UN ARCOBALENO PER CIRO

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E’ passato un anno, e “Ciro vive”.  Oggi un po’ tutti i giornali – anche se non con la risonanza che avremmo sperato – hanno ricordato l’anniversario della morte di Ciro Esposito, il giovane tifoso napoletano ferito dall’ultras romano Daniele De Santis prima della finale di Coppa Italia Napoli – Fiorentina 56 giorni prima.

Un anno in cui abbiamo imparato a conoscere mamma Antonella Leardi, che ha da subito cercato di placare gli animi inneggiando al perdono, e non alla vendetta. Stamattina i giornali riportavano la sua lettera in cui, rievocando quel tragico giorno, Antonella confessa di rivivere ogni giorno il dolore della perdita, il dolore di una ferita profonda e sempre aperta che difficilmente riuscirà a rimarginarsi.

Su qualche altra testata si leggeva di Simona, la fidanzata di Ciro, e di un dolore diverso ma non per questo secondo, rispetto a quello di Antonella.

Alla Radiazza, il programma radiofonico in onda su Radio Marte, Gianni Simioli ha voluto ricordare Ciro in un modo diverso. Ricordo di aver visto Gianni piangere, quel 25 giugno di un anno fa. Sue sono alcune delle pagine del libro di Antonella Leardi, “Ciro vive”.

Stamattina, in radio, Ciro lo abbiamo ricordato con gioia: mamma Antonella ha raccontato a Simioli, privatamente, che lei e suo figlio amavano ballare, durante le feste, sulle note di “Tu si ‘na cosa grande”, che per l’occasione è stata eseguita live in studio da Andrea Sannino, accompagnato dalla chitarra di Mario Sardella. E, nel corso della mattinata, sono andati in onda i cantanti preferiti di Ciro. Tifosissimo napoletano, e con gusti musicali “raffinati” : Bob Marley, Pink Floyd, 99 Posse, Eduardo De Crescenzo, Pino Daniele, The Queen, Barry White, Vasco Rossi, intervallati dalla lettura dei numerosi messaggi arrivati in radio dagli ascoltatori.

Un momento di grande emozione lo ha regalato Pasquale Esposito, il fratello di Ciro, che ha voluto dedicargli, presentandola personalmente con voce commossa, “L’arcobaleno” di Adriano Celentano.

“Se avessi saputo farlo – da raccontato in diretta – avrei voluto scriverla io, una canzone così, per Ciro”.

La canzone, scritta da Mogol per Battisti, ha una storia particolare: l’arcobaleno rappresenta il ponte per l’aldilà, e si racconta che sia stato lo stesso Battisti, ad un anno esatto dalla sua scomparsa, ad indicare al paroliere – attraverso una medium – l’idea, il titolo e alcune parti della canzone.

“E’ così che mi piace omaggiare Ciro – ha dichiarato Simioli sulla pagina ufficiale della Radiazza – senza retorica, e senza le consuete testimonianze. Ciro vive attraverso la “sua” musica, le canzoni aiutano a sentirlo vicino, come quando invitava la mamma a ballare, tenendola stretta sulle note del loro pezzo preferito. Attraverso la musica il sentimento si manifesta in modo così forte da abbattere qualsiasi barriera”.

Al Domenicale con entusiasmo da più di un anno, dopo il banco di prova con Paralleloquarantuno. Giornalista per passione, scrive di tutto quello che la entusiasma, predilegendo i temi dell’ambiente e della cultura. Classe ’71,buddista, due figli, nel tempo libero cucina e gioca a burraco. Se dovesse descriversi con una sola parola, sceglierebbe “entusiasmo”, anche se si definisce un’anima in pena. Scrivere le è indispensabile: si firma #lapennallarrabbiata, e questo è il suo modo per denunciare ingiustizie e dare voce ai sentimenti che vive, come tutto quello che la riguarda, con un coinvolgimento totale.