Scuola: la preziosa vicinanza della didattica in aula

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di Angela Cascella

Dopo l’ultimo DPCM del 26 aprile 2020 con cui si è definitivamente confermato il rientro a scuola a settembre e lo svolgimento degli esami di Stato in presenza, della tanto diffusa, conosciuta e ricercata didattica a distanza, meglio detta DaD, iniziano a sentirsi i primi malcontenti, ovvero si avvertono le prime insofferenze della ‘nuova’ realtà scuola. Alcuni genitori hanno scritto al Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per esternarle le difficoltà incontrate nel seguire i propri figli nell’impegno didattico.

Alcuni genitori lamentano di non riuscire ad imporsi ai propri figli nell’osservazione delle responsabilità e degli impegni relativi alla didattica a distanza; altri lamentano che i Docenti fanno poco o assegnano troppi compiti; altri ancora hanno raggiunto un livello di saturazione da isolamento che li induce a trovare a tutti i costi una normalità con il rientro a scuola. Sicuramente non è una situazione facile per tutti i genitori: regna sovrana l’ansia; ogni casa, ogni famiglia vive le sue ineluttabili difficoltà; i bambini e gli adolescenti, alunni e studenti della Dad, mostrano ognuno le loro difficoltà, le reticenze, le lacune, le svogliatezze che non sono facilmente gestibili. La genitorialità in quarantena sta ponendo dinanzi ad ogni padre e ad ogni madre delle difficoltà che amplificano certi vissuti conflittuali, certe difficoltà a gestire il ruolo di educatore e formatore deputato a ciascuno di loro.

I Docenti ed i Dirigenti auspicano ad un riconoscimento da parte dei genitori per quanto si è cercato di fare per esternare vicinanza agli alunni e agli studenti. Si immagina di ricevere un plauso per l’istituzione scolastica e per i Docenti che vi lavorano, per quanto fatto ed investito in termini di dedizione verso il proprio lavoro, nonostante, a causa della Pandemia, si viva nell’ incertezza più assoluta.

Sarà così? Credo proprio di si. Credo che, nonostante la precarietà e l’ incertezza, c’è da credere che le famiglie riconosceranno alla Scuola, nello specifico ai Docenti, l’impegno, del tutto volontario, di aver bussato alle porte delle loro case attraverso i telefonini, i tablet ed i personal computer.

Della desiderata ed agognata didattica in presenza, quella della lezione frontale, quella che si realizza vis a vis in classe, credo, però, che più che la riconosciuta importanza di richiamare a se le scolaresche scollandole dall’impegno quotidiano dei genitori, vada valorizzata la funzione socio-pedagogica. Heidegger affermava che “siamo parlati dal linguaggio”, ed oggi più che mai quello che ‘ci parla’ non è frutto dell’umanità, ma è qualcosa di ‘codificato in qualche remoto anfratto del cyberspazio’.

Siamo il popolo del mondo tecnologico e del 5G, in cammino verso luoghi che ci allontanano dall’umano, dal sentito e dal sentire. Ecco, siamo gli uomini della tecnologia, della iperconnessione, ed oggi anche della DaD, che in una didattica troppo a distanza non riesce pienamente ad assurgere al suo compito precipuo di educare, istruire e formare con equità e coinvolgimento empatico, sempre attento alle competenze emotive oltre che a quelle chiave e trasversali.

La didattica in presenza non potrà mai essere soppiantata dalla didattica a distanza come l’interazione tra Docente e discente, quello che viene chiamato il giusto ambiente di apprendimento, non potrà mai essere sostituito da nessun device.

Se ciò accadesse ci ritroveremmo a vivere un nuovo ‘disumanesimo scolastico’. Come il Desumanesimo di Igino Giordani con il quale lo scrittore, giornalista e politico denunciava il pericolo di perdersi dietro alle utopie; come quei luoghi dell’irrazionale, del bestiale dell’odio e delle barbarie che non legandosi alla teologia non hanno potuto far godere della pace riconquistata dopo la seconda guerra mondiale.

Un desumanesimo pedagogico che, scevro delle più acclarate dottrine, dovrà rendere conto alle nuove generazioni, quelle delle ‘connessioni didattiche in periodo pandemico’ , del cambiamento operato sulla natura di certi legami fiduciari. “Il lavoro è amore che si realizza”’, diceva Giordani, per sottolineare profeticamente che tutto ciò che è umano è importante. La didattica in aula è quella che invece ha offerto ed offre la migliore delle relazioni umane, in un processo di insegnamento-apprendimento costruito sul sapere, il saper fare ed il saper essere.

La spinta a tornare in aula fa pensare che forse finalmente si potrà anche sperare in una cambio di rotta, ovvero in una maggiore considerazione per la Scuola e di un maggiore e riconosciuto valore dei Docenti, nonché una valorizzazione della loro umanità e della loro professionalità, sempre investita nella maturazione della classe in cui svolgono il loro ruolo formativo. Manca il ‘tutti i giorni’ , si sente nostalgia per la scansione in tempi precisi della giornata scolastica, si anela a spazi ed organizzazioni di studio e di confronto che sapevano rendere fruttuoso il cammino scolastico dei ragazzi ed esaltare la determinazione e l’ abnegazione dei Docenti. Oggi mancano molte cose a tutti, siamo stati tutti privati delle nostre vite e delle nostre certezze, ma bisogna andare oltre, guardare al futuro e guardare con occhi di riconoscenza a ciò che avevamo e che, forse, non abbiamo apprezzato abbastanza.

In questo momento storico, bisogna guardare agli aspetti difficili che i Dirigenti ed i Docenti stanno affrontando, alle complessità della didattica a distanza, all’impegno profuso nonostante le tante perplessità e le indicazioni ministeriali poco chiare. Alla luce delle pressioni operate per il rientro a scuola, alle contestazioni fatte sulla quantità e la qualità della DaD, alle perplessità palesate su più fronti e da diverse parti per il futuro della scuola, provo ad immaginare il mondo che verrà. Provo ad immaginare quando tutto ricomincerà a girare, non appena finirà la paura ed il falso sentimentalismo; cosa rimarrà della didattica dei Docenti fatta dalle proprie case? Cosa rimarrà di una quarantena al Pc da parte di Dirigenti, Docenti ed alunni? La didattica a distanza, come emergenza, creerà presto altre emergenze? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

 

Interessata alla Letteratura e con una forte passione per la scrittura, Angela si è laureata dapprima in Lettere Moderne e poi in Giornalismo. Non appena ha iniziato a lavorare, a 21 anni, è stata organizzatrice di eventi; poi ha lavorato nei Beni Culturali presso i maggiori musei campani; da 16 anni è Docente di ruolo. Ha sempre inseguito il suo sogno di scrivere. Si è cimentata in racconti, poesie, scritti diaristici, scritti personali; ha collaborato alla stesura di tesi e testi letterari. Ha pubblicato svariate poesie con la casa editrice Pagine. E' stata curatrice letteraria di due libri:” lI lato oscuro dell’Amore”(Storie di Stalking) e “Usi e costumi della Costiera Amalfitana” . Ama il sole ed il mare. Ama il teatro ed il cinema. Ama cantare. Ama viaggiare, anche con la mente. Soprattutto...Ama Amare.