La nostalgia, più di ogni altra cosa, ci dà il brivido della nostra imperfezione

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di Christian Sanna – Immagine Enki Bilal

Il termine NOSTALGIA è composto dal greco νόστος ed άλγος che si traduce in dolore del ritorno, potrei sintetizzarla in poesia con i celebri versi di Guido Gozzano Non amo che le rose che non colsi, dove i fiori simboleggiano occasioni perdute, cose rimaste irrealizzate come irrealizzato deve restare il Sogno, sia quello di un poeta o di un disperato come me, affinchè conservi fascino e magia.

Può darsi avesse ragione EM Cioran ad affermare che La nostalgia, più di ogni altra cosa, ci dà il brivido della nostra imperfezione, magari si prova nostalgia per il passato solo perchè sono trascorsi anni e si sa che il tempo è bravo nel suo mestiere di addolcire i ricordi, quindi non è sbagliato concludere che proviamo nostalgia per qualcosa che ci siamo lasciati alle spalle soprattutto perchè la memoria ci fa brutti scherzi, insomma si tende a dimenticare non il dolore o la gioia vissuti, ma le intensità che ci hanno attraversato.

La nostalgia è un veleno che mi ammala ma non mi uccide, un discorso di sguardi fra lo scrittore ed una sconosciuta, silenziato da un romanzo che nasce perchè l’amore non si è compiuto e una storia che non comincia non potrà mai finire, lasciando un campo aperto e libero a mille possibilità e fantasie.  Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia, così Nazim Hikmet, mentre per Cesare Pavese Talvolta ritorna nell’immobile calma del giorno il ricordo di quel vivere assorto, nella luce stupita.

Se la terra ruota intorno al sole, il mondo gira attorno al desiderio e nostalgia e desiderio non sono mai stati così vicini e complici perchè la nostalgia è lo stato d’animo di chi è triste per un desiderio incompiuto, per l’impossibilità di tornare in un luogo dove si pensa d’essere stati felici , magari con una persona con cui si sperava di risolvere il problema dello stare al mondo a due, con la generosità del doppio e non l’egoismo del singolo. E questo dolore di ciò che poteva essere e non è stato è una ferita sempre aperta che brucia al primo soffio di niente, al primo sbuffo di solitudine della giornata, al primo atto di un Canone in re maggiore dove tutto sembrava perfetto ed invece nessuno andava a tempo, ognuno per i fatti suoi.

Credo che soprattutto per questo scriva; a spingere è il desiderio di fermare il tempo e mettere le cose a posto, andarsi a riprendere i pezzi di un sentimento che si è rotto e cercare di aggiustare, salvare il salvabile, riprendendo il filo di un discorso interrotto, un concerto andato a male, una storia d’amore appena sfiorata. Per Stanisław Jerzy Lec C’è stato un tempo in cui misuravamo la distanza con l’intensità della nostalgia, mentre per Kundera La nostalgia è la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.

Non ci lascerà mai, la Nostalgia. Questo desiderio inappagato di ritornare, il rimpianto delle cose assenti, il rumore dei tacchi delle passanti, quelle sconosciute che per un attimo un solo istante hanno in qualche modo sfiorato la nostra vita, lasciandoci, inconsapevoli, un dolore che nessuno davvero sente, ma c’è …(sospiro) nell’aria, nel pensiero, nel futuro. In questo articolo.

Provo a descrivermi in una frase, ma è un pò come rinchiudere il mare in un bicchiere. Allora potrei definirmi "Un solitudinista visionario animale sociale ed un cercatore di spiritualità, tutto occhi ed inquietudine, perdutamente innamorato dell'Idea che non è ancora riuscito ad afferrare, col cuore di cristallo. Fregato dai sentimenti". Ritengo superfluo aggiungere i titoli di studio conseguiti, i lavori svolti, gli eventi culturali organizzati e presentati, gli impegni nella politica e nel sociale. E se a qualcuno sta balenando in mente l'idea ( sbagliata) che io possa essere un insopportabile presuntuoso, sappia che è appena caduto nella rete che ho preparato. Io voglio che a parlare per me siano gli articoli; i lettori più attenti ci troveranno frammenti d'anima.