1400 Comuni italiani a rischio dissesto. Il governo è pronto a intervenire

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di Alessandro D’Orazio

Sono circa 1400 i Comuni italiani che rischiano il default, tra cui figurano le amministrazioni di importanti città come Napoli e Torino. In caso di dissesto finanziario gli enti non saranno più in grado di garantire i servizi essenziali alla popolazione.

Il Governo è perciò pronto ad approvare una norma per superare tale rischio. Un intervento resosi indispensabile alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale, la quale ha messo a rischio i conti degli enti locali cancellando la possibilità di restituire alcune anticipazioni di liquidità in 30 anni.

Nei giorni scorsi era stato organizzato dalla viceministra all’economia Laura Castelli un tavolo tecnico per discutere proprio della questione. Ora, invece, tutte le forze politiche – insieme all’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – stanno lavorando ad un testo da inserire già nel prossimo Decreto Sostegni.

L’obiettivo è quello di intervenire subito per trovare una soluzione strutturale e garantire a questi Comuni adeguati aiuti economici per immediati investimenti e per portare avanti nuovi progetti. In tal senso Parlamento e Governo hanno il dovere di lavorare insieme e trovare la migliore soluzione nel minor tempo possibile.

“Tagliare spese vuol dire spegnere luci, non raccogliere i rifiuti, chiudere asili” aveva dichiarato nei giorni scorsi all’ANSA il presidente dell’Anci Antonio Decaro. Aggiungendo: “A 1400 Comuni che stavano spalmando il debito non si può dire di restituirlo in 3 o 4 anni. Entro maggio dobbiamo approvare i bilanci. So che il ministero dell’Economia se ne sta occupando. Bisogna fare presto”.

“Evitare il dissesto dei Comuni, che non sempre è causato da spese folli ma dalla difficoltà di far fronte a giuste preteste dei cittadini, è un compito primario che lo Stato deve assolvere. Il problema è come farlo.

Era stato fatto in modo sbagliato, perchè autorizzava la prosecuzione di una gestione inadeguata – non si può continuare a fare debiti sulle spese correnti – e scaricava sulle generazioni future” ha sottolineato il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio; spiegando anche che la sentenza della Corte Costituzionale non aveva l’intenzione di colpire i Comuni in difficoltà ed evidenziando, al tempo stesso, il grande impegno profuso da numerosi sindaci italiani.

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.