Si tirano le somme per la riforma Musei italiani 2014-2017. Il bilancio del mandato segna il boom di visitatori

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A due anni dall’insediamento dei nuovi direttori museali si iniziano a stilare i primi risultati di bilancio della riforma Musei Italiani del ministro dei beni culturali Dario Franceschini.

All’epoca destò critiche e alzò polveroni sulle nomine dei cosiddetti super direttori museali, (una riforma del TAR bocciò le nomine perché cittadini non italiani) ora riuniti nella Sala ottagona delle Terme di Diocleziano a Roma. I 21 manager hanno mostrato le percentuali di incremento ottenuti negli ultimi periodi e i numeri hanno parlato chiaro. Dopo il record del 2016 con ben 175 milioni di incassi e 45.5 milioni di visitatori, il 2017 ha segnato una crescita importante del +9,4% mentre gli incassi sono aumentati del 13.5%. ( fonte publicpolicy.it)

La Riforma dei Musei italiani partì con degli obiettivi chiari di politica autonoma degli enti e della gestione di questi nella maniera più efficiente possibile. L’interesse preminente è ancora quello di restituire valore culturale alle ricchezze del paese e risvegliare l’interesse dei visitatori.

Si è quindi puntato sull’aumento dell’offerta al cittadino. Questo è il motivo per cui le strategie di valorizzazione dei musei hanno investito nelle domeniche gratuite che hanno portato ben più di 11 milioni di persone a dedicare la loro domenica alla visita ai musei.

La Campania ha segnato solo per i musei autonomi un vero e proprio boom:  5.216.018 i visitatori e 36.783.373 i milioni di euro di incasso.

Sylvain Bellenger, il direttore francese del museo di Capodimonte ricorda quanto aver unito la Reggia e il Bosco in un’unica offerta abbia contribuito a dare rilevanza internazionale alle risorse offerte dal territorio, tanto che Riccardo Muti ha accettato di guidare la fondazione che avrà sede in un edificio del bosco per la valorizzazione della musica napoletana. (fonte napoli.repubblica.it)

Il trend di crescita della Campania è molto positivo con una percentuale del +10,8% ma a fare la differenza – come spiegato dagli stessi direttori durante l’incontro – è anche quanto investito in scavi, ricerca, mostre e didattica.

Il punto su cui bisogna lavorare in maniera più incisiva però è il personale museale che va ampliato con nuove assunzioni e gestito diversamente.

Simona Barra nasce a San Giorgio a Cremano 22 anni fa. Ha studiato al liceo classico Garibaldi di Napoli e ora frequenta la facoltà di Giurisprudenza presso la Federico II. Appassionata di cinema, musica, libri e sport ha iniziato quest'anno la collaborazione con il Domenicale News.