Confindustria e sodali

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di Mario Cosenza

Quello che Confindustria e sodali fingono di non comprendere è che dire “il Reddito di Cittadinanza” fa concorrenza alle offerte delle imprese” significa pensare che chi lo riceve, valutando lo offerte e mettendole appunto in competizione, preferisca il reddito.

Ora, se qualcuno pensa che 450 euro circa (e siamo nella fascia alta della media del RDC) gli facciano concorrenza, allora evidentemente pensa che siano una cifra congrua da offrire per lavorare. Insomma, si sta ammettendo pubblicamente di contare su illegalità e offerte miserevoli per tenersi in piedi – quando la verità è che la maggior parte degli imprenditori di un certo livello sopravvive solo grazie ai sussidi, gli stessi che, se dati ai lavoratori o ai subalterni in genere, diventano “mancette”.

I lavoratori mancanti in alcune zone e in alcuni settori sono una realtà ormai per tutto l’Occidente, altro che RDC – fenomeni si registrano anche in paesi che non hanno alcuna protezione sociale per i subalterni, così come in quelli che ne hanno più dell’Italia.

Il doppio mix tra pandemia e guerra, sta riconfigurando il lavoro – e il suo mercato -, l’inflazione galoppa, e Visco – e quelli di cui fa gli interessi – non trova nulla di meglio al ripetere che vecchia metafisica economicista dell'”impossibilità” di adeguare rincari e salari.

L’emergenza italiana è il lavoro povero: 32% circa dei dipendenti in Italia guadagna meno di 11.500 euro, 64% circa tra lavoratori del settore del turismo. A proposito, dire che “potremmo vivere di turismo” significa non capire che le economie basate esclusivamente sul turismo sono economie disastrate, con settori industriali smantellati, e attività a valore aggiunto per il territorio vicine allo zero zero, oltre che politiche che distruggono la qualità del vivere di città e luoghi, generando repulsione, invivibilità e ridisegnando al ribasso le nostre città. Il che non vuol dire non fare fruttare la nostra incomparabile bellezza come paese, ma non legittimare questa visione di costruzione di un’economia da colonia.

Invece che umiliare le persone, politici e industriali italiani dovrebbero spiegare perché hanno partecipato allo smantellamento dello Stato e perché sono nient’altro che macchiette senza idee, superate dalla storia.

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.