Se cento libri non valgono un pastore

Condividi su

Floriana Grieco

In questi giorni si è svolta la “Notte Bianca dei libri” a Port’Alba, l’iconica strada napoletana delle librerie, un tempo meta di studenti, turisti e, soprattutto, amanti della cultura fatta dell’odore delle pagine dei libri.

La Notte Bianca è stata organizzata per accendere i riflettori sul degrado urbano di Via Port’Alba, che prevale ormai sulla storia delle antiche librerie, laddove i contenziosi tra i proprietari privati e il Comune, i fast-food e bar che prolificano smisuratamente, e la spietata concorrenza delle piattaforme di e-commerce hanno compromesso il patrimonio culturale della città, così come l’intero comparto produttivo locale dei librai e dell’editoria, e l’integrità degli edifici, che versano drasticamente in condizione di fatiscenza e pericolosità per l’incolumità pubblica.

A partire proprio dal magnifico Arco,  che il duca d’Alba, Antonio Álvarez de Toledo, viceré spagnolo, fece erigere nel lontano 1625, che perde periodicamente calcinacci dalla sua volta, raccolti da una mortificante rete posta anni fa a protezione dei passanti. Un rimedio “provvisorio” secondo il Comune, termine abusato dalle amministrazioni che si susseguono a Palazzo San Giacomo, e che i napoletani più sarcastici traducono giustamente in “provvisoriamente definitivo”.

Il 17 novembre scorso, con le librerie aperte fino alle 23:00 e con una raccolta di firme per il “Manifesto di Port’Alba”, la Notte Bianca ha riscosso un ottimo successo in termini di adesioni e presenze, e abbiamo assistito a esibizioni come quella degli artisti del Teatro TRAM – Teatro Ricerca Arte Musica, e alle testimonianze illustri di scrittori e intellettuali, come Pietro Treccagnoli e Maurizio de Giovanni, di giovani imprenditori come Francesca Mazzei, la cui famiglia ha rilevato la storica Libreria “Guida”, per aprire in primavera un nuovo spazio culturale, tra cultura e innovazione, dal nome “Saletta Rossa”.

Tra i presenti si potevano incontrare anche politici napoletani, tra cui Antonio Bassolino e Francesco Borrelli. Tutti presenti per chiedere il riscatto della strada delle librerie, considerate forse dalla Soprintendenza meno importanti dei pastori di San Gregorio Armeno. Sì, perché mentre per la strada dei pastori ha autorizzato il vincolo di destinazione commerciale per le botteghe dei presepiai, vietando l’apertura di qualsiasi nuova attività che non sia quella di produzione e vendita di prodotti legati all’arte presepiale, ha bocciato l’ipotesi di vincolo commerciale sulle librerie di Port’Alba. Motivo? Parrebbe legato al fatto che sono rimaste poche librerie a Port’Alba, tale da non giustificare un vincolo esteso all’intera strada. Il classico caso del cane che si morde la coda.

Anche il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi era presente, per affermare che il Comune sta lavorando affinché Port’Alba diventi “un luogo dove scoprire altri pezzi di Napoli”, anticipando che inizieranno a breve interventi per il restauro dell’Arco (superando la lite con i privati), che sono previste azioni per una tutela rafforzata per lo stop all’apertura di bar, per calmierare i prezzi di affitto a favore dei librai, e per il ripristino del decoro. Assisteremo, quindi, a una tutela forte da parte del Comune, questo ha dichiarato il primo cittadino in un’intervista all’ANSA durante la manifestazione.

Belle parole, insomma, che almeno al momento restano tali. Vedremo alla fine del prossimo anno quante di queste promesse si saranno concretizzate in azioni, perché per salvare Port’Alba serve una reale rivoluzione culturale, serve recuperare l’aspetto sociale della lettura, serve l’interesse anche e soprattutto delle Istituzioni.

Intanto a Port’Alba non resta che la encomiabile petizione su Change.org, lanciata il 9 novembre scorso da Pasquale Langella, editore-libraio, a tutela dell’Arco e di Via Port’Alba, che, purtroppo, conta ancora poche adesioni. Ci saranno almeno le firme del Sindaco Manfredi e dell’Assessore alle attività produttive Armato?

Giovane dentro, professionista di finanza agevolata per lavoro, appassionata della propria città per richiamo di sangue. La curiosità è il motore che mi porta ad intraprendere nuove sfide. L'entusiasmo è il giusto corollario per riuscire bene in quello che faccio.