Napoli, cambiare tutto per non cambiare nulla?

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di Floriana Grieco

Cantava Mina “parole, parole parole…”, e a quattro mesi trascorsi dal trionfo elettorale annunciato di Gaetano Manfredi, sembra che ci si debba accontentare dei soliti discorsi sulle colpe delle precedenti amministrazioni e dei progetti (alcuni mirabolanti) a venire.

Sebbene la nuova amministrazione sembrasse partita col piede giusto, facendo riaprire in breve tempo, come promesso in campagna elettorale, la Galleria della Vittoria, dopo oltre un anno di chiusura al traffico, i napoletani restano ancora a bocca asciutta per tutto quanto affligge la città di Italia, che, ricordiamo, è stata decretata penultima per vivibilità nella classifica nazionale.

Assistiamo in questi ultimi due mesi ad annunci trionfanti, partendo dagli aiuti economici concessi dal governo alla città. Ma, a parte l’innegabile migliore capacità d’interlocuzione con il Governo (sebbene fosse facile fare meglio del riottoso sindaco arancione), vale la pena evidenziare che il finanziamento, altro non è che un prestito di 1 miliardo e 200 milioni, che arriverà in 20 anni, a fronte di 5 miliardi di deficit attuale, e che dovremo restituire con la vendita di parte del patrimonio pubblico e, immancabilmente, con tasse comunali più alte.

Altri roboanti annunci si sono letti sull’efficientamento delle linee metropolitane esistenti, con il completamento della linea 6, e la realizzazione della (più che) ambiziosa fermata prevista a Posillipo, e di linee nuove per Bagnoli. Verrebbe da chiedersi a che serve una nuova linea verso i campi flegrei, visto che l’area è già servita dalla linea 1 e dalla Cumana. Ma, soprattutto, quale utilità possa avere una fermata della metro all’inizio di Via Posillipo, quindi non collegata né con Via Petrarca, né tantomeno con tutta la zona di Via Manzoni, ma sicuramente con ulteriori cantieri e altre ricadute di natura ambientale e di sicurezza, quando basterebbe incrementare il servizio pubblico di trasporto con autobus elettrici. Senza considerare che, ad oggi, anche l’Assessore alla Mobilità, prof. Edoardo Cosenza, non sa dare indicazioni sui tempi di ripartenza, e, pertanto, di conclusione, delle prove dinamiche (sospese a luglio 2021) per i nuovi treni della linea 1, mentre la frequenza delle corse resta al momento, almeno sulla carta (ma gli utenti testimoniano di peggio), tra i 15 ed i 20 minuti.

Ancora, si parla di progetti per il Molo San Vincenzo, per parcheggi sotto il livello del mare, di riqualificazione di Bagnoli, insomma, tutte cose già sentite nel corso degli ultimi decenni dagli amministratori di turno. Ma la realtà, quella vera, della vita quotidiana dei napoletani, i contribuenti più vessati di Italia, com’è cambiata nel corso di quattro mesi? Urge, a tal proposito, fare un riepilogo: la spazzatura ed il lerciume giace ancora nelle strade, a fare da scenografia alle foto dei turisti; i resti della desolante opera di abbattimento selvaggio del verde urbano compiuta dalla precedente giunta incorniciano ancora tutta la città, collina di Posillipo in primis.

La gente continua ad affollare le fermate di autobus e metro, sia nel centro che in periferia, nonostante anche l’emergenza sanitaria, o resta ostaggio nelle proprie auto di dispositivi di viabilità di dubbia utilità, non ultimo, quello di chiusura sine die di Via Partenope, nonostante gli appelli alla ragionevolezza da parte di significative realtà napoletane del mondo economico ed associativo (Confoncommercio, ACI, Cittadinanza Attiva in Difesa di Napoli, Assoutenti, tanto per citarne alcuni).

Anche le promesse in merito alla regolamentazione della movida non hanno trovato adeguata applicazione: l’ordinanza delle ultime ore conferma la mancanza di una decisa volontà di tutela dei diritti dei residenti nelle aree interessate, che dovranno continuare a sperare nei controlli annunciati e ad “arrangiarsi”.

E, nel frattempo, le Municipalità, le realtà istituzionali più vicine ai cittadini, aspettano ancora le nomine dei propri assessori, nonostante la vittoria schiacciante delle liste pro Manfredi. Scatole che restano ancora una volta, per lo più vuote, senza poteri e senza risorse finanziarie, incapaci di svolgere il ruolo di governo locale, per le quali sono state create.

A tutte queste obiezioni si leva feroce il coro dei sostenitori del nuovo sindaco: “è presto per giudicare!”, sebbene molti fan della prima ora già si affrettano a prendere le distanze ed a definirsi delusi, soprattutto dopo la coincidenza dell’aumento dei compensi per sindaco e nuovi amministratori ed alcune nomine per partecipate e ruoli apicali.

Chiediamo quindi a questi moderni soloni: qual è il termine temporale entro cui saremo autorizzati a dubitare della valenza di questa nuova giunta?

Giovane dentro, professionista di finanza agevolata per lavoro, appassionata della propria città per richiamo di sangue. La curiosità è il motore che mi porta ad intraprendere nuove sfide. L'entusiasmo è il giusto corollario per riuscire bene in quello che faccio.