di Alfredo Carosella
Negli Stati Uniti c’è un nuovo genere di influencer: le mogli tradizionali (Trad Wife). Spopolano in rete con video patinati dove si mostrano perfette casalinghe, ottime mamme di vari figli, obbedienti ai mariti. Il fenomeno è comparso su internet intorno al 2018 ma ha avuto una forte espansione dopo la seconda elezione di Trump e un’impennata dopo l’omicidio di Charlie Kirk che aveva fondato, con la moglie Erika Lane Frantzve, l’associazione conservatrice Turning Point USA (TPUSA), ora diretta dalla donna.
Un’associazione che promuove la “dottrina MAGA” (Make America Great Again), nata con Reagan nel 1980 e rilanciata più volte da vari personaggi fino a Elon Musk. Secondo il Corriere della Sera, nel 2023 Kirk aveva raccolto 92 milioni di dollari dalle donazioni per finanziare la campagna elettorale di Trump negli stati in bilico. Tra gli obiettivi c’era il reclutamento di un gran numero di studenti conservatori, anche grazie alla creazione di un’accademia online.
Tra chi vede di buon occhio le “Trad Wife” c’è anche Erika Lane Frantzve, imprenditrice, ex miss Arizona, cristiana evangelica che avrebbe detto: “la moglie obbedisce all’uomo che la serve” (fonte: La Repubblica), pensando forse al passo della Bibbia “Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore” (Efesini 5,22).
Si rischia molto quando si mescola la fede religiosa con la vita sociale e politica. Soprattutto quando le citazioni religiose vengono usate in maniera distorta e fuorviante. Si pensi alle “guerre benedette da Dio” o a cosa accade in certi paesi islamici in nome delle parole del Corano contenute nella Sura An-Nisa 4:34: “Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse]i loro beni. Le [donne]virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato.”
Altrettanto rischioso è consentire la raccolta di fondi milionari per finanziare le campagne elettorali che, non a caso, diventano sempre più delle contese aspre e senza regole: gli ideali contano sempre meno perché vince chi riesce a raccogliere più soldi e a condizionare l’opinione pubblica.
Assistiamo, forse inermi, a una nuova mutazione: fino a poco tempo fa le elezioni venivano condizionate dall’uso, spesso ingannevole, dei social network; ora la parola è passata agli influencer.
La scrittrice e giornalista freelance Jo Piazza ha pubblicato il romanzo “Le regole della moglie perfetta” ma il titolo originale ci aiuta a comprenderne meglio il messaggio: Everyone is lying to you” (Ti stanno mentendo tutti). Sì, perché, come ha dichiarato in un’intervista a La Repubblica: le “mogli tradizionaliste sono l’opposto di ciò che predicano: gestiscono attività e sono loro a mantenere la famiglia, non i mariti. Fingono di essere perfette per rifilare corsi di pasticceria, ikebana, prodotti per la casa.” Alcune abbandonano dopo aver monetizzato abbastanza. Altre divorziano.
I loro video, però, sono perfetti per la politica conservatrice e per le necessità di trovare frontiere di vendita sempre nuove, e fanno proseliti tra le donne bianche e benestanti.
Il problema è che ci sono donne che si convincono ad abbandonare il lavoro e rinunciare ai propri diritti.
C’è un altro libro, a fumetti, pubblicato qualche tempo fa, si intitola “Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano”. L’autrice Emma Clit, nota semplicemente come Emma, pone delle domande interessanti: “Hai mai pensato a quante volte il tuo partner ti ha risposto «bastava chiedere», come se tu fossi l’addetta all’organizzazione della casa? Hai mai riflettuto su quanto sia ingiusto che il tuo congedo di maternità sia chiamato da qualche collega ‘una vacanza’?”.
Sia chiaro, ognuno può fare quello che vuole e ci sarà senz’altro chi sceglie liberamente uno stile di vita piuttosto che l’altro, ma resta il dubbio che si stiano buttando al vento decenni di lotte femministe.