Anche Platone ha riflettuto a lungo sul dilemma delle anime gemelle

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di Christian Sanna

Platone, nel Simposio, esprime la sua teoria sulle anime gemelle, quelle che Quando incontrano l’altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straordinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall’affinità con l’altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei , per così dire, nemmeno un istante. Ne Le braci, S. Màrai filosofando tira fuori dal cilindro della sua letteratura il concetto di Parentela Spirituale Come le persone appartenenti allo stesso gruppo sanguigno sono le uniche che possano donare il loro sangue a chi è vittima di un incidente, così anche un’anima può soccorrerne un’altra solo se non è diversa da questa, se la sua concezione del mondo è la stessa, se tra loro esiste una parentela spirituale.

Nel poetico testo della canzone Nel breve spazio che non c’è, magistralmente cantata dall’attore Alessandro Haber, c’è una strofa che al primo ascolto, ormai avvenuto qualche anno fa, colpì la mia sensibilità di potenziale o ipotetico illuso di Via del Campo di deandreiana memoria Non le chiedo dimmi quando tornerai/ ho paura che risponda forse mai/ meglio averla di sfuggita che svuotare la mia vita/ non è perfetta mai è vicina a quel che io sognavo per me.

Nell’ amore romantico le anime gemelle sono le persone predestinate ad amarsi, legate da tale affinità sentimentale e spirituale da avere la sensazione di conoscersi da sempre. Una pioggia di magia bagna il primo incontro e battezza la convinzione da parte degli amanti d’essere i protagonisti di un amore antico, ritrovatisi dopo secoli di separazione. Come se prima della vita ci fosse stata un’altra vita e dentro di essa lo stesso amore e dopo l’attuale esistenza ce ne sarà un’altra e probabilmente anche se cambieranno corpi e situazioni e luoghi, resterà intatto uno spirito sentimentale, un fuoco sacro che non si spegnerà mai.

Abbiamo (noi ampia nicchia di romantici) più o meno tutti sognato ad occhi aperti, in estate sulla spiaggia, davanti ad un falò con amici, mentre qualcuno con la chitarra suonava e cantava l’inizio di un nuovo amore o la fine di una storia e le parole cariche di sentimento avevano il potere della prestidigitazione, truccando la figura solida della realtà a favore di un dipinto gassoso di bellezze ed impossibilità possibili. Così, dopo aver intrecciato i corpi e provato piacere, siamo rimasti abbracciati a letto in una stanza senza soffitto dove è entrato il cielo ed insieme ad esso la speranza che realtà e sogno fossero una cosa sola. Difficile togliersi dalla testa le parole di Una Lunga Storia d’amore, quando uno straordinario ed innamorato Gino Paoli intona Fai finta che solo per noi due passerà il tempo, ma non passerà questa lunga storia d’amore.

E già, per due che al primo incontro si sono riconosciuti credendo di essersi “ritrovati” sarà sempre e solo il tempo a passare, ma resterà, seppur in altre epoche e con modalità diverse, quel sentimento antico che perennemente brucia sotto la cenere degli anni. C’è tutta una letteratura sul tema delle anime gemelle, basti pensare a romanzi di successo quali L’amore ai tempi del colera di Màrquez, Cime tempestose della Brontë, Romeo e Giulietta di quel bravo drammaturgo e poeta inglese, trame che hanno ipnotizzato i lettori.

Ma l’anima gemella esiste davvero? Probabile che ci sia sul tema un massiccio archivio di mitologia e che la verità o quantomeno qualcosa che possa somigliarle anche vagamente sia un pò più lontana dall’idea di perfezione a cui siamo stati “educati” con la complicità di romanzi, poesie, sceneggiature cinematografiche. Possibile che l’anima gemella sia una persona con un carattere, opinioni ed interessi diversi dai nostri. Possibile che non confermi le nostre aspettative nè eventuali nostre mancanze o disagi come l’imbarazzo di stare al mondo o il senso di solitudine quando non è legato alla presenza fisica, ma ad una precarietà spirituale. Plausibile che l’anima gemella sia una persona con cui immediatamente si instaura una affinità elettiva profonda e dal sapore antico. Possibile che quando si incontra la propria anima gemella si è da subito a proprio agio, abbandonando l’idea di sforzarsi di sembrare altro da ciò che realmente si è. Con l’anima gemella si costruisce un rapporto vero, mettendo in soffitta quello recitativo, e fra le braccia della persona giusta si ha la sensazione di sentirsi finalmente a casa.

Ora io, da eterno incompiuto e separato nell’anima, gravato da mille teorie esistenzialiste e da allergia alla felicità, preso nella rete dei capelli dal rischio dell’appagamento sentimentale con la paura di non sapere più cosa di meraviglioso pensare, dire e scrivere vado affermando da aforista che la donna giusta è quella che non si incontra mai nella vita, sottolineando come ad una buona dose di pessimismo esibito per fare volume si accompagna il timore che la realtà possa destabilizzare il sogno, deludendo il sognatore, quasi a sentenziare che quasi mai è migliore dell’immaginazione e del desiderio.

Non lo so se l’anima gemella l’ho mai incontrata, ma neanche escludo che in qualche modo ci siamo sfiorati. Forse, non sono mai stato realmente pronto ad assentarmi da me stesso. Penso che avrei dovuto aprirmi maggiormente, fidarmi di più ed invece l’uomo innamorato è stato sempre un passo indietro rispetto al poeta e al cercatore di spiritualità, all’esteta e al sofista, al “costruttore” di “letteratura” e al pagliaccio convinto che strappare un sorriso a qualcuno fosse una cosa tremendamente seria.

Forse da parte mia la ricerca dell’anima gemella è sempre stata più legata all’esigenza di dover ogni volta alimentare la mia ispirazione che ad un desiderio incalzante di trovare la felicità insieme a qualcuno, in fondo per un uomo come me, rimasto timido a luci spente e a sipario chiuso, essere riuscito a voler bene e a farsi voler bene, aver strappato alla noia qualche momento divertente ed emozionante, non la considero una vittoria di Pirro ma una bella conquista. Che poi mi sia sempre chiesto se chi mi è stato accanto avesse amato di più il brillante conversatore, il disegnatore di impossibilità o l’uomo tutto occhi e gentilezze e pensieri d’altri tempi è un discorso a parte.

Certi dubbi non li scioglierò mai. Sono cubi di Rubik che non sarò mai in grado di risolvere.

Provo a descrivermi in una frase, ma è un pò come rinchiudere il mare in un bicchiere. Allora potrei definirmi "Un solitudinista visionario animale sociale ed un cercatore di spiritualità, tutto occhi ed inquietudine, perdutamente innamorato dell'Idea che non è ancora riuscito ad afferrare, col cuore di cristallo. Fregato dai sentimenti". Ritengo superfluo aggiungere i titoli di studio conseguiti, i lavori svolti, gli eventi culturali organizzati e presentati, gli impegni nella politica e nel sociale. E se a qualcuno sta balenando in mente l'idea ( sbagliata) che io possa essere un insopportabile presuntuoso, sappia che è appena caduto nella rete che ho preparato. Io voglio che a parlare per me siano gli articoli; i lettori più attenti ci troveranno frammenti d'anima.