Roma – Napoli 1 a 0. Le pagelle di Pasquale Lucchese.

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La rabbia che nasce nel post Roma-Napoli, intrufolandosi nelle vene e andando a corrodere il fegato e mille altri organi del nostro corpo, ha un sapore diverso dal solito, molto più amaro, acre, difficile da digerire, anche a distanza di ore. Un ‘anormalità’ che ha tante spiegazioni: risultato bugiardo; errori arbitrali; ennesima conferma della regola ‘un tiro un gol’; scelte poco felice di un mister che sarà europeo, moderno, tecnologico, ma non entusiasma, non emoziona noi comuni mortali, noi ‘pezzenti’ del calcio; la sterilità di un attacco che rappresenta il fiore all’occhiello della rosa partenopea; il dover tollerare De Guzman in campo 80 minuti; il dover tollerare per 58 minuti Callejon; il dover vedere marcire in panca Hamsik e Gabbiadini; l’aver ridato fiato e vita ad una Roma oggettivamente brutta ma cinica e cattiva quanto basta; la consapevolezza che il terzo posto in campionato è sempre più lontano, nonostante la Lazio non sia superiore al Napoli, non tanto da giustificare gli 8 punti di distanza; per non parlare del secondo posto, che in una stagione dove i giallorossi sono letteralmente crollati, era certamente un obiettivo auspicabile.

Pagelle:

Andujar: Un tiro un gol, la vecchia regola non abbandona il Napoli. Impreciso nei rinvii. Voto 6-

Britos: Attento e risolutivo. Voto 6

Albiol: Solite disattenzioni. Voto 5.5

Maggio: Incide poco. Voto 5.5

Ghoulam: Sbaglia diversi cross, in fase difensiva non sempre preciso. Voto 5.5

Jorginho: Primo tempo imbarazzante, nella ripresa pur commettendo diversi errori, regala qualche guizzo. Voto 5+

David Lopez: Tanta legna, ma in campo non serve solo la legna…. Voto 5.5 Callejon: Spreca un’occasione d’oro, evanescente. Voto 5

De Guzman: Come Jorginho, con la differenza che in mediana non hai alternative, nel suo ruolo… si… Voto 5

Mertens: Il migliore dei suoi, cala sul finire di primo tempo, riprendendosi nella ripresa; purtroppo non gli riesce la giocata vincente. Voto 6+

Higuain: Fa bene solo i 10 minuti finali del primo tempo, per il resto sembra tornato quello di inizio stagione, quasi svogliato e inconcludente. Voto 5.5

Subentrati

Gabbiadini: De Santis gli nega la rete del pareggio, poi scivola nella mediocrità dei suoi e della partita. Voto 6-

Zapata e Insigne: S.V. Che senso ha far entrare un giocatore fermo da mesi, a 10 minuti dalla fine in una partita così spigolosa e con un risultato sfavorevole? O gioca un’abbondante fetta di ripresa, o lo lasci in panchina.

Benitez: Il Napoli visto oggi a Roma non merita la sconfitta, ma alcune sue scelte iniziali appaiono incomprensibili e iniziano a stufare. Le somme si tireranno a stagione finita, speriamo molto in là nel tempo, ma volendo soffermarci solo sul campionato, lo spagnolo per quanto visto finora (a 9 giornate dalla conclusione) è da bocciare. La rosa del Napoli manca di qualità in due reparti su tre, è un dato di fatto incontrovertibile, ma tale lacuna può e deve essere supplita da un attacco quantitativamente e qualitativamente da big, almeno per gli attuali standard del campionato italiano. Allo stesso tempo, la rosa partenopea nella sua complessità, non può considerarsi inferiore (neanche superiore) a quella di Lazio e Fiorentina, per non parlare della Sampdoria; eppure i capitolini con 7  successi nelle ultime 7 partite, hanno dapprima recuperato 7 punti al Napoli terzo in procinto di lottare per la seconda piazza, prima di distanziare di ben 8 lunghezze, lo stesso Napoli, ora quinto, a rischio sesto posto.

Analizzando i numeri della crisi partenopea, scopriamo che nelle ultime 7 partite di Serie A (escludiamo quindi le coppe), gli azzurri hanno collezionato 5 punti, segnando appena 6 reti; inanellato 4 sconfitte consecutive lontano dal San Paolo, con un solo, inutile gol a Palermo.

I numeri più delle parole sono chiari e impietosi e dicono una cosa estremamente semplice: a non girare e quindi ad affossare il Napoli è proprio il suo reparto migliore. I gol al passivo (10 in queste 7 partite), sono la normale ‘amministrazione’, per una squadra mai equilibrata e compatta (responsabilità di Benitez), per una rosa che tra difesa e centrocampo è da film horror (responsabilità della pseudo-società), per una compagine che pecca di personalità e determinazione (responsabilità in primis dei giocatori, ma anche di mister e pseudo-società). Il punto su cui focalizzarci è quindi l’attacco azzurro, la cui scarsa vena realizzativa ha comportato questo inesorabile declino in classifica..

In campo quest’oggi a Roma, per l’ennesima volta non c’era Hamsik, rimasto a riscaldare la panchina per tutti i 90 minuti. Stimo Marek come giocatore, non nego (sarebbe illogico) la sua parabola discendente negli ultimi due anni, ma preferirgli per l’ennesima volta l’olandese De Guzman, appare una scelta incomprensibile, oltre che non suffragata dai numeri, se scopriamo che lo slovacco ha messo la sua firma su 2 delle 6 reti segnate nelle ultime 7 partite. Se la scelta di preferire Higuain (1 gol) al colombiano Zapata (anche per lui 2 reti) è comprensibile, tenendo in considerazione l’enorme differenza nel tasso tecnico a favore dell’argentino, anche lasciar in panca Gabbiadini (1 gol) per un sempre più distante Callejon, non appare felice. Si potrebbe parlare di turn-over, di 3 partite determinanti in una settimana, ma lo spagnolo e De Guzman ricordano i ‘titolarissimi’ di mazzarriana memoria, senza peraltro meritare questa costante presenza in campo. Inoltre la sfida di Roma, arrivata dopo la sosta, quindi si presume con i giocatori ‘ricaricati’ quanto meno nella testa, rappresentava uno sparti-acque decisivo, per non preferire i ‘migliori’, quelli che, numeri alla mano, appaiono più in forma e in palla.

 Arbitro: De Rossi in 16 minuti commette tre falli da giallo, sul primo e sul terzo (il tocco di mano), Rizzoli sorvola. Ricordo un Napoli-Milan di qualche anno fa, era il solito Napoli, onesto e mestierante dalla cintola in giù, straordinario nella fase offensiva con i suoi 3 tenori, un Napoli che quell’anno con più coraggio del mister, e più intraprendenza della società, poteva tentar il colpaccio… Era solo l’ottava di andata, ma quell’1-2 risultò essere determinante per la classifica, almeno fino al declino azzurro, iniziato con la sconfitta interna contro l’Udinese (reti di Denis e Inler….). In quella partita, Michele Pazienza mediano partenopeo, tutto cuore e abnegazione fu espulso nel corso del primo tempo per due identici falli di mano a centrocampo. Due pesi, due misure. Sempre. Sul rigore per il fallo di Astori, ci sarebbe da discutere per ore, un pallone indirizzato verso la porta, con il portiere impossibilitato ad intervenire, non può essere fermato dal braccio di un giocatore. Il pallone tocca prima la sua gamba, Astori non può scivolando, ‘tagliarsi’ l’arto, verissimo, ma 1) se Rizzoli in un centesimo di secondo ha avuto la capacità di vedere il pallone toccare prima la gamba, poi il braccio, merita il Nobel o il fischietto d’oro; 2) la regola sui falli di mano in area presta troppo il fianco all’interpretazione soggettiva delle (ex) giacchette nere, per cui andrebbe (una volta e per sempre), razionalizzata e liberata dalla scelta soggettiva dell’arbitro. Rizzoli permette inoltre ai giallorossi un gioco estremamente duro, un’altra squadra avrebbe finito la partita in 10; a dir il vero, un atteggiamento simile dei nostri avversari si deve anche alla ‘signorilità’ dei nostri, incapaci anche di abbozzare ad una protesta, una reazione… Voto 5

Roma: Senza Totti e Gervinho, fa il minimo indispensabile per portar a casa 3 punti, nel calcio come nella vita contano i risultati, quindi bravi loro. Vederli al secondo posto insidiati dai cugini della Lazio, fa male, fa dispiacere, fa riflettere e fa maledire i giocatori, il Benitez da campionato e la pseudo-società.

A fine gara con spigolo, baratro e rassegnazione che fanno a pugni tra loro, senza vincitori né vinti, si scatena la ricerca del (solo e unico) colpevole. In estrema sintesi: le scelte del tecnico non soddisfano e sono parse, per l’ennesima volta, sbagliate; la squadra non esprime un gioco convincente, peccando soprattutto in cinismo, determinazione e cattiveria. Tutto questo non scagiona dalle sue, enormi responsabilità la pseudo-società, che sulla coscienza ha un mercato estivo deprimente e privo di qualsivoglia logica, a maggior ragione se sulla panca siede un allenatore, che piaccia o meno, è dogmatico, ‘europeo’ e a modo suo, vincente. Insomma inutile cercare IL Colpevole, quando i colpevoli, ahime-noi, lo dice la deprimente classifica, sono tanti… tutti, ambiente incluso.

 

Nato 43 anni fa a Napoli, da sempre residente a Casoria. Laureato in Storia alla Federico II, militante politico, impegnato nel mondo dell'associazionismo e del volontariato. Oltre alla storia, e alla politica, l'altra passione è il calcio, in particolare il Napoli. Il colore preferito è, ovviamente, l'Azzurro!