AMMERICAAAAAAA

Condividi su

di Claude De Bray

“Io qui ritraggo le idee di una plebe ignorante, comunque in gran parte concettosa ed arguta, e le ritraggo, dirò, col concorso di un idiotismo continuo, di una favella tutta guasta e corrotta…” (Giuseppe Gioachino Belli, introduzione alla raccolta dei sonetti)

E sulla falsa riga di questo magnifico poeta aggiungo che la ritraggo in una lingua infine non italiana e neppur napoletana ma “napulegna” alla quale appartengo per diritto di nascita, tramandato da avi partenopei, si, di coloro che ancora sono legati ad una cessa di sirena che ancora ci incatena.

Quanto segue, giusto per essere chiari, è in gran parte stravolto da corretti riferimenti storici e cronologici ma vuole essere solo un modo di raccontare la storia in chiave ironica e grottesca che, forse, potrebbe far riflettere, scusate dovrebbe.

 

(Partuàn)

Gli ammerican a volte li amo…vabbuò è un parolone… diciamo che li ammiro, altre li schifo come se vedessi uno scarrafone su una montagna di merda.

Tra il “Settimo Cavalleggeri” e poi la “Libberazzione” abbiamo saltato un po’ di storia… che poi alla fine hanno condotto gli U.S A. diritto diritto alla democrazia.

Vebbè in mezzo c’è stato il Ku Klux Klan, il Maccartismo e altre piccole cosette, roba di poco conto insomma… un po’ di discriminazioni razziali ma che non hanno impedito la irrefrenabile corsa alla democrazia che ha fatto dell’Ammerica, il paese delle opportunità e della libertà.

Libertà pure è un parolone… la libertà è na cosa seria assaje come l’ammore.

“La tua libertà inizia esattamente dove finisce quella di un altro”… che bellezza questa frase, come ci riempie di orgoglio dire “libbbertà” come “ammerica”.

Era talmente un mito che da tutto il mondo la “genta” correva pure camminando sulle acque come Gesù. … e pensare che poco prima dovevi andare in Africa, metterli in catene e buttarli nelle stive delle navi a calci, per farli andare in ammerica.

Comunque sia, a noi gli americani ci hanno liberato e ci hanno dato pure i jeans e il Rock and Roll e pure la gomma di brucchulin’… il chewingum o comme cazze se scrive.

Gli americani, popolo fiero e tenace, patriota, e su questa cosa non ci faccio ironia o sarcasmo, potenza bellica e democrazia superiore a livello mondiale decide che ‘llore songhe e buone e tutto il resto na meza latrina … e in certi casi pure tutta na latrina. … e si ergono a paladini.

Cioè loro, da soli, si sono presi una spada e si sono autoproclamati paladini …… ecco qua…. è tornato il “Settimo Cavalleggeri “

…e inizio a schifarli un altro poco di più.

Così nel 1954 si organizzò una bella cena a Ginevra per festeggiare la nuova Repubblica del Vietnam ma uno (non è dato sapere quanto avesse bevuto) si alzò e disse:“Ma stu Vietnàm cu sti cummuniste pecchè nun ò spartimme a mità…. fifty fifty…”

Tradotto in parole povere volevamo dividere il Vietnam per limitare l’influenza russa in quell’area geografica definita dai paladini “di carattere strategico” sempre in nome della democrazia e della libbertà, che in quel caso era iniziata e finita tra un sorso di vino.

Gli americani per aiutare i nostri cugini francesi, che dopo la guerra facevano la fame come noi nonostante tenevano le colonie e non volevano perderle, dissero più o meno così: “ciò berimme nuje”, ovvero ci pensiamo noi

Comunque sia nel 1955 i paladini iniziarono una lenta invasione a sostegno del Vietnam del Sud mentre quelli del Nord zitti zitti facevano vicoli e vicoli sotto terra come fossero cristiani perseguitati che si rifugiavano nelle catacombe.

Un bel giorno del 1964 nel golfo del tonchino, in Indocina, gli ammericani si inventarono un attacco ad una portaerei… Gesù ai paladini della democrazia non si fanno queste cose!!!

Il presidente Johnson (non quello del borotalco) essendo a capo di una nazione democratica andò al congresso e si fece autorizzare ad attaccate il Vietnam del nord… ma senza dichiarare guerra che pareva brutto e pure antidemocratico.

Insomma, i Russi dicevano che tenevano il pisello più grande ma lo tenevano nascosto nelle mutande e gli americani invece lo cacciarono fuori il pisellone… a faccie ró cazze!!!

Il problema fu che i piselli erano degli americani, ragazzi cresciuti a pane e onore della patria, figli dei libberatori!!!

Nixon aveva già un bel fascicolone, che al confronto di quello del processo stato-mafia di Falcone e Borsellino era na biblioteca, che diceva… “luate mane” ovvero lasciate perdere che questa guerra non si può vincere.

Ma siccome la guerra, per la prima volta, la facevano solo gli americani (senza sioux babilonesi assiri ma due australiani) e la facevano vedere in televisione a tutti gli americani, continuavano a mandare ragazzi come andassero al luna park.

Ora, il prototipo di famiglia americana presuppone che ci sia una bella casetta con la bandiera americana in bella mostra sulla veranda.

(in questo gli americani un po’ li invidio e un po’ mi fanno tenerezza.)

Se fossi uno dei padri di quei 58mila ragazzi mandati a morire in nome della libertà e della democrazia da uno che non sa nemmeno cosa sia la libertà e la democrazia e per lui la guerra è come giocare a Risiko e soprattutto non ci manda i figli suoi… la bandiera con tutta l’asta gliela infilavo su per il culo e senza vaselina!!!

Veramente “a me mi” hanno fatto fesso quando ero piccolo… ma ora se è un faro avrà le luci fulminate e la democrazia è proprio una bella parola come libbertà e ammore e ammerica.

Per essere tassonomici la parola viene dal greco “dēmokratía” e sarebbe composta da “dêmos “ ovvero “popolo” e da “kratéō   ovvero “comando”.

In sintesi, la democrazia sarebbe quando un popolo comanda…ovvero venga esercitato il volere del popolo.

Ad onor del vero esistono varie forme di democrazia anche una che sarebbe in antitesi!!! ovvero “democrazia totalitaria” che significa pressappoco “fate quello che dico e non quello che faccio”

Oh… gli americani se il presidente dice “menateve abbascie” buttatevi giù. … quelli lo fanno veramente. … e infatti Nixon disse andiamo in Vietnam e vincete e loro andarono…

 

Nato a Napoli non ho frequentato scuole degne di tale nome. Al compimento dei diciott’anni dopo il conseguimento del diploma sono subito stato assorbito dal lavoro soprattutto per motivi di sostentamento precludendomi la cosiddetta “Laura”. In compenso ho la laurea della strada, un master in sopravvivenza e vivo tutt’ora di espedienti. Amo leggere più che scrivere ed avendo raggiunto un’età che mi concede il lusso di dire ciò che penso non percorro strade che conducono al perbenismo bensì all’irriverenza. Non amo molto questo tempo e la conseguente umanità per cui sono definito un misantropo; ciò non toglie che la solitudine non precluda l’essere socievole e come tutti i solitari le persone le scelgo; il resto le guardo da lontano, senza avvicinarmi troppo. Se è vero che ogni mattina ognuno di noi fa una guerra per combattere il razzista, il moralista, il saccente che vive in noi, non ho alcun interesse nello scoprire che qualcuno questa guerra l’abbia persa e dunque la evito. Il resto sono cazzi miei e non ho intenzione di dirvi altro altrimenti, come Sanguineti, dovrei lasciarvi cinque parole che vi assicuro non vi piacerebbero.