L’uomo che piange

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L’uomo che piange è un uomo provato. L’uomo che piange è un uomo coraggioso. L’uomo che piange è un uomo sognatore.

Ulisse piange tanto, e si guadagna ogni volta il mio amore e la mia ammirazione.

Anche Higuain piange. Ha pianto due volte, a Napoli. Quando una trastola immonda lo buttò fuori da un irripetibile girone di Champions League dopo aver segnato all’Arsenal un gol impossibile e meraviglioso. E oggi.

Ma oggi è diversa. Oggi piange, credo, per tanti motivi. Perché ci sta urlando la sua impotenza contro i poteri che lo fanno fuori. Perché ci sta raccontando che il sogno accarezzato, vezzeggiato, covato è finito per davvero. Perché ci sta buttando in faccia l’amore per il colore azzurro.

Perché ci sta confessando, forse, che andrà via, e mai avrebbe voluto andare via così.

Le sue lacrime sono le lacrime di chi è limpido, di chi è lottatore vero ma ad armi pari, di chi usa testa e corpo davanti al mondo, senza infingimenti, senza pastette, senza trucchi da rubentini. Sono le lacrime di un altro argentino che nel 94 fu incastrato da quel bandito a nome Blatter.

Gonzalo Higuain nella storia del Napoli ci entra oggi, per sempre, con questa immagine.

E nel mio cuore sta di fianco a Lui.

 

Enrico Ariemma Docente di Lingua e Letteratura latina presso l’Università di Salerno. Uomo di inverni miti e di estati di passione, malato di Napoli e di filologia, in quale ordine non saprebbe dire. Chirurgo di testi per vocazione antica e per impegno accademico, prova con francescana ostinazione a educare alla Bellezza, dinanzi ai cui inattesi impercettibili cristalli si stupisce e si commuove. Per questo detesta con pervicace ostinazione il brutto, il crasso, il banale, il volgare. Stanziale da quarant’anni al San Paolo, legge, scrive, insegna, cavalca una moto, inforca gli sci, va per mare, vagabonda per mostre, viaggia per le leghe del pensiero e per le strade del mondo. Ama.