Non dirglielo a Mertens

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di Tommasina D’Onofrio

Che poi il calcio è ovunque. Si parla di calcio ovunque e in qualsiasi posto del mondo. Ieri sera ero nella sala d’attesa di un ospedale, ogni tanto mi capita di occuparmi di me e di qualcosa che in me non va. C’era molto silenzio, le sale d’attesa sono brutte, quelle degli ospedali non ne parliamo, ma a Napoli tutto ha sempre un potenziale risvolto positivo.

Specie se sei con dei piccoli pazienti, in fila come te, che nelle lunghe attese snervanti, mettono in croce non solo i loro genitori, ma pure i vicini. Allora a un certo punto per calmare un bambino, Luca 6 anni, che non smetteva di piangere, ho detto: ma mò se ti vedesse Mertens, cosa penserebbe?

Mica puoi fare il calciatore da grande se piangi per così poco? Io e Luca abbiamo parlato di calcio per più di mezz’ora. Il padre non era molto d’accordo con me su alcuni punti, la mamma capiva poco. Io sul Napoli sono un’inguaribile ottimista di stampo romantico: vinceremo e sarà bellissimo. Perché Luca non c’era e io a stento camminavo quando il Napoli vinceva e a Napoli c’era Diego.

Luca per mezz’ora ha dimenticato quella grossa cicatrice che si porta a spasso fiero in petto con la medicazione di Topolino. Io per un po’ ho accantonato l’ansia che da qui a poco potrei averci a che fare pure io con una medicazione simile. Poi sono tornata a casa e ho pensato che in un posto così freddo, buio e zeppo di problemi, una mezz’ora di serenità ce l’ha regalata il nostro Napoli. Luca andando via mi ha fatto una raccomandazione: Se sei amica di Mertens non glielo dire che io prima piangevo. Io (che pure non sono amica di Mertens) gliel’ho fatta questa promessa.

Poi è arrivato il mio turno e sono entrata per la visita. Dovrebbe essere sempre così. La sanità dovrebbe funzionare come funziona quel reparto lì. Luca dovrebbe avere la possibilità di diventare un calciatore e io quella di continuare a scrivere emozionandomi sempre così. 

Beneventana di nascita, napoletana di adozione, giornalista e politologa per mestiere, tifosa del Napoli per passione e per colpa di papà. I viaggi, la Formula 1, Paolo Sorrentino e Lucio Dalla gli altri tasselli del mio mosaico.