Salvini a Casoria: se la storia è maestra di niente

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di Giuseppe Pesce

Stasera Matteo Salvini viene a Casoria. Ma chissà se lo sa, il capo politico della Lega, che Casoria è la città di tre grandi uomini passati alla storia – in un caso addirittura agli altari – per aver dedicato la vita a idee molto lontane dalle sue. Perché quelle di Niccola Rocco, Francesco Proto e Padre Ludovico sono storie di politica e di libertà, di cultura, di solidarietà e di accoglienza, che dovrebbero essere l’orgoglio di tutti i Casoriani.

Niccola Rocco è quel giovane di 25 anni celebrato all’Accademia di Francia (da uno dei ministri che aveva scritto il Codice Napoleonico), per aver inventato il Diritto Internazionale Privato, col quale sognava di costruire una comunità fondata «sulla fratellanza e uguaglianza universale degli uomini e dei popoli». Suo fratello Giovanni, anche lui magistrato, fu chiamato più volte dai Borbone a formare un Governo, ma rifiutò sempre, per preservare l’indipendenza del potere giudiziario da quello esecutivo. I loro figli e nipoti furono invece per decenni deputati della “Nuova Italia”, partecipando al dibattito nazionale e ritirandosi all’avvento del fascismo.

Francesco Proto è il deputato che nel 1861 difese le “ragioni del Sud” in una famosa “mozione d’inchiesta” – che gli costò le dimissioni dal Parlamento – che fece il giro d’Europa, denunciando i guasti di un’annessione che somigliava molto ad una conquista. Non era il filo-borbonico di cui superficialmente si parla, ma molto più convintamente un cattolico liberale (era già stato, giovanissimo, deputato di Casoria nel 1848) che aveva inutilmente sognato un’Italia federale, che garantisse la sopravvivenza del Regno di Napoli.

Padre Ludovico è infine quel santo che tolse migliaia di giovani dalla strada e andò a prendere gli schiavi “moretti” direttamente in Africa; e uno di loro, Felice Rab, lo fece diventare addirittura professore, per vincere ogni pregiudizio nei confronti di quella che veniva giudicata senza mezzi termini una “razza inferiore”. Fu un vulcano di attività (avviò 200 iniziative in tutta Italia) e non esitò a interessarsi di politica, subendo infiniti attacchi e persino il carcere. Sognò un’Università e un partito cattolico – impossibili per i suoi tempi – e si batté in tempi difficilissimi per realizzarli, anticipando di decenni l’apertura del Vaticano su questi temi. Pochi lo sanno, ma fu lui ad inventare l’espressione “Democrazia Cristiana”.

Cosa viene a raccontare a Casoria – nella terra di Niccola Rocco, Francesco Proto e Padre Ludovico – il capo politico della Lega? L’ex Lega Nord, quella nata per il Nord e contro il Sud, e sulla quale grava uno scandalo di 49 milioni di euro, che in provincia di Napoli si accompagna per giunta col peggio della vecchia politica di Centrodestra? Ci vuole un certo coraggio, che di certo non gli manca. Perché magari verrà a dire che finora ha regnato il malaffare, ma adesso è ora di cambiare. E come non essere d’accordo? In fondo, di errori ne sono stati fatti tanti. E l’ennesimo sarebbe proprio quello di credere che il cambiamento possa essere una coalizione sostenuta dal suo partito.

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