La parmigiana di melanzane

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Racconti refrigeranti di Mariavittoria Picone

Friggere le melanzane il trenta luglio non era proprio uno dei desideri principali di Anita, ma sapeva che una sudata davanti ai fornelli sarebbe stato un prezzo minimo da pagare per vedere la gioia sul viso di Fabrizio, il figlio spagnolo, appena avrebbe varcato la soglia di casa. Certo, dopo sette mesi, sarebbe stato comunque felice di riabbracciare la mamma e la sorella, ma Anita sapeva che la parmigiana di melanzane era il miglior bentornato che il suo ragazzo potesse avere. Intanto, friggeva e sudava, infilzava le fette di melanzana con il forchettone, le girava e si asciugava la fronte con lo strofinaccio.

<<Monica!>>

<<Dimmi, mamma.>>

<<Ne Monica, ma comm’è che decidemmo di non mettere l’aria condizionata in questa sfaccimma di cucina? Comm’è stat ‘o fatt?>>

<<Mamma, un’altra volta? Ogni volta che cucini d’estate dici la stessa cosa, ma non te lo ricordi oppure vuoi scherzare?>>

<<Dimmelo, dimmelo ancora.>>

<<Fu una tua scelta, dicesti che…>>

<<… che bastava nelle camere da letto, in cucina la finestra aperta avrebbe rimediato al caldo e agli odori. Così dissi, da perfetta idiota, e nessuno mi fermò, tu e tuo fratello, che tra l’altro voleva regalarmi tre split benedetti, mi avete assecondata, dopo un timido tentativo di farmi cambiare idea, avete assecondato vostra madre, la donna stoica che non si lamenta mai.>>

<<La verità, negli ultimi due anni, sarà che siamo rimaste noi due, senza nessuna presenza maschile in casa, con gli squilibri ormonali, ma tu ti lamenti abbastanza.>>

<<Tuo padre non può tornare, purtroppo, pace all’anima sua, non può più aiutarmi, tuo fratello, invece, mo potrebbe pure tornare, visto che l’azienda gli farebbe fare lo smartworking.>>

<< Ma lascialo stare, a Valencia sta una bellezza, tu devi solo abituarti all’idea che non puoi più stare sola, devi trovarti un fidanzato.>>

<<Eeeeh, vabbè, ja, aiutami a tagliare la provola, stai zitta.>>

Il sugo lo aveva preparato la mattina, ma prima di metterlo nella teglia, aveva aggiunto altre foglie di basilico fresco strappate dalla pianta appoggiata sul davanzale interno della finestra.

<<Mamma, ma lo sai che molti mettono la mozzarella nella parmigiana? Qualcuno pure il fiordilatte, tu sempre con la provola.>>

<<Ma adesso non ti piace più la mia parmigiana? Fino a stamattina era il mio piatto forte, la mia specialità, e adesso critichi pure la provola?>>

<<Uffa! Non è una critica, è una curiosità. Ti devo trovare un fidanzato, è urgente, la situazione sta precipitando.>>

Anita si gira verso la figlia e la guarda battendo le ciglia con la testa leggermente inclinata ed un sorriso stupido a labbra serrate.

<<Non sono poi così sicura che tu possa trovare un fidanzato, effettivamente, chi se la prende ‘sta bambolina inquietante? Mammamia!>

La donna prende un pezzo di provola e lo infila nella bocca della figlia, che comincia a ridere sputando fuori la gomma lattosa e dopo pochi secondi sono abbracciate entrambe con gli occhi umidi.

Alle sette della sera è già tutto pronto, la parmigiana è in forno, spento mezz’ora prima, il pane cafone è sul tagliere, il vino con le percoche è in frigo e la mozzarella è nel piatto fondo immersa nel suo latte.

I taralli con le mandorle sono in una ciotola sul tavolo, accanto ad un cestino pieno di tarallini verdognoli al gusto di friarielli. La tavola è ricca di colori, dai piatti ai bicchieri, ai tovaglioli, è tutta una festa.

Monica scatta foto ad ogni piccola prelibatezza gastronomica, che userà per ricattare la madre nei giorni in cui vorrà che le prepari il poket; Anita è alla finestra che aspetta Fabrizio, ma soprattutto prova a nascondersi, non vuole farsi vedere mentre invia alcuni messaggi WhatsApp; la luna è quasi piena, il cane del vicino abbaia e un tuono lontano riunisce madre e figlia accanto al tavolo della cucina. Come accade ogni volta che qualcosa le spaventa, si cercano, si guardano, in un gioco di equilibri che rassicura.

Suonano alla porta.

<<Eccolo!>>

Sussurrano insieme. Procedono lentamente verso l’ingresso, Monica apre la porta, mentre Anita si sistema i capelli con la testa un po’ abbassata, poi alza gli occhi e lo vede, il suo Fabrizio è lì, davanti a lei, è più bello ancora di come era apparso durante l’ultima videochiamata, ha i capelli perfettamente pettinati, lui, sorride, ma in modo stranamente timido; accanto c’è un altro ragazzo, sembra essere suo coetaneo, ha i capelli un po’ più chiari e un po’ più lunghi, per un attimo Anita ha come l’impressione di aver visto la mano di Fabrizio scattare via dalla mano del ragazzo, proprio mentre si apriva la porta e lei, con la testa bassa, si aggiustava i capelli, avendo lo sguardo puntato più o meno ad un metro da terra. Si abbracciano, madre e figlio, si baciano, mentre Monica libera le mani del fratello dalla valigia e da una busta del duty-free, poi Fabrizio si allontana un po’ e lo dice, dice quello che Anita sta già immaginando da qualche minuto: <<Mamma, Monica, lui è Valerio.>>

Anita prende il viso di Valerio tra le mani, gli sorride e corre via in cucina.

Monica dà un bacio al fratello e segue la madre.

<<Mamma>>

Anita si gira e la fissa.

<<Lo so, lo avevo detto a Fabrizio di parlartene prima, ma lui diceva che non era necessario, che tu sei una mamma speciale, che forse già avevi capito…>>

<<Monica, tesoro mio, ti ricordi come stavamo io e te poche ore fa?>>

<<Sì, e potremo stare meglio, cosa è cambiato?>>

<<Monica, la provola dico, la provola che avevi tagliato, la vedi dove sta? Ancora nel piatto. Mentre andavamo ad aprire la porta l’ho visto, ho visto quelle fettine abbandonate, un po’ ingiallite dal caldo, in quel cazzo di piatto. >>

<<Ah, questo è il motivo per cui sei corsa qui?>>

<<Che figura di merda!>>

<<Io credevo…>>

<<Che ho un figlio ricchione l’ho capito prima di lui, il fatto è che se a questo Valerio gli facciamo assaggiare la parmigiana senza provola, quello se ne viene che è meglio la paella che fa lui. E questo non deve assolutamente succedere.>>

<<E allora?>>

<<Allora diciamo che l’hai fatta tu.>>

<<Va bene Anita, va bene, comunque, la figura di merda l’hai fatta lo stesso, ed è evidente: tuo figlio ha trovato un fidanzato prima di te.>>

<<Cretina>>

E ridono.

Mariavittoria Picone nasce in un caldo dicembre del 1970 a Napoli, dove vive e lavora. Ha pubblicato racconti e poesie su blog e riviste on line. Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo Condominio Arenella (IOD Edizioni), accolto favorevolmente dalla critica e dai lettori. Nel 2021 pubblica, sempre con la casa editrice IOD, la raccolta di versi e pensieri Novantanove fiori selvatici. Sognatrice pragmatica, poetessa in prosa, sempre in bilico tra ordinarietà e magia, ironica e drammatica, si definisce un fiore selvatico, un'erba ostinata, nata tra il fuoco e l'acqua, tra un vulcano e il mare.