La scuola ha bisogno di cambiamento, ma non quello che arriva dall’alto con la forza di una imposizione mal digerita, quale è stata riforma introdotta con la legge n. 107 del 2015; bensì quel cambiamento che proviene dal basso, dal di dentro: quello che fanno i docenti in classe tutti i giorni.
La Flipped Classroom è quella strategia metodologica che si sta diffondendo nelle scuole, soprattutto in quelle che vogliono assumere una identità nuova, un volto diverso. Si capovolgono le certezze di sempre e “la classe capovolta” diviene una novità che non passa per il setaccio della riforma, ma attraverso la sperimentazione, la competenza e la volontà di docenti preparati e motivati. Si appendono al chiodo Lim, lavagne a gessetti, libri, perché basta che ogni studente abbia uno smartphone e, studiando a casa, sia messo nelle condizioni (mediante opportune indicazioni da parte dei Docenti) di portare a scuola riflessioni, critiche, per aprire tavole rotonde, per discutere ed approfondire, al di là dei banchi e della cattedra.
In Italia la Flipped Classroom sta riscuotendo moltissimi consensi, dopo che nel 2014 fu proposta dalla associazione Flipnet Onlus; ad oggi, poi, si registrano seicento Docenti formati e più di centoventi classi in cui si pratica la Flipped Learning.L’interesse pare destinato a crescere: a Roma, di recente, 350 docenti sono arrivati da tutta Italia per assistere al primo convegno nazionale sul tema, come espressione di una sentita e condivisa esigenza di cambiamento, quello concreto!