Referendum di domani : guida ai 5 quesiti sulla Giustizia che dividono i partiti.

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di Alessandro D’Orazio

Domani 12 giugno si vota per le amministrative e per i referendum abrogativi sulla Giustizia. Si tratta di 5 quesiti, proposti da Lega e Radicali, identificabili da altrettante schede colorate. Trattandosi di un referendum abrogativo, chi è favore dell’eliminazione delle norme dovrà votare “Sì”; mentre chi è contrario dovrà esprimersi per il “No”. Affinché il referendum sia valido occorrerà raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto (questo vale per ogni quesito).

Il primo quesito riguarda l’abolizione della legge Severino, cioè l’eliminazione delle norme che impediscono la partecipazione alle competizioni elettorali per il Parlamento europeo, italiano e le elezioni regionali, provinciali e comunali di chi sia stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati.

Il secondo quesito limita i casi in cui possono essere inflitte le misure cautelari (in particolare la carcerazione preventiva), abrogando l’ipotesi di pericolo di reiterazione dello stesso reato. Il terzo quesito mira ad abrogare le norme che permettono ai magistrati di transitare dalla funzione requirente a quella giudicante, e viceversa. Se vincesse il “Si” i due canali sarebbero separati mediante carriere distinte e incomunicabili. Il quarto quesito referendario intende introdurre il voto degli avvocati e dei professori universitari nei consigli giudiziari per le valutazioni di professionalità dei magistrati. Ogni quattro anni, infatti, i magistrati ricevono una valutazione sul loro operato, espressa con tre possibili giudizi: “positiva”, “non positiva” e “negativa”. Le valutazioni vengono attualmente date dai voti dei consigli giudiziari a composizione mista, ai quali si aggiungerebbero anche quelli di avvocati e professori universitari (cd. “membri laici”).

Il quinto e ultimo quesito concerne l’elezione dei membri togati del Csm, andando ad abrogare la norma che stabilisce che ogni candidatura debba essere sostenuta dalle firme di almeno 25 presentatori. L’obiettivo è porre fine al sistema delle “correnti” nella magistratura: se vincesse il “Sì” ogni magistrato potrebbe presentare la propria candidatura in autonomia, senza cercare l’appoggio di altri colleghi.

Tra i principali partiti italiani, Lega, Forza Italia, Radicali, Italia Viva e Azione sono favorevoli a tutti i quesiti referendari; Fratelli d’Italia è a favore della separazione delle carriere dei magistrati, dell’eliminazione delle firme per le candidature al Csm e della possibilità per gli avvocati di valutare l’operato dei magistrati, mentre si è detto contrario sia alla limitazione della custodia cautelare sia all’abolizione della legge Severino. Il Partito Democratico ha lasciato ai suoi elettori libertà di voto. Infine, la linea del Movimento 5 Stelle è quella del “No” per tutti i quesiti proposti.

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.