Napoli, vento e crolli. Torna la paura.

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Tra le strane cose di questa città c’è anche la Morte, quella col M maiuscola che operando su Napoli è strana anche Lei.

Il vivere in questa città è di per se molto, ma molto più rischioso che vivere a Pavia, per esempio, o Perugia e via dicendo; non è solo una questione di delinquenza oppure di -che so- inquinamento? Ma a Napoli c’è una fattispecie strana e alquanto rara.

A Napoli, si può morire per precipitazione.

Vi chiederete: ma che intende dire con questo termine, forse che qualcuno si “precita” giù da un balcone ?Oppure qualcuno muore per troppa fretta (il precipitarsi a fare una cosa)?

Troppo semplice, miei cari.

Riflettete, con calma.

Qui da noi si muore anche perché qualcosa  ti si è “precipitato” addosso, nel senso che Tu cammini per i fatti tuoi e un pino, un lampione,  un cornicione, una cosa qualsiasi ti cade addosso e ti uccide.

Scrivo così in maniera leggera ma la cosa è drammatica, dolore, lutti, vite segnate per sempre per coloro che sopravvivono ai morti.

C’è l’insegnante di equitazione che torna a casa in via Caracciolo e un altissimo lampione non resiste alla libecciata e cade proprio mentre Lei, (la giovane donna sposata con figli) è ferma al semaforo; e lì si ferma anche la sua vita (e in maniera diversa quella dei suoi cari).


C’è la mamma che torna dopo aver accompagnato la figlia a scuola, e in uno dei posti più belli di Napoli, via Aniello Falcone, passa mentre un pino secolare decide che è il momento di venire giù.

Anche qui muore una giovane donna, e si cambia la vita ad un marito, ad una figlioletta e ad una famiglia intera.

Cosa dire, cosa pensare o commentare veramente non lo so; ma solamente penso e dico che anche se cambia la banda non cambia la musica; lampioni e alberi non vengono giù  così senza motivo, ci vogliono anni di incuria, di ignoranza, e di lassismo.

Ma forse alberi e lampioni ci vogliono ricordare che è ora di cambiare anche la musica ?

Questo ho scritto circa un anno fa, da allora niente è cambiato in questa città, però è cambiato il conto dei morti “per precipitazione”. A Via Roma, infatti, all’ingresso della galleria, è morto un ragazzo, colpevole anche Lui di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

E’ aumentato anche il numero di crolli di calcinacci, alberi, cornicioni eccetera.

Ieri, giornata calda e di scirocco neanche tanto forte, sono ripresi i crolli di balconi e alberi, via Scarlatti la mattina e via Ponte di Tappia nel pomeriggio.

Così è aumentato il numero di feriti, di miracolosamente scampati, di quelli ai quali è andata bene; e qui potremmo dire quello che vogliamo, se laici fortuna, se credenti il Padreterno.

Però noi non possiamo fondare sempre su questi due concetti, meriteremmo qualcosa in più, e qui concludo, perché non so più neanche io che cosa.

Cosa fare ? Non so.

Basterà cambiare la musica ?

E con che cosa ?

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