoletani, se volete che le cose cambino dalle vostre parti, i primi a cambiare dovete essere voi. Basta vittimismo, che di cose da risovere ne avete un bel po’. E ricordarvelo, di tanto in tanto, non è tifarvi contro, ma tifare per voi.

 

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