Bilanci sentimentali…

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di Christian Sanna

Ho nostalgia di due donne, soltanto due – scrissi qualche tempo fa su questo giornale – che non le abbia mai incontrate non è un dettaglio, anzi è la spiegazione alla mancanza che sento. Una è la bella Betty di Albert Lynch e l’altra forse è Dorothy Dene o probabilmente un’attrice, senza nome, raffigurata ne Il sole ardente di giugno di Frederic Leighton. Betty, capelli rossi ed occhi verdi, sembra seguire con lo sguardo ogni mio passo mentre l’altra giace fra le braccia di Morfeo rannicchiata sopra una panchina in marmo. indossa una veste arancione semitrasparente e forse sogna di essere felice o semplicemente amata.

Con la prima sarei andato a convivere in una casa immersa nella campagna irlandese e non escludo che mi sarebbe piaciuto averla per un decennio nella mia vita, mentre avrei vegliato tutta l’eternità sui sogni dell’altra affinchè il risveglio non fosse l’interruzione del sogno.  E’ qui che vuole infilarsi questo articolo, fra le pieghe di ciò che poteva essere e non è stato, fra le rose amate e non colte di Guido Gozzano, quelle rose di cui si conservano nei ricordi splendori e profumi, proprio perchè rimaste intatte.

Nella splendida e struggente Di te il professor Roberto Vecchioni canta il primo amore e a distanza di anni sembra rimpiangerlo preso nella rete dei capelli di malinconia e nostaglia per i tempi che furono Questo vorrei portarmi dietro di te, ora che si fa buio ora che non ti posso vedere di tutto il resto ho sognato,hai sognato, non sono stato, non sei stata cosa darei, cosa darei per rivederti così: cosa darei, cosa darei per ritrovarti ancora lì… cosa darei, cosa darei, cosa darei.  In Aut-Aut il filosofo danese Søren Kierkegaard si abbandona ai ricordi Mi viene in mente la mia giovinezza e il mio primo amore, quando ero pieno di nostalgia e ora ho soltanto nostalgia della mia prima nostalgia. Cos’è la giovinezza? Un sogno. Cos’è l’amore? Il contenuto del sogno. Si può quindi pensare che l’incompiutezza sia più romantica  del compiuto e l’amore non vissuto ma soltanto sfiorato abbia un potenziale enorme quantomeno in termini di suggestioni quando si tratta di fare il bilancio della propria vita, in questo caso sentimentale.  L’incompiuta Turandot di Puccini – dicono che il primo amore sia il più importante e lo scrisse anche Wisława Szymborska Qualcosa tra noi c’è stato e non c’è stato, è accaduto e si è perduto. Per Jean de La Bruyère Si ama bene una volta soltanto: la prima; gli amori che vengono dopo sono meno spontanei.

Delle storie compiute sappiamo tutto attraverso le foto dei matrimoni, le frasi di circostanza nelle cerimonie ufficiali, i figli, i mutui per le case, le vacanze al mare, i piatti scheggiati, i bicchieri rotti, le corna, le reciproche insoddisfazioni, le bollette di luce, gas. Il canone da pagare ai dispiaceri e le rette alle incomprensioni, il bonus una tantum della felicità. Di una relazione compiuta si conoscono l’inizio e purtroppo anche la fine, gli anni insieme ed il logorio della quotidianità finiscono con il minare il rapporto rendendolo talvolta scontato altre persino banale. Così se non ci si rinnova, presto si finisce con lo smettere di essere curiosi dell’altro perdendo ogni velleità di desiderabilità e di ricerca del mistero. Insomma, si sa già dove si vuole andare a parare.

In una storia che non si è concretizzata c’è tutto il fascino del condizionale, di come sarebbe stata la mia vita se avessi scelto lei invece dell’altra, oggi che uomo sarei, avrei pagato pegno alla felicità o sarei stato ancora più solo. Ciò che non è stato ha tutta la potenza di chi sembra dire E’ andata come è andata, forse come doveva andare ma io potevo essere, avrei rivoluzionato il mondo, capovolto il cielo e rovesciato i mari. Si vive nell’idealizzazione del primo amore, a quel tempo stretti fra immaturità e voglia di crescere, ci sentivamo eterni ed ipotizzavamo molti nuovi altri grandi amori. Facevamo le carte all’illusione senza mettere in conto che il destino avrebbe potuto servirci un due di picche più amaro della rucola o del radicchio.

Anche per questo le anime poeticizzate come la mia, annoiate dall’attualità che non offre abbastanza spunti degni per fare filosofia, letteratura, sentimento – scrive pezzi del genere che si vanno ad infilare fra le pieghe dei pantaloni del Sogno o delle lenzuola della Meraviglia nella speranza che qualcosa si muova ancora, faccia densità. Crei emozione e riconcili con il senso della vita.

Dici parole devote sul primo amore /Come conosco questi ostinati /Insaziati tuoi sguardi

(Anna Achmatova)

Provo a descrivermi in una frase, ma è un pò come rinchiudere il mare in un bicchiere. Allora potrei definirmi "Un solitudinista visionario animale sociale ed un cercatore di spiritualità, tutto occhi ed inquietudine, perdutamente innamorato dell'Idea che non è ancora riuscito ad afferrare, col cuore di cristallo. Fregato dai sentimenti". Ritengo superfluo aggiungere i titoli di studio conseguiti, i lavori svolti, gli eventi culturali organizzati e presentati, gli impegni nella politica e nel sociale. E se a qualcuno sta balenando in mente l'idea ( sbagliata) che io possa essere un insopportabile presuntuoso, sappia che è appena caduto nella rete che ho preparato. Io voglio che a parlare per me siano gli articoli; i lettori più attenti ci troveranno frammenti d'anima.