Basta un voto…

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di Maria Rusolo

“Soprattutto, non agire da ignoranti, né da presuntuosi. Quando non si sa, occorre informarsi, studiare, discutere serenamente, obiettivamente, e senza mai credere di essere infallibili.“

Scorrono veloci le settimane ed i giorni e presto molti cittadini saranno chiamati ad esprimersi sulla classe dirigente a cui toccherà l’arduo compito di gestire la vita politica ed amministrativa di molte regioni Italiane, e bene mi chiedo cosa avrebbero pensato gli uomini politici di una volta se avessero letto o ascoltato le centinaia di interviste rilasciate dai vari, molti improbabili, candidati, che affollano le liste.

La sensazione, ve lo confesso, non è davvero delle più piacevoli, si passa da un Italiano piuttosto claudicante, ai pensieri confusi, al vuoto assoluto. Per non parlare poi delle donne trattate da belle statuine mute, a cui tocca il compito di abbellire qualche foto e che si dimostrano completamente estranee alla materia politica. Basterebbe fermarsi alla forma, senza voler scendere nel merito delle dichiarazioni, che fanno pensare che in fondo tutto si risolverà in maniera rapida e magica, e che noi avremo treni puliti e perfetti ed in orario, scuole accoglienti e con professori attenti ai bisogni dei bambini, ospedali degni della migliore Europa, insomma un tocco qui ed un tocco là e tutto sarà bellissimo.

Basta un voto, una crocetta in una cabina elettorale ed in pochi secondi finalmente non saremo più un Paese senza futuro, ma sugli alberi cresceranno pesche tutto l’anno, la pioggia arriverà premendo un bottone, ed avremo acqua nelle case ricca di omega 3 che ci renderà per sempre giovani. A qualcuno potrà sembrare banale quello che scrivo, anche un po’ scontato ed invece, molti lasciano che tutto scivoli, si soffermano per pochi istanti e poi passano oltre, votano per amicizia o perché si aspettano un qualche favore, o quel che è peggio che l’uno valga l’altro, senza molta riflessione, pensando che tutto si esaurisca nel qui ed ora, e che in fondo ci saranno altre elezioni ed altri da scegliere.

Non è cosi ahimè scegliere oggi significa affidare una delega che comporta delle conseguenze precise sulle nostre vite e sulle vite dei giovani, che oggi provano a costruirsi un futuro pieno di incognite su banchi a rotelle, e senza professori che indichino loro la strada. La politica è diventata la banalizzazione del quotidiano che invece dovrebbe essere il banco di prova per chi si cimenta nella cosa pubblica; tra una sfogliatella, un bicchiere di vino ed un panino, tutto diventa trash, un Grande Fratello eterno nel quale ci hanno rinchiusi e da cui si fa fatica ad uscire.

Trovo imbarazzante la impreparazione, il bullismo dei candidati e la incompetenza al potere, mentre le strade sono invase dai rifiuti, l’aria è irrespirabile, e l’acqua un lusso, mentre si muore in una corsia di ospedale, o mentre un bambino con difficoltà in una scuola non riesce ad esprimere il suo potenziale. Al cospetto di tutto questo non basta la indignazione da social, e non basta il commento e la risata al Candidato che si sbraccia in qualche convegno o in una diretta, alla ricerca del consenso ” popolare”, occorre la coscienza degli elettori, che sopita si agita in questa lunga notte della repubblica, come avrebbe detto qualcuno molto più bravo di me.

Siamo noi ad avere nelle mani il potere di cambiare le cose, di risvegliarci e di agire, abbandonando il mantra del ” sono tutti uguali ” o del ” non cambierà mai nulla”. Ogni nostro gesto è importante, ogni reazione è sana ed indispensabile, perché come dico sempre, meritiamo più di quello che abbiamo sotto gli occhi. Si può camminare anche nella burrasca, piuttosto che restare dietro ad una finestra attendendo che torni il sole. Il futuro è lì a portata di mano, basta afferrarlo tutti insieme, senza voltarsi dall’altra parte in attesa di un miracolo.

“I leader che possono veramente contribuire a cambiare le cose sono quelli che non accettano passivamente lo stato dei fatti, ma che hanno il coraggio di prevedere una crisi, di agire prima che questa si manifesti e che, in modo risoluto, dall’alto della loro posizione prendono decisioni sagge. Allo stesso modo, i cittadini altrettanto coraggiosi e attivi nella loro comunità possono contribuire al cambiamento agendo dal basso verso l’alto.“

Nasco in un piccolo paese della provincia di Avellino, con il sogno di girare il mondo e di fare la giornalista, sullo stile della Fallaci. Completamente immersa, sin dalla più tenera età nei libri e nella musica, ma mai musona o distante dagli altri. Sempre con una battaglia da combattere, sempre con l’insolenza nella risposta verso gli adulti o verso chi in qualche modo pensasse che le regole non potessero essere afferrate tra le dita e cambiate. Ho sempre avuto la Provincia nel cuore, ma l’ho sempre vissuta come un limite, una sorta di casa delle bambole troppo stretta, per chi non voleva conformarsi a quello che gli altri avevano già deciso io fossi o facessi. Decido di frequentare Giurisprudenza, con il sogno della Magistratura, invaghita del mito di Mani Pulite, ma la nostra terra è troppo complicata, per non imparare presto ad essere flessibile anche con i sogni e le speranze, per cui divento avvocato con una specializzazione in diritto del lavoro prima e diritto di famiglia poi, ma anomala anche nella professione e mal amalgamata alla casta degli avvocati della mia città. La politica e la cultura , i cuori pulsanti della mia esistenza, perché in un mondo che gira al contrario non posso rinunciare a dire la mia e a piantare semi di bellezza. Scrivo per diletto e per bisogno, con la speranza che prima o poi quei semi possano diventare alberi.