TAV… E ORA COSA SUCCEDE?

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E’ di oggi la dichiarazione, a Bruxelles, di Michael Cramer, Presidente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo: “La Commissione Europea e il Parlamento Europeo confermano che questo progetto è stato approvato nel Regolamento 1315/2013/EC sul programma CEF (Connecting Europe Facilities) e 1316/2013/EC sul programma TEN-T (Trans European Network – Transport).


Ma non è verosimile che l’Unione Europea sia in grado di coprire il 40% del costo totale del progetto Torino Lione, come sperato dai governi di Italia e Francia. L’Italia è impegnata in tre grandi progetti: il corridoio Genova – Rotterdam, il Tunnel di Base Torino – Lione e il Tunnel di Base del Brennero.” L’Unione Europea deve indirizzarsi verso il progetto più importante con la migliore analisi costi benefici: il corridoio Genova – Rotterdam. Fu deciso nel Trattato di Lugano nel 1996 tra Olanda, Germania, Svizzera e Italia. Attualmente è anche il primo corridoio sul quale è stato sviluppato il Sistema di Gestione del Traffico Ferroviario Europeo (ERTMS) e sul quale risultano applicate le regole dei corridoi ferroviari merci. Il Trattato di Lugano dovrebbe essere rispettato. Questo corridoio dovrebbe essere la priorità, in Italia e in Europa.
Ecco. Un ulteriore tassello alla tesi del Movimento NOTAV sull’inutilità dell’opera che, ormai da decenni, tiene prigioniera un’intera valle, portando distruzione e nessuna prospettiva concreta di lavoro, né immediato, né futuro. Da domani i parlamentari europei GUE, Verdi e Movimento 5 Stelle lavoreranno insieme ai No TAV contro questo progetto inutile e improduttivo. 
Intanto, proprio in questi giorni, è in corso, a Torino, il maxi-processo. Sul sito notav.info si legge: “Duecento anni di prigione, è questo quello che vorrebbero per i 53 notav imputati nel maxiprocesso, i pubblici ministeri che compongono la squadretta con l’elmetto che da oltre due anni a questa parte porta avanti la crociata contro il movimento notav. Duecento anni suddivisi tra 53 persone con richieste minime di 6 mesi e massime di 6 anni, giusto per voler giustificare il termine “maxiprocesso” in tutto e per tutto.”
Ma intanto, dal punto di vista dei lavori, che cosa accade al cantiere? 
Difficile avere certezze: il ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi garantiva, già a marzo, alla fine della seconda visita al cantiere Tav di Chiomonte, dove la talpa ha scavato 454 metri: “Questo cantiere sta andando avanti di corsa. I lavori sono in anticipo di sei mesi sulla tempistica e se non ci saranno intoppo la galleria sarà pronta entro la fine del 2015”. 
Secondo il ministro “i lavori si stanno svolgendo nel pieno rispetto dell’ambiente e con ogni cautela. Ad oggi non è stata riscontrata presenza di amianto e di altre sostanze nocive”. 
Ma la dichiarazione di oggi, a Bruxelles, conferma che, indipendentemente dall’inquinamento (studi dimostrano, comunque, che amianto e altre sostanze nocive sono presenti) l’opera è inutile e dannosa.
E’ un impiego di denaro che, mai come in questi giorni, diventerebbe necessario per mettere in sicurezza le nostre città che da decenni, vedi Genova, attendono interventi urgenti per la sicurezza della popolazione.
Solo questa estate abbiamo assistito a fatti gravissimi, nel nord est o in Toscana. Senza scordare la Sardegna, la Campania e L’Aquila ancora da 
ricostruire.
Abbiamo bisogno di altro, di molto altro, non di grandi inutili opere mangiasoldi. 
Questa valle, tutta la nazione, non meritano e non necessitano di un ulteriore scempio.

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