“Non farmi ridere, sono una donna tragica”: Massimo Andrei e Gea Martire sabato 7 Maggio al Teatro Ateneo di Casoria

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Andrà in scena al Teatro Ateno di Casoria sabato 7 Maggio alle ore 21.00 “Non farmi ridere, sono una donna tragica”, lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Massimo Andrei con la partecipazione di Gea Martire nel ruolo di Silvana, protagonista femminile della storia. Lo spettacolo, che ha visto il suo debutto nazionale al Positano Teatro Festival 2015 è prodotto da Tappeto Volante, società di produzione teatrale riconosciuta dal Ministero dei beni culturali e dalla Regione Campania, presenza importante negli eventi di turismo culturale.

Brillante e piena di comicità l’interpretazione della grande Gea Martire, che veste i panni di ‘donna tragica’ che cerca – con difficoltà – di non ridere ed invita il pubblico a non cadere nella seriosità.

Magistrale la regia di Andrei, classe ’67, figura poliedrica che spazia dai teatro ai libri, dalla recitazione alla regia.  In numerose produzioni è stato  al fianco di attori della tradizione napoletana come Carlo Giuffrè e per cinque stagioni è sul palcoscenico e al cinema con Vincenzo Salemme e la sua compagnia. È protagonista di testi di Annibale Ruccello e Manlio Santanelli per la regia di Pier Paolo Sepe.
Ha scritto e ha diretto per il teatro numerose opere, come “Tina fai presto, Non devi sognare”(con Lunetta Savino) e
“Mareamarè” testo con musiche per Peppe Barra,  È autore radiofonico (Due di notte, Rai Radio Due) e televisivo (Chiambretti c’è).  Da ricordare, tra i diversi lavori come regista cinematografico,  “Mater Natura” del 2005, vincitore del 1° premio nella Settimana della Critica nella 62° Mostra del Cinema di Venezia, e Ben Hur- un gladiatore in affitto, del 2013.

 

SINOSSI- NOTE DI REGIA

12923386_1908025169423803_7374080751115319303_n“Non farmi ridere, sono una donna tragica” è uno studio sull’amore ‘inutile’ che vede in scena tre personaggi. Lo studioso Carlo Rimetti (Massimo Andrei) analizza l’amore vero, quello da cui non si ricava un utile di sorta, osservando Silvana (Gea Martire), donna tragica eppure comica, e introduce un giardiniere, Carmine, uomo portatore d’amore che, alle persone, preferisce… i cactus.

Una ricerca ‘platonica’ alla fine della quale ci si chiede se l’amore sia quella cosa per la quale, o senza la quale, si rimane tale e quale… Si parla dell’amore autentico, quello senza scopo. “Non farmi ridere, sono una donna tragica” è dunque una sorta di studio ‘para- accademico’ che approfondisce un tema universale e risulta in una buffa osservazione scientifica sull’amore vero.

Oggetto di questo studio è Silvana, donna che si rivela essere tragica, come suggerisce il titolo, perché – sostiene l’autore – eccede nella sua percezione, tragicamente passionale, che la porta a credere che tutto rappresenti ‘la fine del mondo’. Lo studioso avrà qualche difficoltà con il soggetto in esame… Come già accaduto in precedenza, con il dolore in “Tina, fai presto”, la cucina in “Un Pop antico” e le fiabe nell’opera “Favolare”, spettacolo realizzato per il Teatro di San Carlo, nel suo ultimo lavoro, Massimo Andrei tratta in maniera comica temi importanti della vita quotidiana.

La volontà iniziale era quella di raccontare l’animo umano attraverso un’eroina tragica ma, parafrasando Nietzsche, non c’è niente di più comico della tragedia e si finisce dunque a ridere della vita, osservando le contorsioni, le difficoltà e le lacrime che il nostro essere limitati porta con sé.” (Massimo Andrei)

Non ci resta che ridere, dunque…con un risultato tragi-comico.

Classe ’85, una laurea specialistica in Economia e gestione delle imprese nel cassetto e un tesserino da giornalista pubblicista nel portafogli. Permalosa e testarda, non perde occasione per “fare polemica” ed è definita dai suoi amici come una “presenza che si fa sentire, una che pensa una cosa e ne fa cento”. Cattolica, appassionata di musica e libri, adora stare in mezzo alla gente. Si è avvicinata al giornalismo nel 2008 quasi per caso e da allora non lo ha più lasciato: scriverebbe sempre (se solo glielo lasciassero fare!). Ha una insana passione per la politica e per il territorio in cui vive.