Caos tamponi, azzeramento quarantene e silenzio di Draghi

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di Giosuè Di Palo

Nella seduta n. 54 del 29 dicembre 2021 il Consiglio dei ministri vara un nuovo decreto-legge con “Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria”. Nel testo vi sono nuove misure riguardanti l’estensione del Green Pass Rafforzato (o anche conosciuto come Super Iper Mega Ultra Pass), le quarantene per chi è entrato in contatto con soggetti risultati positivi e le capienze.

Ora, lungi dall’essere troppo polemico, ma ci sono un po’ di punti che mi sono ancora all’oscuro e sui quali una delucidazione di Draghi in merito non sarebbe poi così male.

GREEN PASS RAFFORZATO: cominciamo da qui. A seguito del nuovo decreto è stata prevista l’estensione delle categorie per le quali il possesso del green pass rafforzato diventa strumento essenziale per accedervi. Quali? Dagli alberghi, ai ristoranti all’aperto, servizi sciistici, piscine, fiere, sagre, persino mezzi pubblici e trasporti. Praticamente quasi ogni attività. Ma, allora, non sarebbe meglio a quel punto prevedere un obbligo vaccinale erga omnes una volta per tutte, visto che in pratica di questo si tratta?

Quarantene: da oggi chi è entrato in contatto con un positivo, ma ha fatto il richiamo (terza dose, booster o come preferite chiamarlo) o ha completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, non ha l’obbligo di quarantena precauzionale. Benissimo. Ci fa piacere. In compenso, però, dovrà effettuare la famosa “autosorveglianza” e, dopo cinque giorni in caso di comparsa di sintomi o dieci se asintomatico, effettuare un tampone di controllo.

Ma nel pratico in cosa consiste quell’auto sorveglianza? Devo svegliarmi al mattino e chiedermi allo specchio se sto bene? Dire lo sciolingua dei trentatrè trentini che entrarono a Trento per trenta volte senza imbrogliarmi? Perlustrarmi il naso con un cotton fioc alla disperata ricerca di Omicron? A quel punto chiamo la Neuro e faccio prima, no?

MALA SANITÀ E CAOS TAMPONI: in questi giorni è lampante come la situazione in Lombardia ed altre regioni sia diventata ormai pressoché insostenibile. Caos generale dovuto a file chilometriche per effettuare tamponi convenzionati con le Regioni, per chi può permetterselo tamponi molecolari effettuati in cliniche private a prezzi altissimi. Molti italiani col Covid, per giunta, non riescono a prenotare il tampone dovendo allungare necessariamente il loro periodo di quarantena, allungando burocraticamente le tempistiche di positività.

In più il Governo ha recentemente stanziato 5 milioni di Euro per l’acquisto di mascherine FFP2. Quanto si pensa possano durare? Insomma, in una situazione del genere, in cui le scuole brancolano nel buio senza misure strutturali i cittadini sono lasciati al caos, screening ormai andati, un messaggio da parte del presidente Draghi o del ministro della salute Speranza sarebbe quantomeno il minimo. Almeno per tranquillizzare milioni di Italiani che sono alle prese con una situazione più grande di loro e che non sembra affatto migliorare col tempo, anzi.

In compenso però c’è il buon Generale Figliuolo. Il grande Generale Figliuolo che, in un lampo di genio e di tempo comico alla Zelig, fa ironia sulla pelle degli Italiani sostenendo come questi ultimi debbano necessariamente sopportare le file per i tamponi in quanto già hanno sopportato quelle del Black Friday. Un genio. Ah, quanto mi mancano i vecchi tempi con i consueti appuntamenti semi quotidiani di Conte e le letture dei suoi DPCM.

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