Oxfam: ricchi sempre più ricchi. Il fenomeno della concentrazione della ricchezza che non conosce crisi.

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E’ stato recentemente diffuso il nuovo rapporto di Oxfam, ove è possibile scorgere il persistere di un netto divario tra la parte più abbiente della popolazione e quella più povera. Tutto questo compromettendo i progressi ottenuti nel corso del tempo nella lotta alla povertà ed alimentando una inevitabile rabbia sociale.

Nello specifico, è stato registrato che le fortune dei più ricchi sono aumentate del 12% lo scorso anno, al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre 3,8 miliardi di persone (che costituiscono la metà più povera dell’umanità) hanno visto decrescere dell’11% le proprie possidenze. Inoltre si è stimato che 26 ultramiliardari possiedono, da soli, l’equivalente ricchezza della metà più povera del pianeta. Una concentrazione di enormi fortune nelle mani di pochi, che evidenzia dunque una iniquità sociale ed una insostenibilità dell’attuale sistema economico.

In Italia la parte più agiata dei nostri connazionali (pari a circa il 20%) possiede quasi il 72% dell’intera ricchezza nazionale. Il 5% più ricco degli italiani è poi titolare da solo della stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero. Allo stesso tempo, cala del 40% il tasso annuo di riduzione della povertà estrema (che secondo le stime è rallentato ulteriormente tra il 2015 e il 2018). Un aumento quindi dei più poveri in grado di colpire soprattutto i contesti più vulnerabili del nostro pianeta, Africa sub sahariana in primis.

Dal report si evince chiaramente una indubbia responsabilità dei governi, non abili nell’adottare misure efficaci per contrastare questa galoppante disuguaglianza. Servizi essenziali come sanità e istruzione infatti continuano a essere sotto finanziati; la lotta all’elusione fiscale ristagna, mentre le grandi multinazionali e i miliardari contribuiscono fiscalmente meno di quanto potrebbero.

Un rimedio utile potrebbe essere quello di potenziare i sistemi di welfare nazionali, rendendo al tempo stesso più equo il fisco. Invertendo la tendenza ad una progressività dei sistemi fiscali e ad uno spostamento del carico fiscale riguardante la tassazione della ricchezza e dei redditi da capitale, si potrebbe convergere il ricavato su redditi da lavoro e sui consumi. Oltre a ciò, i servizi pubblici spesso sotto-finanziati o esternalizzati a privati dovrebbero godere di una gestione più attenta e disciplinata; questo per far sì che in molti Stati tanto l’istruzione quanto una sanità di qualità non siano lussi solo per i più ricchi.

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.