Il momento di crederci

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di Mirko Torre

Venezia-Napoli è terminata ormai da ore, ma quello che rimane della partita nella laguna è che il Napoli si è presentato con la voglia di dimostrare, di confermare qualcosa che in realta è presente nella nostra testa dalle prime battute di questo campionato e non se ne è mai andato. Due a zero, Osimhen e Petagna a regalare 3 punti importantissimi a noi e a Spalletti, che ora avrà il compito di caricare la squadra come mai in questa stagione.

Tutti nel periodo difficile, finalmente lasciato alle spalle, abbiamo pensato che ormai il campionato azzurro fosse destinato ad un piazzamento Champions, in un certo momento neanche troppo scontato, visto l’andamento dell’Atalanta. Partita dopo partita però ci siamo accorti che nonostante le assenze, nonostante le difficoltà di una squadra che si è trovata di punto in bianco spaccata a metà da una sorte per niente benevola, i ragazzi in campo non hanno mai smesso di crederci, mettendo sul terreno di gioco sempre anima e cuore, qualità che sono bastate per rimanere lì sopra a lottare.

Sabato c’è probabilmente la partita più importante del campionato, che grazie a Giroud è finalmente riaperto anche nella matematica. Spalletti riabbraccerà Koulibaly, reduce da uno storico trionfo in coppa d’Africa, e Anguissa, per tentare l’assalto ad un Inter che è uscita dal derby spaesata e improvvisamente insicura. D’altronde la gestione dei cambi di Inzaghi aveva già fatto danni quasi irreparabili proprio contro il Napoli nel girone di andata, ma questa volta il Milan è stato più cinico e ha saputo sfruttare i punti deboli dei cugini.

Al Maradona passa un pezzo del cammino azzurro da qui a maggio, passano i sogni di tutti noi, che improvvisamente sembriamo tornare a vedere il mondo a tinte tricolori, con la dovuta scaramanzia e razionalità, ma pur sempre con la voglia di provare l’affondo ora che finalmente siamo al completo. Il tifo farà la sua, si spera, riempiendo uno stadio che quest’anno troppe volte ha lasciato solo i ragazzi, per un motivo o per un altro, ma ora i presupposti ci sono tutti e il Tempio dovrà fare la sua parte.

Una settimana per abituarsi a crederci, che tutto è ancora possibile, e se ci credono i nostri in maglia azzurra, perché no?

Mirko Torre, classe 1997, nato a Roma in piena generazione Z, appassionato di calcio, musica e del mondo. Studente universitario, cerco di dare un senso a quello che per me è prima una passione e poi un sogno, la scrittura.