Perché ci sentiamo minacciati dalla libertà degli altri?

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di Nicoletta Lucheroni

Viviamo in un Paese arretrato. Viviamo in un Paese profondamente bigotto e ipocrita. Siamo un popolo bigotto e ipocrita. Parliamo di inclusione, di progresso, di futuro ma non riusciamo a vedere oltre lo spesso velo di ipocrisia con il quale ricopriamo le nostre povere esistenze. Siamo talmente insicuri e infelici da avere paura che i diritti concessi a chi non li ha, possano intaccare le nostri prigioni dorate che amiamo fotografate sui social, portare a spasso la domenica per il corso, alla messa o al pranzo dalla suocera.

Ogni volta che si prova ad affrontare argomenti come l’aborto, il fine vita, le famiglie arcobaleno, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, tutta la nostra becera arretratezza viene fuori. Lo vediamo proprio in queste ore. Permettiamo a politici da quattro soldi di dirci “servono una mamma e un papà”, “il matrimonio è solo tra uomo e donna”. Permettiamo a gente, che ha famiglie che nemmeno a Beautiful, di dirci che, però, noi non possiamo. Permettiamo loro di dirci cos’è l’amore, con chi possiamo farlo, cosa è meglio per i nostri figli, cosa è meglio per noi.

Detesto il termine “famiglia tradizionale” perché non significa nulla. Dobbiamo smettere di pensare alle persone come “famiglia” e iniziare a pensarle “persone”. Un padre può essere un ottimo padre, persino migliore, anche se non vive con la madre dei suoi figli ma da solo o con un’altra compagna o compagno. Lo stesso una madre. Non è uno stato di famiglia, un anello, un pezzo di carta a definire un amore. I diritti vanno riconosciuti alla persona e non alla famiglia. La persona deve essere libera di formare le famiglia che desidera o di non formarla affatto, senza che questo possa ledere i suoi diritti.

Tra me e mio figlio non c’è lo stesso sangue (perché la sua famiglia tradizionale non ha potuto o voluto occuparsi di quel neonato) ma siamo inseparabili da 20 anni. Questo ci rende meno famiglia? Meno madre e figlio? Se io mi innamorassi di una donna, sarei meno madre? Ora mio figlio è maggiorenne ma se non lo fosse, perché non potrei fare in modo che la mia compagna dividesse con me la maternità? Che cosa toglierei a mio figlio? Soprattutto, che cosa toglierei ai figli degli altri?

Perché non posso essere libera di decidere chi può occuparsi di mio figlio? Perché ci sentiamo minacciati dalla libertà degli altri? Perché abbiamo paura che possano essere più felici di noi? Perché abbiamo paura che possano essere genitori migliori di noi? I bambini hanno bisogno di essere amati, rispettati, guidati. Non di essere chiusi in una gabbia di ipocrisia. Lasciamo libere le persone di scegliere la propria vita. Avremo adulti più felici e bambini più felici.

Classe 72, torinese e profondamente torinista e anti-juve. Convinta notav, amante della satira e della comicità. Scrivere è tutto quello che vorrebbe fare da grande.