“QUER PASTICCIACCIO BRUTTO” DEL MERCATO AZZURRO

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In un’estate torrida e indecifrabile, s’è consumata l’inevitabile rottura tra Napoli e De Laurentiis. La città non sopporta più le guasconate, i modi spicci e le false promesse del Presidente, De Laurentiis è ormai insofferente verso i napoletani che chiedono conto della sua enigmatica gestione. Si vive in clima perenne di scontro, l’un contro l’altro armati, divisi nella stessa città. Da una parte Berlino Ovest, dall’altra Berlino Est. In mezzo è stato eretto un robusto muro di incomprensione e incomunicabilità. Va senza dire che ad avvelenare i pozzi e a rendere l’aria irrespirabile non sono stati certo i tifosi. A parte qualche sparuta minoranza tra le frange del tifo organizzato che ha contestato De Laurentiis anche negli anni di gloria, il resto della tifoseria ha sempre dato ampio credito all’attuale management formato famiglia.

S’è sorvolato con generosa indulgenza su tante manifestazioni di intemperanza comportamentale e incontinenza verbale. Dal “siete delle merde” urlato ai vertici della Lega Calcio con annessa fuga in motorino senza casco al “voi napoletani non avete mai vinto un cazzo” (con l’aggravante dell’uso del romanesco per segnare un distacco ‘culturale’ dai suoi interlocutori), il campionario delle uscite stravaganti, che ricordano un po’ un novello Masaniello e un po’ una versione aggiornata del Marchese del Grillo, sono innumerevoli. Se n’è perso il conto e persino la memoria di alcune di esse. Quello che invece resta scolpito nella pietra come un’incisione indelebile è il progressivo e immotivato ridimensionamento delle ambizioni e dei programmi certificato dalle ultime due sessioni estive di calciomercato. L’anno scorso, alla vigilia di un appuntamento cruciale, lo spareggio Champions col Bilbao, si decise di non investire. Niente mercato. L’azzardo è stato punito severamente: fuori dalla coppa più prestigiosa anche l’anno successivo.

Foto LaPresse - Jennifer Lorenzini 30/04/2015 Empoli ( Italia) Empoli - Napoli Campionato di Calcio Serie A TIM 2014 2015 - Stadio "Carlo Castellani" Nella foto: l'allenatore Maurizio Sarri Photo LaPresse - Jennifer Lorenzini 30 April 2015 Empoli ( Italy) Sport Soccer Empoli - Napoli Italian Football Championship League A TIM 2014 2015 - "Carlo Castellani" Stadium In the pic: coach Maurizio Sarri

Quest’estate, invece, le strategie sembravano più raffinate come in un film di spionaggio o in un avvincente romanzo di John le Carré con Giuntoli nel ruolo della “spia che venne del freddo”, nel suo caso da Carpi. E proprio come l’agente Leamas, il neo direttore sportivo azzurro s’è trovato stritolato e inghiottito in un meccanismo più grande di lui, privo com’era di poteri effettivi tranne quello di cedere qualche zavorra (operazione in cui s’è rivelato più abile del suo predecessore). Infatti, tra misteriosi intrighi e sorprendenti depistaggi, s’è capito ancora una volta che decide sempre tutto Lui: il Capo Controllo alias il Presidente. Così, è tornato Reina (con un anno di colpevole ritardo) ma non è arrivato il tanto agognato difensore. “Avevamo offerto 28 milioni per Romagnoli” dice il Presidente. Intanto, a disposizione dell’onesto Sarri ha messo il solo Chiriches che, già dalle prime amichevoli, ha messo a repentaglio la salute delle coronarie dei tifosi partenopei. Senza considerare l’innesto dell’acerbo Hysaj, peraltro dirottato a sinistra e non sulla sua fascia di competenza. Morale della favola: la difesa è ancora il tallone d’Achille della squadra e becca gol con irrisoria facilità. A centrocampo sono stati inseriti Allan e Valdifiori, pur conservando l’involuto Jorginho e l’impreciso D.Lopez come rincalzi. L’attacco è rimasto pressoché invariato.

Per il Presidente non aver ceduto nessuno dei gioielli è punto d’onore. Alla lunga, però, può rivelarsi un punto di debolezza e occasione di rimpianto: il Napoli resta incompleto e imperfetto. Ha una formidabile batteria di attaccanti e una difesa modesta, scarsa, impresentabile. Un centrocampo più che sufficiente almeno nei titolari. Più del pasticciaccio Soriano che alimenterà le cronache satiriche per parecchio tempo, è il mancato arrivo di un difensore d’esperienza e di un terzino affidabile ad accrescere il malcontento generale. Argomenti di cui ormai si può parlare solo in determinati contesti, altrove scattano censure, parte la macchina della controinformazione, il rigido controllo su quanto viene detto e scritto. Come a Berlino Est, opera la propaganda della Stasi: non sono ammesse interviste né domande, solo monologhi e roboanti dichiarazioni. Sembra di abitare nel Nuovo Mondo di Huxley dove si vive di utopie e autoesaltazione: “Chiriches è ottimo. Chiavelli è il nostro Marotta e Giuntoli è come Paratici”. Sì, e De Laurentiis è Enric Marco, uno che sa fingere così bene da far apparire vero tutto quello che dice. Fino a quando non sono i fatti a dargli impietosamente torto.

Gianluca Spera, classe 1978. Di professione avvocato da cui trae infinita ispirazione. Scrittore per vocazione e istinto di conservazione. I suoi racconti “Nella tana del topo” e “L’ultima notte dell’anno” sono stati premiati nell’ambito del concorso “Arianna Ziccardi”. Il racconto “Nel ventre del potere” è stato pubblicato all’interno dell’antologia noir “Rosso perfetto-nero perfetto” (edita da Ippiter Edizioni). Autore del romanzo "Delitto di una notte di mezza estate" (Ad est dell'equatore)" Napoletano per affinità, elezione e adozione. Crede che le parole siano l’ultimo baluardo a difesa della libertà e dei diritti. «L'italiano non è l'italiano: è il ragionare», insegnava Sciascia. E’ giunta l’ora di recuperare linguaggio e ingegno. Prima di cadere nel fondo del pozzo dove non c’è più la verità ma solo la definitiva sottomissione alla tirannia della frivolezza.