In un mondo che… ha bisogno di pizzaioli!

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di Maura Messina

In un mondo che è afflitto dalla piaga della disoccupazione finalmente c’è una richiesta concreta, la necessità di pizzaioli. 

Nel marasma delle offerte di formazione mi sono imbattuta in una esperienza che ha attirato la mia attenzione: il corso di formazione professionale de “l’Antica Pizzeria da Michele” che ha garantito ai partecipanti l’inserimento lavorativo.

 

Ne parlo con la giovane pizzaiola Tina Iannuzzi che ha frequentato il suddetto corso.

 

Raccontami di te.

Sono Tina Iannuzzi, ho 30 anni e attualmente lavoro come pizzaiola presso l’Antica Pizzeria da Michele a Berlino.

Quando e come è iniziata la tua esperienza come pizzaiola? Dove ti sei formata?

La mia esperienza ha avuto inizio circa 5 anni fa in una pizzeria dell’alta Irpinia quando lavoravo come cameriera e poi come aiuto pizzaiola.

Ho scoperto la mia passione per la Pizza quando a fine turno ne sfornavo per me e per i miei colleghi, che mi facevano da cavie.

Qualche anno dopo mi sono messa alla prova anche con il Gluten Free. Non è stato facile farmi spazio in questo mondo. Per un po’ ho seguito un corso per pizzaioli ad Avellino, senza troppe soddisfazioni. Finché non mi hanno parlato del corso di formazione per Pizzaioli con Partnership l’Antica Pizzeria da Michele e mi è parso un buon punto d’inizio. Lì seguendo lezioni pratiche e teoriche con Maestri Pizzaioli ho avuto l’opportunità di accrescere le mie conoscenze e di aprirmi una finestra sul mondo. Ora lavoro in una città come Berlino e faccio tesoro di ogni esperienza. Non lo considero un traguardo, piuttosto una tappa nel percorso che sto ancora costruendo.

Cosa consiglieresti ad una giovane ragazza o ad un giovane ragazzo che vuol intraprendere la tua stessa carriera?

Non ho molti consigli da dare a chi si affaccia a questo mestiere, se non quello di aprirsi a qualunque opportunità, affidandosi soprattutto all’istinto che spesso è alla guida di una reale passione. Per me è cominciato con la piacevole sensazione di affondare le mani nella farina, impastare, dare forma e creare.

Qual è la cosa che più ti piace del tuo lavoro?

Trovo piacevole pure il rumore dei coltelli sul tagliere e starei ora a guardare l’impastatrice che fa il suo lavoro. Mi piace e amo fare pizze perché mi gratifica l’impegno e la dedizione che ci vuole, e mi da soddisfazione sapere di aver “fatto bene”, se la pizza è buona, io non posso che essere felice.

E mentre sui social si consuma l’ennesima guerra tra alcuni ristoratori, che lamentano la mancanza di personale, e i percettori del reddito di cittadinanza, accusati di preferire il sussidio dello Stato ai lavori stagionali, c’è chi guarda al futuro in maniera concreta e lancia una proposta interessante.

Intervista al Manager Alessandro Condurro.

Puoi raccontarci del corso regionale di formazione per pizzaioli che vanta la partnership con “L’Antica Pizzeria da Michele in the World”?

Con “L’Antica Pizzeria da Michele in the World” sono dieci anni che lavoriamo e man mano che si aprivano pizzerie nel mondo con marchio “Da Michele” ovviamente è aumentata la richiesta di pizzaioli. Si è sentita forte la necessità di avere manodopera, ma una manodopera specializzata. Non “pizzaioli”, ma “pizzaioli di Michele”, che sapessero fare la nostra pizza. Abbiamo visto con l’esperienza che è difficile formare un pizzaiolo che sia già un pizzaiolo a fare la nostra pizza, a meno che non sappia già fare la nostra pizza di default. Nuovi pizzaioli che hanno uno stile di pizza  particolare difficilmente imparano a fare il nostro impasto e la nostra pizza.

Quindi abbiamo pensato che fosse meglio formali partendo da zero: prendere dei ragazzi che volessero imparare e volessero lavorare e quindi formarli direttamente con il nostro metodo.

A tal proposito ci è venuta incontro la Scuola di Formazione Logos che si trova ad Aversa.

Noi abbiamo iniziato con un paio di corsi fatti a Napoli presso degli enti di formazione che però non avevano i locali abbastanza grandi né autorizzazioni a sufficienza.

Quindi si trattava di corsi abbastanza “approssimativi”.

Abbiamo poi trovato Logos, un ente di formazione accreditato dalla Regione Campania, che ha locali ampi, fa corsi di formazione di vari tipi, come assistenti sanitari, odontotecnici, corsi di inglese e loro volevano aggiungere all’offerta un corso per pizzaioli.

Dopo esserci conosciuti abbiamo dato il via alla collaborazione.

Il corso di formazione che si fa presso la Logos è un corso accreditato dalla Regione Campania che prevede 400 ore di teoria divise in lezioni in aula (formazione in presenza) e fad (formazione a distanza).

L’aula è stata attrezzata con forno, impastatrice, tavolo da lavoro, abbiamo ricreato il laboratorio di una pizzeria e una pizzeria vera e propria. Si impara a fare le pizze.

La differenza rispetto agli altri corsi che durano 40 ore e che alla fine ti insegnano poco e niente rilasciandoti solo un attestato, giusto per lo sfizio di dire “ho fatto il corso da pizzaiolo” è che questo corso, dopo le 400 ore di teoria (200 in aula + 200 a distanza), ti dà altre 200 ore di pratica.

200 ore di stage presso una delle sedi de “L’Antica Pizzeria da Michele” in Italia. La Regione Campania ha acconsentito a farci fare gli stage fuori dalla nostra regione.

I nostri corsisti vengono mandati per 2 mesi a lavorare nelle nostre pizzerie: Napoli, Salerno, Milano, Firenze, Bologna, Verona per citarne alcune.

Terminati i due mesi di stage, tornano qui, fanno l’esame in presenza della commissione della Regione Campania che rilascia loro l’attestato dopodiché i ragazzi vengono immediatamente assunti.

Anche perché come sai bene questo è un periodo in cui aprono molte pizzerie e c’è penuria di pizzaioli, i pizzaioli vanno via come il pane.

E vanno via come il pane soprattutto dei ragazzi che partono da zero e vogliono imparare.

Nel momento in cui allo stage ci si fa voler bene, si dimostra di essere bravi ragazzi, educati, si vuol lavorare ecc i miei partner li assumono immediatamente.

E nel caso in cui non dovesse esserci posto in una delle pizzerie dove lo stagista ha fatto lo stage, lo stagista torna a Napoli e io nel giro di una settimana lo ricolloco da qualche altra parte tranquillamente,

Del primo corso che abbiamo fatto con Logos, su 8 pizzaioli, 6 sono stati assunti. I 2 che non sono stati assunti è perché a metà corso lo hanno abbandonato e hanno scelto di andarsene.

Quindi 6 su 8 sono stati assunti e lavorano regolarmente presso le nostre pizzerie.

Il secondo corso aveva 5 corsisti, attualmente stanno facendo gli stage, ma già mi hanno detto tutte le pizzerie presso le quali stanno facendo gli stage mi hanno già detto che li assumeranno tutti e 5. É un successo assoluto.

Altri corsi se ne faranno perché la partnership con l’ante Logos Formazione andrà avanti. Già a settembre inizierà un altro corso e stiamo raccogliendo le iscrizioni.

Noi teoricamente potremmo lanciare 7/8 pizzaioli ogni corso e potremmo fare 3/4 corsi l’anno.

Ovviamente dipende molto dalla rapidità con la quale si iscrivono le persone.

Il successo del corso racconta di ragazzi entusiasti che desiderano mettersi in gioco, imparare un’arte antica e lavorare. In un momento storico in cui molti polemizzano sui sussidi statali, rei di disincentivare il lavoro, tu cosa ne pensi?

Con questa domanda affondi il dito nella piaga. Io oltre ad essere il Manager de “L’Antica Pizzeria da Michele in the World” faccio il commercialista e il consulente del lavoro da 25 anni. Proprio in questi giorni ho scritto un post nel quale lamentavo proprio questo: 25 anni fa, quando io ho cominciato a fare il consulente del lavoro, tutti i miei clienti ma in generale tutte le aziende napoletane, non ti assumevano e non ti mettevano a posto neanche se avevi un fucile puntato in bocca.

Il contratto di lavoro full time, a tempo indeterminato, era l’obiettivo di una vita dei ragazzi. Io mi ricordo che si cominciava almeno 2/3 anni dovevi stare a nero e venivi sfruttato. Se poi ti comportavi bene e non davi fastidio al datore di lavoro, sebbene lavorassi tutto il giorno, ti metteva a posto con un part-time e quindi una parte del compenso la prendevi a nero e l’altra parte in bianco.

Poi dopo 2/3 anni a part-time, contratti a tempo determinato. Poi se ti comportavi bene e ti accontentavi di quei “quattro pidocchi” che ti davano come liquidazione venivi assunto full time a tempo indeterminato.

E a quel punto eri arrivato, avevi coronato il sogno di una vita, questo vent’anni fa. Oggi fortunatamente a quelle mentalità lì sono subentrati i figli, i nipoti, si sono modernizzate le aziende. Hanno capito tutte le aziende che non esiste lavorare in quel modo. Oggi ti posso dire che il 90-95% di aziende assume dal primo giorno, mette a posto il personale dal primo giorno con contratti regolari. Il problema è che sono cambiati i lavoratori. Purtroppo oggi noto una disaffezione al lavoro. Probabilmente il fatto di essere talmente abituati alle fregature si preferisce l’uovo oggi alla gallina di domani, non si vuol imparare un mestiere.

C’è chi viene a chiedere di lavorare ma richiede il piacere di farlo a nero perché: “sto sullo stato di famiglia di mio nonno che prende la pensione”/“mio padre percepisce gli assegni familiari”/“prendo il reddito di cittadinanza”/“sto percependo la disoccupazione”.

Io non dico che sono i giovani che non vogliono lavorare però questo è il frutto di anni e anni di sfruttamento da parte dei datori di lavoro che hanno fatto sì che la mentalità cambiasse completamente.

Adesso i ragazzi devono capire che devono investire sul proprio futuro, che basta con questo assistenzialismo, il lavoro c’è.

C’è tanto lavoro nel mondo della ristorazione non esiste la disoccupazione, c’è difficoltà a trovare personale, però bisogna avere il coraggio di investire sul proprio futuro, bisogna mettersi in gioco, bisogna lavorare.

Oggi offrono contratti full time a tempo indeterminato dal primo giorno, non è come ai miei tempi. Noi veramente la “gavetta” l’abbiamo fatta, io ho fatto il “praticante Dottore Commercialista” per 2 anni e nemmeno la miscela nel motorino mi metteva il Dominus mio dove ho fatto pratica. Io ci ho perso soldi di benzina e marche da bollo in tribunale che non ho più riavuto indietro, questo faceva parte della  “gavetta”.

Non voglio fare il fustigatore dei giovani, loro vengono da tanti anni di soprusi però bisogna capire che i tempi ora sono cambiati. Adesso c’è tanto lavoro (nella ristorazione). Basta con l’assistenzialismo.

Sono previsti per il prossimo anno nuovi corsi per tentare di entrare a far parte della famiglia de “L’Antica Pizzeria da Michele in the World”?

Assolutamente sì, già a partire da settembre. Sono corsi che si terranno con cadenza regolare, ogni 2/3 mesi. Cercheremo di andare a pieno regime e di avere corsi con cadenza regolare.

Al momento sono corsi privati quindi costano e vengono pagati dalle persone che si iscrivono.

Noi speriamo quanto prima di ottenere anche un finanziamento regionale in modo tale che i ragazzi non dovranno nemmeno pagare l’iscrizione.

Però bisogna considerare che anche se dovessi pagare l’iscrizione per il corso di 2000 euro, se volessi fare uno stage presso una qualsiasi pizzeria di Milano dovresti affittare una camera per 2 mesi. E una stanza a Milano per 2 mesi sono almeno 2000 euro.

Con i nostri stage invece il vitto e l’alloggio sono compresi nel prezzo del corso.

Maura Messina, art-designer napoletana, classe 1985. Da sempre sensibile alle tematiche ambientali, in particolare al dramma della terra dei fuochi. Dal 2014 collabora con varie testate giornalistiche. Autrice del libro illustrato autobiografico “Diario di una kemionauta” e del romanzo distopico “4891 la speranza del viaggio”, editi da Homo Scrivens. Ha partecipato a numerose mostre d’arte come pittrice. Il suo motto è: per cambiare il mondo basta napoletanizzarlo.