Nei sogni…

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di Christian Sanna

 

Nei sogni, quando riesco a ricordarli, c’è questa donna che mi fa salire il cuore sulle labbra. Un mare di grano tonalità d’orzo, i suoi capelli, dove ci perdo il naso ed i sensi, alla ricerca di un odore che nessun maestro profumiere potrà mai ricostruire: fiori ozonati sopra un letto di cipria, muschio e rizoma di iris più il sentore indecifrabile di un sentimento invecchiato bene come grappa barricata.

Nei sogni, quando riesco a ricordarli, non dimentico i colori del posto che, condiderati situazione ed estasi del momento, potrei definire non luogo. Il non luogo è segnato sulla remota mappa dei desideri del Sognatore; esiste sopravvivendo all’ansia di se stesso, in assenza di tempo e di spazio. Ripetendo agli amanti, come mantra poetico, le parole dell’americano Walter Whitman “Eravamo insieme. Tutto il resto del tempo l’ho scordato”.

Nei sogni, quando riesco a ricordarli, c’è questa Venere ai miei occhi; senza volto, eppure con un’espressione così seducente, mi cattura nella sua dolce trappola di fiori d’arancio e cannella. Ci resto inebriato, seduto sulla nuvola di pensieri leggiadri di un amore antico di cui abbiamo memoria solo io e lei, la ragazza col fiore frangipane nei capelli di grano d’oro.

Dei sogni, quando la mattina mi sveglio, non ricordo nulla tranne la felicità che ho provato durante il sonno. Allora allungo la mano per fermare la sveglia e trovo un libro di poesie di Julio Cortázar, lo sfoglio e mi soffermo sulla lirica segnata da un fiore frangipane essiccato “Eri quella che non se ne andava perché uno stesso cuscino e uno stesso tepore ci avrebbero chiamato ancora a risvegliare il nuovo giorno, insieme, ridendo, spettinati”. Inizia così il lungo purgatorio del rapimento emotivo, traghettati dalle belle parole sulle onde dell’entusiasmo, vi spingerete insieme a me fino al paradiso.

Veniamo dall’inferno di una quotidianità che ci vuole mangiare. Facciamo parte di una società che mostra i muscoli nell’esibizione dello squallore e del chiacchiericcio, si esalta nell’ostentazione di pregiudizi ed ipocrisie. Nella realtà, come nel sogno, c’è un disperato bisogno di credere in qualcosa di cui ne valga davvero la pena: che sia un’ oasi nel deserto del Thar o un ventriloquo in politica che dice la verità senza mettere in scena un linguaggio non verbale che potrebbe tradirlo. Nella realtà, come nel sogno, c’è una domanda d’amore criptata che trova il segnale chiaro nella frequenza della comprensione: mi metto nei tuoi panni per capire cosa provi.

La realtà ha bisogno di aggrapparsi al sogno, a differenza del sogno che della realtà non sa che farsene. È necessario per la sopravvivenza della specie umana: Fabrizio De Andrè diceva “Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura”.

La poetica pittorica del Maestro Marc Chagall è un romantico viale colorato di dipinti che sono un eterno sogno d’amore, in cui l’artista si rifugia per allontanarsi dalle sofferenze e dalle negatività della realtà, creando un mondo in cui regnano armonia e sentimenti. L’artista è un visionario, un sognatore, un mistico prestato alla pittura; nei suoi dipinti che sono incantesimo di colori, i sogni appaiono come rivelatori di misteri. Perchè la realtà sia tollerabile dobbiamo insistere col Sogno, pensare che sia possibile l’impensabile. Serve il sogno e servono le belle parole, quelle gentili, distensive, costruttive. Bisogna trovare le parole giuste, sempre.

Nei sogni (nei miei), quando riesco a ricordarli, c’è sempre una donna. Ogni volta che la bacio sento il cuore salirmi sulle labbra. Ha una trama di capelli color frumento dove ci affondo il naso per trattenere un pò del suo profumo: fiori ozonati sopra un letto di cipria, muschio e rizoma di iris. Non ricordo il viso, ma non dimentico mai la sua espressione: il volto di una donna innamorata, detta alla Salinas, è luce improvvisa. In questo articolo ho detto molto senza rivelare niente, nemmeno la piramide olfattiva del Sogno. Manca la nota di cuore più importante: il sentore indecifrabile di un sentimento antico. Buona ricerca Sognatori 😉

Provo a descrivermi in una frase, ma è un pò come rinchiudere il mare in un bicchiere. Allora potrei definirmi "Un solitudinista visionario animale sociale ed un cercatore di spiritualità, tutto occhi ed inquietudine, perdutamente innamorato dell'Idea che non è ancora riuscito ad afferrare, col cuore di cristallo. Fregato dai sentimenti". Ritengo superfluo aggiungere i titoli di studio conseguiti, i lavori svolti, gli eventi culturali organizzati e presentati, gli impegni nella politica e nel sociale. E se a qualcuno sta balenando in mente l'idea ( sbagliata) che io possa essere un insopportabile presuntuoso, sappia che è appena caduto nella rete che ho preparato. Io voglio che a parlare per me siano gli articoli; i lettori più attenti ci troveranno frammenti d'anima.