Napoli: aumentano le tariffe per la refezione scolastica

Condividi su

Il pranzo a scuola costituisce un’importante opportunità per imparare delle sane abitudini: dei pasti scolastici ben equilibrati sono stati collegati a un aumento della concentrazione in classe, a migliori risultati scolastici e a pochi giorni di malattia, inoltre,far mangiare i propri figli a scuola è una soluzione imprescindibile per le madri che lavorano e che non possono permettersi di pagare una baby sitter. Quello della refezione scolastica dovrebbe essere, quindi, un servizio accessibile a tutti, ma ciò – ahinoi – non vale per l’Italia, non vale, soprattutto, per la nostra Napoli. 


Già nel 2012 le rette delle scuole napoletane per il servizio mensa erano state ritoccate al rialzo, con le madri dell’asilo nido Rocco Jemma del quartiere Materdei che per un periodo furono costrette ad autogestirsi, portando da casa – anche se vietato dalla legge – le pappe per i loro bambini. Oggi ci risiamo: l’adeguamento è stato imposto dalla Corte dei Conti e per alcune fasce di utenza si sfiora un rialzo del 25%. Come spiegato dal consigliere comunale Gennaro Esposito:«i pasti forniti dal Comune ai bambini delle scuole materne ed elementari sono circa 30mila e l’appalto per la refezione scolastica ci costa circa venti milioni di euro l’anno, che gioco forza devono uscire dal bilancio comunale». 
Ovviamente, la refezione scolastica è a domanda individuale e una parte del costo va coperta dagli stessi fruitori. Il principio guida delle nuove tabelle di pagamento è di far pagare di più alle famiglie con redditi più alti (per maggiori dettagli si rimanda al sito istituzionale del Comune di Napoli). E fin qui tutto bene. La rabbia cresce quando si scopre che una madre di Napoli paga – a parità di condizioni – più di una madre della ricca Milano: il costo medio di un pasto scolastico nel capoluogo campano è di 4,74 euro, in quello lombardo di 4,23.
Le differenze fra i costi e la qualità del servizio appaiono ancora più marcate se si da uno sguardo oltre i confini nazionali. Durante l’estate appena trascorsa le reti Rai ci hanno propinato con altissima frequenza dei mielosi spot sull’Unione Europea patrocinati dal Consiglio dei Ministri, in cui il messaggio principale era “Di Europa si deve parlare”. E parliamone, allora. 
In molti Paesi europei c’è molta cura nell’aiutare le scuole a fornire dei pasti nutrizionalmente bilanciati e che riflettano in generale le abitudini alimentari dello specifico Paese.In Inghilterra – ad esempio – all’ora di pranzo viene offerta una vasta gamma di alimenti, che soddisfano gli standard sia degli alimenti sia delle sostanze nutritive. Vengono limitati cibi che contengono molto sale, zucchero e grassi, mentre vengono favoriti gli alimenti più ricchi di nutrienti. Prezzo medio di un pasto: 2,23 euro.In Francia, ciascun pasto scolastico deve comprendere un piatto principale, un contorno, un prodotto lattiero-caseario, un antipasto o dessert. Prezzo medio: 4,44. Poi ci sono i casi limite di Finlandia e Svezia, dove tutti i pasti scolastici sono completamente finanziati dal governo; vabbè, ma quello è un altro mondo.
Per le famiglie napoletane – che fino a prova contraria sempre europee sono – invece, si tratta del secondo rialzo in tre anni e l’agevolazione per lefasce più povere proposta nelle ultime tabelle è solo un’operazione di facciata. La realtà dei fatti ce la abbiamo davanti agli occhi tutti: regresso occupazionale e sociale, sempre più famiglie che stentano ad arrivare a fine mese con madri obbligate a sdoppiarsi fra lavoro e faccende domestiche, costrette a fare la spesa comparando i prezzi da una miriade di volantini diversi pur di risparmiare qualche centesimo e con figli cui non si sa più che scusa raccontare per giustificare l’impossibilità di comprargli un giocattolo nuovo. 
Non è retorica. É la realtà dei fatti. Una triste realtà che vede larghe fasce di popolazione allo stremo delle forze ma da cui le istituzioni – per coprire i propri buchi e le proprie negligenze – pretendono sempre e soltanto la solita cosa: più soldi.

FlamaCom nasce come ramo operativo nel settore Marketing e Pubblicità dell’Ascom Multiservice Group. Il compito principale del gruppo di creatori che opera è trovare l’idea giusta per soddisfare le diverse esigenze che, di volta in volta, gli vengono sottoposte. Flama Communication vanta la capacità di rendere “Bella” l’idea “Giusta"