Napoli- Inter 2-2: le pagelle di Pasquale Lucchese

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Dopo una partita come Napoli-Inter, hai due soluzioni: cercare uno spigolo, particolarmente appuntito e scaraventarti contro…o far sbollire la rabbia, la delusione, l’angoscia con nonchalance, filosofeggiando e sorridendo alla vita che ti beffa. Esiste una terza via, la famigerata terza via, una sorta di sintesi delle prime due soluzioni: il silenzio, chiudersi nel proprio assordante ‘silence’. Rimugini sui due punti sperperati stasera e sui tanti gettati in questa balorda stagione (ancora tutta da vivere…), rifletti sulla deriva autolesionista del tifoso partenopeo, sull’assurdità di ciò che ascolti in radio mentre torni affranto dal San Paolo, e ciò che leggi sui social, in auto e quando rientri, sempre affranto, a casa. Poi si apre il capitolo Sky, la guerra aperta tra il Napoli e l’emittente di Murdoch, e altri mille pensieri si annidano nel tuo cervello offuscato. La verità, la mia inesorabile e (non) lucida verità è che perdere una partita come quella di stasera (pareggiare, ma il senso non cambia) non ha una reale e logica spiegazione. Potevano esserci degli accorgimenti tattici, si potevano sfruttare meglio le sostituzioni, si poteva inserire un centrocampista di quantità (quale?…in panchina c’era solo il timido Jorginho), inserire Mesto (!) per Callejon, potevamo fare tutto e il contrario di tutto, questa partita dominata per 64 minuti, non andava sciupata. Ma questa è una stagione stramba, nata sotto una pessima stella basca, in parte raddrizzata con un significativo recupero in campionato e con Doha, ma a cui manca quel colpo di reni, quel ‘quid’, per farla definitivamente svoltare. Una stagione costellata da troppi alti e troppi bassi, da troppe occasioni sciupate, da troppi ricordi amari. Mancano le caratteristiche che ti fanno ‘big’: cinismo, continuità, la capacità di cogliere il momento, di leggere le partite, addormentandole quando occorre, e dulcis in fundo, un pizzico di fortuna. Si tratta, guarda caso, delle stesse mancanze che si avvertono durante una partita, e questa squadra se cala in intensità e in concentrazione, va in difficoltà, in apnea e subisce. Eppure nonostante l’immaturità palesata da un Napoli perennemente adolescente, siamo ancora in piena corsa per un posto in Champions (con o senza preliminari) e vivi in tutte le competizioni.

Pagelle

 Andujar: Chiamato poche volte in causa, incolpevole sui gol. Voto 6

Henrique: Ingenuo nel primo giallo, ancor più nel fallo da rigore che gli costa anche il secondo cartellino. È suo il cross che regala il vantaggio ai partenopei. Voto 5+

Strinic: Soffre nel primo tempo, nella ripresa prende le misure a Shaquiri. Voto 6-

Albiol: Nonostante le due reti subite, non demerita. È tutta la squadra a sparire dal campo e a subire la reazione, disordinata ma con intrinseca qualità, della compagine milanese. Voto 6

Koulibaly: Vale lo stesso discorso fatto per lo spagnolo. Voto 6

 David Lopez: In difficoltà, meno lucido del solito. Andava sostituito, ma con chi? Voto 5+

Inler: Prestazione da giocatore pagato 18 milioni. Non sono mai tenero nei suoi confronti, ma stasera è stato un leone. Voto 7

Hamsik: Partita ad altissimo livello, oserei dire da Marek vecchia maniera, con tanto di gol e assist ‘vecchio stampo’. Quando gioca così andrebbe tenuto in campo 95 minuti… Voto 7.5

Mertens: Gli manca il guizzo vincente, ma è in serata, regala velocità, assist, freschezza. Voto 7

Callejon: Opaco, ci mette impegno, ma non riesce a ritrovarsi. Voto 5.5

Higuain: Nel primo tempo si contano 4 occasioni: un diagonale fuori, una paratona di Handanovic, un improbabile pallonetto, e un gol ‘fatto’ divorato. Nella ripresa gol straordinario, controllo a seguire da cineteca, da mostrare alle scuole calcio (ma devi avercele ‘dentro’ certe giocate..) e tiro superlativo. Voto 7

pareggioSubentrati:

De Guzman: Mah…. Voto S.V.

Gabbiadini: Entra troppo tardi. S.V.

Mesto: Il salvatore della patria andava fatto entrare prima…. S.V.

Benitez: Per 64 minuti il Napoli è splendido, forse uno dei migliori visti in stagione, annichilisce l’avversario, che contrariamente a quanto si sussurra in giro, tanto scarso non è, almeno nelle individualità (Handanovic, Juan Jesus, Santon, Guarin, Shaquiri, Palacio, Icardi, Hernanes). Il doppio vantaggio è risultato bugiardo per quanto visto sul terreno di gioco, e se facciamo salire un allenatore sul banco degli imputati dopo partite opache (Torino per restare ai giorni nostri), allo stesso tempo gli si deve riconoscere il merito di prestazioni di siffatta qualità. (Nota dello scrivente: scrivo questo pur restando convinto che un allenatore possa influire su una squadra molto meno di quanto siamo portati a pensare, per dirla banalmente: in campo ci vanno i giocatori). Certo, da quel momento il Napoli sparisce, calo fisico, mentale, tattico, difficile dire, ognuno potrà pontificare, accusare, incolpare, resto del mio avviso: una spiegazione ‘razionale’ non c’è, c’è una concatenazione di fatti, di solite ed endemiche mancanze, e il ripetersi di simili sciagure sportive (Cagliari, Palermo, la stessa Inter all’andata), non fa altro che suffragare quanto detto. La rabbia e la delusione ci porteranno a inveire, a cercare (e trovare) il colpevole, il tutto tenendo ben presente la fazione a cui abbiamo deciso, a-criticamente o meno, di appartenere.

Arbitro: Se diciamo che il rigore di Napoli-Genoa, per il fallo di Kucka su Higuain si può fischiare, dobbiamo avere l’onestà di dire che anche questo si può concedere. Resta un contatto leggero, resta un’azione di gioco che poteva non essere sanzionata dall’arbitro. Resta che il Napoli, al primo rigore contro stagionale, alla seconda espulsione in campionato, non protesta. Almeno la mentalità sportiva di stile british, Benitez l’ha infusa ai suoi uomini! Nel complesso il toscano Rocchi, non dirige male il match, per quanto sorvoli su qualche scorrettezza nerazzurra. Voto 5.5

Inter: Tra andata e ritorno due punti nei minuti finali e sempre in recupero. Ci ha pensato la Coppa Italia a rendere meno ‘fragile’ il nostro fegato… Squadra tutt’altro che priva di qualità, con diverse individualità importanti. Per ora Mancini, idolatrato dai media, ha una media punti inferiore al suo predecessore, ma anche un ‘sex-appeal’ decisamente superiore, arma importante per portare alla propria corte, giocatori di un certo livello (Pololsky e soprattutto Shaquiri per citarne due).

Dal secondo al quinto posto, per demerito di Roma e Napoli e per merito di Lazio e Fiorentina (senza dimenticare la Sampdoria), è tutto in discussione. Un campionato mediocre nella qualità, ma anche nei numeri se la Roma mantiene la seconda piazza nonostante 11 pareggi, di cui 7 nelle ultime 8 partite.

Chiusura sul penalty e non solo: un tempo quel rigore avrebbe avuto maggiore ‘spazio’ tra i tifosi, ci sarebbe stata una maggiore ‘levata di scudi’, invece oggi il tifoso azzurro si è imborghesito, diventando un sano e corretto sportivo che accetta le scelte arbitrali. Allo stesso tempo, il napoletano sembra orientato verso un ‘vittimismo’ di maniera, alimentato da un’infinita varietà di luoghi comuni e non, che sui media e soprattutto sui web (con testate online e non solo, pronte a rimbalzare ‘non’ notizie di ogni tipo, creare confusione, fantomatici casi, becero, scadentissimo e stucchevole ‘opinionismo’) proliferano all’impazzata…Che barba, che noia, che barba…meglio, molto meglio il nostro Napoli, anche in seratacce come questa! C’è sempre il silenzio (e la tastiera) a farti compagnia e a consolarti….

Nato 43 anni fa a Napoli, da sempre residente a Casoria. Laureato in Storia alla Federico II, militante politico, impegnato nel mondo dell'associazionismo e del volontariato. Oltre alla storia, e alla politica, l'altra passione è il calcio, in particolare il Napoli. Il colore preferito è, ovviamente, l'Azzurro!