Mangiare … che stress.

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di Irma Di Vincenzo

La cosa più stressante da fare negli ultimi tempi è, secondo me, la spesa al supermercato.

Vi è sicuramente capitato, come me d’altra parte, di notare che, da qualche tempo a questa parte, non c’è una pubblicità di biscotti, biscottini e merendine che non finisca con la dicitura “SENZA OLIO DI PALMA”.

Ora a parte che la domanda mi sorge spontanea:  perché prima non ce lo dicevate negli spot che ciò che pubblicizzavate fosse CON Olio di Palma, mi chiedo e, visto che i prodotti sono praticamente gli stessi, perché ce lo mettevate? E soprattutto, cosa ancora più inquietante, con quale altra fetenzia lo avete sostituito?

Domande alle quali già so non avrò risposta.

Torniamo al tema principale: fare la spesa al supermercato è ormai diventata per me una delle attività più stressanti della mia vita.

Avendo, inoltre, qualche accenno di presbiopia (vista l’età che avanza n.d.r), non posso fare a meno di inforcare gli occhiali e impiegare in media un quarto d’ora per leggere accuratamente tutte le etichette, che sembra lo facciano apposta, sono scritte con caratteri sempre più piccoli.

Bisogna leggere che le cotolette di pollo non siano fatte con  carne meccanicamente separata, bisogna guardare che i prodotti fatti con la soia non provengano da colture OGM, bisogna verificare che il terribile olio di palma non sia contenuto nei prodotti da forno che ci accingiamo a comprare ed inoltre controllare che in ciò che acquistiamo non ci siano gli zuccheri “occulti”. Bisogna controllare che il prosciutto di maiale non abbia un aspetto troppo roseo (modello Peppa Pig) perché altrimenti significa che è stato sottoposto ad un trattamento chimico.

Insomma… uno stress. Ma una poveretta può sopportare tutto ciò?

Tra un po’ andremo al supermercato bardate come i RIS di Parma con tanto di Generale Garofalo collegato via skype.

Passando poi ai prodotti per la cura del corpo, occorre controllare che il bagnoschiuma non contenga parabeni, siliconi e paraffina, idem con lo shampoo. Insomma, una sciagura.

Ho visto mie coetanee che si aggiravano per gli scaffali del supermercato con il Prozac e in preda a crisi di pianto ed identità davanti ad un barattolo di nutella messo nel carrello, tra gli sguardi giudicanti che inneggiavano all’assassino.

Tra qualche tempo mi aspetto che alla fine della cassa mi mettano lo psicanalista con il lettino perché altrimenti non posso tornare a casa.

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