Empatia e coraggio

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di Maria Rusolo

” Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi”

Oggi credo sia quanto mai necessario riflettere sul senso e sul valore, ma anche sul significato della parola Libertà e non perché non ve ne sia sempre bisogno per carità, è solo che oggi si comprende a pieno che alcune generazioni non ne hanno ben chiaro il contenuto, ed immaginano che sia una scatola vuota da riempire a piacimento, nella comodità delle nazioni di un Occidente Democratico, frutto, lo dimenticano, di lotte, sacrifici, ribellioni, e rivoluzioni.

Ho la sensazione che la mia generazione sia cresciuta pensando che fossimo liberi, e che questo comportasse agire e dire tutto quello che passa per la mente, senza soppesare le parole ed il valore delle stesse, chiudendo gli occhi sulla storia che ci ha consentito di essere qui oggi, ma cosa più grave su quello che accade nel mondo. In realtà vorrei dire che aldilà dei fatti contingenti, anche nelle nazioni che si definiscono democratiche, spesso quando esistono e crescono le disuguaglianze, i diritti e le libertà sono solo apparenti, ma probabilmente chi ne parla si illude o quello che è peggio vive nel proprio privilegio incurante di ciò che accade nella casa accanto.

Figuriamoci se questi maestrini, cresciuti a pane e nutella, raccomandati fin dalle scuole elementari, cresciuti dalle clientele e nelle clientele, possano preoccuparsi se un Paese Potente, guidato da un folle, perché di questo si tratta, invada una nazione al solo scopo di realizzare un progetto tirannico ed imperialista. Mi chiedo nell’ascoltare illustri docenti e nel leggere commenti di persone della mia età, se abbiano mai passato un minuto a riflettere su cosa sia stato il Nazismo per il Mondo e l’Europa, su cosa sia stato il Fascismo, il Comunismo, su cosa siano in generale le dittature, se hanno un vago ricordo dei ragazzi di Tienanmen, se abbiano mai espresso una opinione veramente libera dai condizionamenti di censo e casta, o se non si siano invece accomodati nel privilegio del favore personale pure per entrare in un Ospedale.

Oggi questa generazione si permette di porre in discussione la lotta di un Popolo per la capacità di autodeterminarsi, perché spaventati nella propria tranquillità, nel proprio orto di casa. Temono, io credo di subire contraccolpi economici, prima di tutto e poi sociali, senza comprendere che quando la libertà anche di un solo individuo è messa in discussione, pagano tutti, senza distinzione. Al cospetto di un regime, al cospetto della lesione dei diritti politici, sociali e civili di qualunque essere umano, il pericolo è generalizzato, è comune e non c’è nulla da porre in discussione. Le chiacchiere se le porta il vento, e quei bambini che scappano, quelle donne soffocate dalla paura pronte a difendersi non sono altro da noi, ma siamo noi.

Non è il pietismo quello che serve, ma l’empatia ed il coraggio di sentirsi parte integrante di azioni e portatori di responsabilità, individuali e collettive che non sono chiuse da confini fisici, ma solo mentali. Stamattina pensavo a cosa sarebbe accaduto se qualcuno avesse ragionato nello stesso modo durante l’avanzata di Hitler, che cosa sarebbe stato se dei ragazzi non avessero rischiato la vita durante il Fascismo, se le donne non avessero nascosto i Partigiani o gli ebrei, non preoccupandosi di preservare la propria vita e quella dei propri figli, se ci girassimo tutti altrove, in quelle comunità che vivono ancora la guerra tra bande criminali, se uomini come Falcone e Borsellino, avessero lasciato perdere dinanzi alla necessità di restituire ad un Paese ed alla gente la propria dignità perduta.

Mi rammarico, mi arrabbio, ma sono consapevole che esiste anche un’altra parte della mia generazione,, bella, pulita, precaria, ricca di valori, che non si arrende, che non si astiene, che fa e dice cose scomode, e che vola terra terra, piena del pragmatismo del bisogno e della esaltazione del coraggio dinanzi all’oppressore. Esistono anche armi che non fanno rumore, che non fanno fuoco per uccidere, ma che sono potentissime, ed io e noi continueremo ad usarle per la pace, per la eguaglianza, per la parità e la libertà dal bisogno e per la volontà di essere Uomini e Donne tra gli Uomini e le Donne ovunque ed ad ogni latitudine.

“Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta!”

p.s. le citazioni usate non sono scelte a caso, sono di Ernesto Che Guevara, così per non lasciare nulla al caso.

Nasco in un piccolo paese della provincia di Avellino, con il sogno di girare il mondo e di fare la giornalista, sullo stile della Fallaci. Completamente immersa, sin dalla più tenera età nei libri e nella musica, ma mai musona o distante dagli altri. Sempre con una battaglia da combattere, sempre con l’insolenza nella risposta verso gli adulti o verso chi in qualche modo pensasse che le regole non potessero essere afferrate tra le dita e cambiate. Ho sempre avuto la Provincia nel cuore, ma l’ho sempre vissuta come un limite, una sorta di casa delle bambole troppo stretta, per chi non voleva conformarsi a quello che gli altri avevano già deciso io fossi o facessi. Decido di frequentare Giurisprudenza, con il sogno della Magistratura, invaghita del mito di Mani Pulite, ma la nostra terra è troppo complicata, per non imparare presto ad essere flessibile anche con i sogni e le speranze, per cui divento avvocato con una specializzazione in diritto del lavoro prima e diritto di famiglia poi, ma anomala anche nella professione e mal amalgamata alla casta degli avvocati della mia città. La politica e la cultura , i cuori pulsanti della mia esistenza, perché in un mondo che gira al contrario non posso rinunciare a dire la mia e a piantare semi di bellezza. Scrivo per diletto e per bisogno, con la speranza che prima o poi quei semi possano diventare alberi.