Paura di genere

Condividi su

Ti ha uccisa un’altra volta, il mostro, due giorni fa.Ha ucciso la madre dei sui figli, senza pietà, un’altra volta.Te lo aveva promesso: “Uccido te e i nostri bambini!”.

Tu, giovane donna trentaseienne, giovane madre di due bambini, lo hai lasciato, finalmente. Lo hai pure denunciato, come dovevi. Come le autorità competenti invitano caldamente a fare per proteggere le donne in pericolo.La denuncia racconta i maltrattamenti in famiglia che è costata il divieto al mostro di frequentarti. Ma lui non molla e in seguito alla violazione degli obblighi stabiliti dal giudice è stato raggiunto in settembre dagli arresti domiciliari e – in un secondo momento – da un ammonimento della Questura  in seguito a nuove violazioni. Ma l’altra sera non aveva l’obbligo dei domiciliari. E quindi prende un bel coltello affilato e viene a mantenere la sua promessa. Con tutta la rabbia accumulata in questi mesi, con tutta la protezione che non ti hanno dato. Ti ha ammazzato davanti ai tuoi bambini.

Hai provato a difenderti, nessuno ti ha aiutato, sola la morte ha messo fine al tuo inferno, mettendoci i tuoi bambini che sono riusciti a scappare. Il mostro era libero, malgrado le denunce e non c’era nessuno davanti alla tua porta a proteggerti da lui. Ti hanno abbandonata. Eppure è da poco trascorsa la festa della donna, Carmela. Chissà come l’avrai trascorsa e chissà come ti avranno fatto piacere le parole che hai ascoltato in tv o letto sui giornali. Le parole di chi si riempie la bocca con la parità di genere, con le quote rosa, con messaggi di speranza, con complimenti inutili al vero “sesso forte”. Chissà con quanta gioia hai accolto le proteste della presidente, ops presidentessa, Boldrini “Linguaggio e immagini non sono quisquilie. Se le donne accettano di essere chiamate al maschile, accettano anche di essere discriminate sul lavoro”.

 Come ti chiamavano al lavoro, Carmela? E i tuoi figli? E i tuoi genitori? E quelli che avrebbero dovuto proteggerti, come ti chiamavano?

 Smettetela di celebrare la festa della donna o di indire giornate mondiali contro le violenze. Smettetela con le vostre parole inutili, con i falsi impegni che vi prendete, smettetela!

Sono un insulto a quelle donne ed ai loro figli rimasti soli. Sono una presa in giro a quei genitori che hanno lottato con loro e ora piangono su quelle bare.Sono un insulto a chi vive nella paura, la paura di genere.Siamo stanche di retorica. Di buonismo, di inutili propositi e promesse.

Non illudeteci con il “denunciate” e vi aiuteremo. Mancano le risorse e la volontà per far funzionare una rete di protezione vera ed efficace e mancano gli aiuti psicologici per le vittime di violenza e anche per i carnefici.Abbiamo bisogno di leggi vere e abbiamo bisogno dei fondi per farle rispettare. Questo vorrebbe dire celebrare davvero.Carmela non è stata protetta e non lo sono stati i sui figli.

L’ ex marito non è l’unico colpevole della sua morte.

Classe 72, torinese e profondamente torinista e anti-juve. Convinta notav, amante della satira e della comicità. Scrivere è tutto quello che vorrebbe fare da grande.