Vinilica nostalgia – Parte III

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.di. Elio Mozzillo

Bentornati alla terza parte di vinilica nostalgia.

E’ un’ occasione allettante per ringraziarvi del seguito che la rubrica sta riscontrando, sto notando un certo affetto anche da parte di chi mi ha segnalato eventuali errori che, nelle varie riprese dell’articolo per sistemarlo via via nella forma ci scappa facile quasi il morto, quindi approfitto per fare un caro saluto anche ai criticoni anzi, soprattutto a loro.

E’ il caso di dirlo visto che di musica trattiamo in questa rubrica, chi ascolta cresce.

Non me ne vogliate, non sono un giornalista ferrato, anzi, non lo sono per niente, però di musica qualcosa vi posso raccontare o almeno cerco di passarvi la mia esperienza positiva che mi viene ” regalata” ad ogni ascolto…

Veniamo al dunque, il personaggio di questa settimana, già introdotto nel precedente articolo, è una Donna, si proprio lei, Diana Ross.

La scelta ricade nella volontà di fare un salto nel passato, innanzitutto perché parliamo di quando il vinile era il supporto musicale per eccellenza e un po’ perché ormai l’avrete intuito ho una certo fascino per la musica di fattura “black”.

Vi ho già dato qualche dettaglio di un certo rilievo nel precedente articolo riguardo questa poliedrica Big della musica tanto da diventare la scout di Michael Jackson, nonché sua personalissima guida all’inizio della sua carriera musicale.

Diana Ross, all’anagrafe Diane Ernestine Earle Ross, nasce a Detroit nel 44.

E’ per me, un chiaro riferimento anche temporale di come la musica moderna si è evoluta in giro per il mondo tirandosi dietro culture e costumi , attenzione alla città nativa di Diana … ci ritorneremo prossimamente perché terreno fertile per l’inizio di fenomeni musicali e culturali che invaderanno il mondo intero.

Diciamo subito che è una delle cantanti che ha partecipato e intrattenuto tutte le platee glamour e potenti dei suoi anni (‘59 – ‘90 per la maggiore). Si annoverano nella sua agenda appuntamenti che vanno dalla Casa bianca a ben oltre.

Era richiestissima ovunque ed è stata censita come una delle artiste femminili più celebri del XX secolo.

E’ un simbolo per tutte le singers di origini Afro, nonchè porta voce della lotta contro le discriminazioni razziali in America, appena può, in tutte le occasioni importanti dove si avvicendano lustre cariche governative e diplomatiche , non perde occasione a porre l’attenzione sulla situazione di discriminazione che la gente di colore subiva in quegli anni un po’ ovunque nel mondo che può, purtroppo, ancora oggi essere un tema caldo.

La sua carriera inizia in un trio noto come “ Supremes ”, con loro Diana entrerà in competizione in fatto di vendite niente poco di meno che con i Beatles…che detenevano il primato incontrastato delle vendite di dischi, anche se in un panorama della musica internazionale decisamente più Rocchettaro.

Sulle orme della rivoluzione sessantottina che, appunto, ci ha regalato pagine di storia del Rock e che ha accompagnato una rivoluzione sociale globale.

Tutti ricorderanno il celebre concertone di Woodstock o meglio, chi più, chi meno.

Io meno chiaramente. Essendo una “classe” ‘82 mi sono dovuto documentare, ma se ti piace la musica, si arriva fin lì e anche prima ed è impossibile non restarne coinvolti, ma torniamo a Diana…

Dall’ esperienza “Supremes” Diana matura la scelta di una carriera solista.

A partire dagli anni ’70 circa si legherà alla casa discografica “Motown” con la quale avrà una serie di successi indimenticabili, interromperà con la stessa i suoi rapporti per poi ritornare fino a gestire, ancora oggi, un etichetta indipendente.

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Già dai primi lavori raccoglierà critiche positive ed ampi successi, fino a trovarsi con il suo terzo album da solista 1° in classifica “Hot 100” dei dischi più venduti d’ America. Stiamo parlando dell’album “Lady Sings the Blues” – colonna sonora di “La signora del blues” un film sulla storia di Billie Holiday in cui Diana interpreta la grande vocal singer ricevendo il premio come migliore attrice debuttante ai Golden del ’73.

La sua musica, al di là delle categorie di riferimento, si colloca, come per una nota emittente radiofonica, tra quella di gran classe.

La sua fattura musicale ha sfumature R’n’B, Soul, Pop Rock, Dance oltre le tantissime collaborazioni di rilievo nella sua carriera.

Su tutte, a mio avviso, da evidenziare quelle con Marvin Gaye, Lionel Richie e Julio Iglesias senza contare le tante influenze donate dalla Ross al mondo della Dance e i tanti Remix di cui ve ne consiglio uno tra tanti: “Love Hangover” in collaborazione con un immenso Frankie Knuckles (pioniere del movimento House degli anni 80/90). Ed ancora, con un ormai celebre e ancora suonatissimo “The Boss”, bellissimo già nella sua versione “original”, remixato poi ad oltranza con un autentico “colpo d’ala” dei Masters at Work.

Questo spunto Dance e le collaborazioni dei più noti Dj Newyorkesi del movimento House dei miei anni mi offrono possibilità di aprire una parentesi su uno dei club più esclusivi di New York di fine anni 70: un notissimo STUDIO 54 di cui Diana era frequentatrice (insieme a tanti altri personaggi dello showbiz che in poco tempo lo hanno reso celebre) e, come testimoniano anche le foto, le sue partecipazioni allo stesso intrattenimento delle serate.

Qui sotto in consolle con uno dei precursori del movimento House, un certo Nicky Siano a cui dobbiamo una stella al merito, insieme ad un ancor più noto Lerry Levan.

Con il loro avvento in consolle i dischi non avranno più interruzioni tra una proposta e l’altra ma mix armonici.

Una vera rivoluzione nell’espressione estetica della fusione tra un brano ed il successivo oltre a dettare il “feeling” del pubblico su uno scandito “bpm”.

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Tale tecnica farà poi la gloria dei Dj che seguiranno e di cui qualche nome ho già citato.

Questa parentesi mi permette ancora di sottolineare innanzitutto il periodo temporale in cui la crescita, lo sviluppo e l’avvento dell’era consumistica che parte dagli USA coinvolgerà costumi e società fino ai tempi nostri. Ma la storia di questo locale è stata segnata soprattutto da un sentimento di rivalsa sociale, ma lo spirito che aleggiava in questo tempio sacro della musica, al di là degli eccessi propri di quella generazione era senz’altro genuino.

La voglia di libertà, la caduta di certi tabù, il movimento omosessuale che invocava diritti e uguaglianza (ostentazione fino a quel momento censurata) uniti alla trasgressione, ad entrate empiriche a cavallo, ad una selezione all’ingresso rigorosissima, oltre alla frequentazione di ARTISTI VIPS dell’epoca miscela condita da una selezione musicale all’avanguardia, hanno fatto di questo club un punto di riferimento per generazioni intere.

Ancora oggi è un Club imitatissimo, soprattutto per le FINTE selezioni all’ingresso dei locali, pensate poi, che la storia di questo locale è diventata film negli anni 90, di cui consiglio caldamente la visione per prestare l’orecchio alle musiche che accompagnano le scene.

Fatta questa parentesi, vi sarete ormai accorti di come la musica offre a sua volta, anche partendo da un unico idolo, una obbligata analisi ed escursioni varie.

Questo perché una “track” eseguita da un’artista o una semplice riproduzione, lascerà senz’altro una testimonianza e delle sensazioni che necessariamente si legano ad altre.

Come già quindi accade per i libri, così il vinile tra 45 e 33 giri lasciano qualcosa di vissuto in musica, e se vogliamo guardare oltre, può diventare spunto di conoscenza non solo musicale, ed è proprio quello che noi nostalgici speriamo si realizzi.

Proprio di qualche settimana fa la notizia sul web che i vinili in Usa resistono alla crisi e continuano a chiudere vendite importanti ben oltre le aspettative di chi ha puntato tutto sul digitale.

Auguriamoci dunque che anche noi, nel nostro piccolo, possiamo offrire spunti di riflessione e rivalutare il mercato di questo supporto, anzi, approfitto per segnalarvi un appuntamento ormai noto: la XV edizione del DiscoDays, una fiera con tanti stand vinilici e gare che si terrà questa Domenica al Teatro Palapartenope di Napoli.

Ci sarebbe ancora molto da dire su Diana Ross, ma spero di aver suscitato un interesse che vi induca a smanettare sul web in cerca di notizie, curiosità e soprattutto di musica. Alla prossima.

Foto dal web.

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